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GazzSport - Aquilani: "Catanzaro, sono pronto. Ho studiato Fabregas, Iemmello sarà il mio Totti"

GazzSport - Aquilani: "Catanzaro, sono pronto. Ho studiato Fabregas, Iemmello sarà il mio Totti"TuttoB.com
Oggi alle 16:00Catanzaro
di Angelo Zarra
fonte gazzetta.it

Uno smette di giocare presto, a 35 anni, dopo una carriera importante e 38 gare in Nazionale, 264 in Serie A, il Liverpool, lo Sporting Lisbona e il Las Palmas. Brucia le tappe, comincia subito ad allenare e con la Primavera della Fiorentina vince e lancia talenti. Poi si lancia, fa una stagione in B a Pisa e alla fine si ritrova a casa, senza squadra. Un anno fermo, a meditare. Fino a quando non arriva il Catanzaro: bentornato Alberto Aquilani

Che cosa ha studiato in questo anno? 

"Di sicuro non sono stato in vacanza... È stato formativo. Ho seguito molto Fabregas, il suo Como mi incuriosiva, è stato molto disponibile, mi ha ospitato. E poi De Zerbi, sono stato pure da lui a Marsiglia, è un amico: molto utili i confronti con loro". 

È stato un aanno fermo come Allegri... 

"L’ho avuto al Milan, con lui vai sul sicuro". 

Invece il Catanzaro era nel suo destino. 

"Sì, è una storia che va avanti da anni. Ci eravamo già sentiti dopo la promozione se fosse partito Vivarini, poi l’anno scorso è stata una telenovela. Questo invece era l’anno giusto, è andata". 

Il suo primo sponsor è Iemmello, con il quale ha giocato nel Sassuolo. Ed è il re di Catanzaro. 

"Lo stimo, ci siamo confrontati molto, il nostro legame è stato un motivo in più per venire qui. Lui unisce la squadra alla città, ha fatto grandi cose e ha il suo peso, dentro e fuori dal campo, come Totti a Roma. Certo, con le dovute proporzioni...". 

Che cosa significa la tappa di Catanzaro a questo punto della sua carriera? 

"Credo di aver sempre fatto i passi giusti. Dalla Primavera, pur avendo vinto tutto o quasi, non è stato facile salire in B. Oggi sono più esperto e con le idee ancora più chiare". 

Joe Barone alla Fiorentina l’aveva battezzata come futuro allenatore viola. 

"È stato un duro colpo perderlo, Joe per me era più di un direttore: era un vero punto di riferimento. Aveva disegnato un progetto su di me, quindi è stata una mazzata, come aver perso un parente". 

L’impatto con la B a Pisa non fu positivo. 

"No, lo ritengo estremamente positivo. Un salto tosto, con tante difficoltà e ne ho fatto tesoro". 

Lei mancò i playoff e Inzaghi, quasi con la stessa squadra, è stato promosso diretto in Serie A. 

"No, meglio chiarirlo: era una squadra differente. Tanti giocatori c’erano anche con me, ma a causa degli infortuni li ho potuti allenare poco". 

Adesso che calcio ha in testa? 

"Non sono talebano. L’idea è quella di avere una squadra che propone qualcosa, però aspetto che sia fatta e poi decideremo. Di certo oggi bisogna saper fare tutto e il coraggio non deve mancare". 

Quanto l’ha formata Spalletti? 

"Tanto, più di tutti, si evolve sempre". 

Chi altro ha inciso nella sua crescita? 

"Jorge Jesus in Portogallo, adesso è in Arabia. Mi ha acceso la lampadina su tante cose, come il cambio modulo all’interno della partita: le trasmetteva in maniera così maniacale che rimanevano dentro e davano giovamento. E parliamo di 10 anni fa". 

Ha giocato in Italia, Inghilterra, Portogallo e Spagna: si può fare un mix di quelle scuole? 

"Una fortuna. L’attitudine al lavoro dell’Inghilterra è incredibile, la palla andava sempre a 200 all’ora. In Spagna ho visto il talento vero, ero alle Canarie e si giocava in spiaggia e al campo con la stessa mentalità. E in Portogallo la tattica è super". 

Gasperini dove può portare la sua Roma? 

"È l’uomo giusto: visto quello che ha fatto con l’Atalanta, è stata la scelta migliore per la Roma. L’accoppiata con Ranieri poi è una garanzia". 

E Aquilani dove può portare il Catanzaro? 

"C’è tanto entusiasmo, da qualche anno è un club che sta facendo grandi cose. E anche le mie ambizioni sono alte. Però contano il sacrificio e la voglia di lavorare, le parole non bastano". 

Il Catanzaro è reduce da due playoff con due allenatori diversi: prima Vivarini e poi Caserta. 

"È uno stimolo. Ci è arrivato partendo in sordina, con umiltà, poi giocando bene si è meritato quel traguardo: dovremo fare lo stesso cammino, anche se ogni campionato ha la sua storia". 

Cosa si aspetta dal mercato? 

"Un paio d’esterni d’attacco, gente con entusiasmo. Una volta al completo vedremo come giocare, ora lavoriamo sui principi e poi vediamo". 

Palermo, Venezia, Spezia, Empoli, Bari... E poi? 

"È una trappola... La B è particolare, chi parte per vincere rischia magari di retrocedere e viceversa. Quindi antenne dritte e occhio alle insidie". 

Un collega che affronterà volentieri? 

"Ignazio Abate, speriamo presto".