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PESTRIN: CI VUOLE LA SVOLTA O SARA' ANONIMATO

PESTRIN: CI VUOLE LA SVOLTA O SARA' ANONIMATO
giovedì 25 febbraio 2010, 09:35Rassegna stampa
di Francesco Rossi

Tragico, perdente e anche - perché no? - sfiga­to come si addice ad un Wil­ly il coyote del calcio. Sono tanti gli aggettivi che si pos­sono appiccicare al Toro, ma ce n’è un altro che forse fa più paura anche dei peggio­ri insulti: anonimo. In una parola, la sintesi di una sta­gione che rischia di tingere di grigio la storia granata. L’impronunciabile viene esplicitato da Manolo Pe­strin, uno che non ha paura a guardare in faccia gli av­versari e neppure lo stato, impietoso, delle cose. «Il ri­schio, se non ci rialziamo su­bito, è di terminare con un campionato anonimo - dice il mediano che, a bilanciare la durezza della propria analisi, aggiunge -. Un’even­tualità del genere però, adesso, non la voglio neppu­re prendere in considerazio­ne ». A forza di galleggiare, sospesi a -5 dai playoff e a +6 dallo spareggio per non retrocedere, il Torino non ha un’identità: non è una delle protagoniste della serie B e non affonda. Non va né su né giù. Vivacchia.

CON LUI, IMBATTUTI - «Quattro risultati utili con­secutivi però li abbiamo fat­ti - sottolinea Pestrin -. Il quinto ci poteva lanciare, proiettandoci più sù in clas­sifica e dandoci ancora più morale. Contro la Salernita­na abbiamo fallito e il pen­siero di ciò che poteva esse­re con un risultato diverso è il rammarico più grande. Per questo è importante ri­cominciare subito a fare punti con continuità. A no­stra discolpa si può solo dire che, sotto certi punti di vi­sta, questa è una squadra nata da poco e un passo fal­so ci può stare. Purché non si ripeta». Contro la Salerni­tana Pestrin non c’era, squa­lificato: per lui quattro par­tite, quattro cartellini gialli. «Quando finirò una partita senza ammonizioni? Quan­do l’arbitro si dimenticherà di portarsi i cartellini in campo - scherza il mediano che con il suo agonismo ha conquistato il popolo grana­ta -. A me dispiace dover sal­tare una partita, ma questo è il mio modo di giocare e non penso possa cambiare a 31 anni. Rispetto al passato però sono molto migliorato: se guardate le mie stagioni precedenti, non ho mai di­sputato più di 30-31 partite su 42. E le assenze non era­no certo dovute ad infortu­ni... ».