Venezia, Stankovic, mani sul destino: "Essere portiere è responsabilità. Ed è ciò che amo"
Responsabilità, solitudine creativa, coraggio. Per Filip Stankovic la porta è una promessa mantenuta. "Essere portiere è responsabilità… È accettare il rischio ed è coraggio. Ed è ciò che amo essere", racconta. La scintilla? Una vacanza in Sardegna, lo scambio di ruolo con il fratello Stefan: "Questa volta facciamo cambio". Non è più uscito dai pali.
Il cognome pesa, le parole anche. "A 9 anni un genitore mi urlò che ero raccomandato perché 'figlio di'." Mi ha dato forza: volevo dimostrare chi ero, con le mie mani. Mani cresciute in una famiglia competitiva e affettuosa ("I miei fratelli sono i miei veri amici") e nell’altra casa chiamata Inter: i guanti di Julio Cesar, i passaggi con Ibra e Milito, le parole di Maicon, Mourinho che osserva sotto la pioggia. "L’Inter è e sarà sempre la mia casa".
La maturità arriva lontano. Prima il Volendam: "Un anno che mi ha reso uomo". Poi la Samp: due errori nelle prime due partite, la botta, la reazione. "Dovevo essere più forte di quegli errori". Fino allo stop più duro: il ginocchio che fa male a Udine, la risonanza, la rottura parziale del tendine. "Non ero abituato a stare lontano dal calcio… In quei tre mesi non ho riposato un giorno". Allenamenti casalinghi, luci per la reattività, un lanciapalline per simulare parate: testa presente, obiettivo fissato.
La rinascita ha i colori di Venezia. "Mi hai accolto senza pregiudizi. Mi hai dato serenità". Lì, il sogno doppio: l’esordio in A a San Siro contro “la sua” Inter e un rigore stoppato a Lukaku. "Eravamo io e lui e basta. L’avevo fatto per la mia squadra".
Guardandosi indietro, Stankovic lascia un messaggio al bambino che giocava sotto casa con i fratelli: difficoltà, sì, ma "l’importante è andare avanti a testa alta, con un sorriso sincero, lavorando per la propria passione". E un sogno da custodire: "Vincere la Champions con mio fratello Aleksandar e papà in panchina". Perché, alla fine, passa tutto dalle mani. E dalle spalle abbastanza larghe per reggere la porta e il futuro.


