PESTRIN: CI VUOLE LA SVOLTA O SARA' ANONIMATO

Tragico, perdente e anche - perché no? - sfigato come si addice ad un Willy il coyote del calcio. Sono tanti gli aggettivi che si possono appiccicare al Toro, ma ce n’è un altro che forse fa più paura anche dei peggiori insulti: anonimo. In una parola, la sintesi di una stagione che rischia di tingere di grigio la storia granata. L’impronunciabile viene esplicitato da Manolo Pestrin, uno che non ha paura a guardare in faccia gli avversari e neppure lo stato, impietoso, delle cose. «Il rischio, se non ci rialziamo subito, è di terminare con un campionato anonimo - dice il mediano che, a bilanciare la durezza della propria analisi, aggiunge -. Un’eventualità del genere però, adesso, non la voglio neppure prendere in considerazione ». A forza di galleggiare, sospesi a -5 dai playoff e a +6 dallo spareggio per non retrocedere, il Torino non ha un’identità: non è una delle protagoniste della serie B e non affonda. Non va né su né giù. Vivacchia.
CON LUI, IMBATTUTI - «Quattro risultati utili consecutivi però li abbiamo fatti - sottolinea Pestrin -. Il quinto ci poteva lanciare, proiettandoci più sù in classifica e dandoci ancora più morale. Contro la Salernitana abbiamo fallito e il pensiero di ciò che poteva essere con un risultato diverso è il rammarico più grande. Per questo è importante ricominciare subito a fare punti con continuità. A nostra discolpa si può solo dire che, sotto certi punti di vista, questa è una squadra nata da poco e un passo falso ci può stare. Purché non si ripeta». Contro la Salernitana Pestrin non c’era, squalificato: per lui quattro partite, quattro cartellini gialli. «Quando finirò una partita senza ammonizioni? Quando l’arbitro si dimenticherà di portarsi i cartellini in campo - scherza il mediano che con il suo agonismo ha conquistato il popolo granata -. A me dispiace dover saltare una partita, ma questo è il mio modo di giocare e non penso possa cambiare a 31 anni. Rispetto al passato però sono molto migliorato: se guardate le mie stagioni precedenti, non ho mai disputato più di 30-31 partite su 42. E le assenze non erano certo dovute ad infortuni... ».