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GAZZETTA DEL SUD: L'EMOZIONE DEL GRANDE EX IACOPINO

GAZZETTA DEL SUD: L'EMOZIONE DEL GRANDE EX IACOPINO
giovedì 11 marzo 2010, 12:49Rassegna stampa
di Giovanni Cimino
fonte Natalino Licordari per Gazzetta del Sud

Sabato pomeriggio sarà il grande giorno di Franco Iacopino, reggino doc e attuale direttore generale del Modena. Tornerà infatti al "Granillo", nello stadio che l'ha visto protagonista per oltre 40 anni, prima da giocatore nel settore giovanile della Reggina e poi come dirigente. La sua storia con la società amaranto è iniziata nel 1958, l'anno di "Volare". Franco era ragazzino e faceva parte della formazione Juniores. Dopo qualche anno, però, lasciò il calcio giocato per iniziare la carriera dirigenziale. Iacopino ha scritto pagine di storia nella Reggina e per lui quella di sabato non sarà una partita come le altre.

– Dottore sta contando i giorni che la separano dal suo ritorno a Reggio?

«In effetti è vero, ho già iniziato il conto alla rovescia. È la prima volta che torno da avversario al "Granillo", uno stadio a me particolarmente caro. L'ho frequentavo quando avevo ancora i calzoni corti e ricordo che la tribuna si sorreggeva su tubi innocenti. La Reggina fa parte della mia vita e il mio rapporto con i colori amaranto va al di là dell'aspetto prettamente sportivo. Per seguire la Reggina ho sacrificato, a volte, gli affetti familiari. Mi sono diplomato, ho conseguito la laurea e successivamente mi sono sposato lavorando parallelamente sempre nella Reggina. I mie testimoni di nozze sono stati Dolfin e Granillo, due veri maestri di vita».

– Lei, quindi, si definisce un ex di eccellenza?

«Credo proprio di sì. Ho vissuto gioie e dolori all'interno della società amaranto. Siamo stati in C2, abbiamo rischiato il fallimento e nel 1999 siamo approdati per la prima volta in serie A. Non dimenticherò mai quello storico pomeriggio. Ho toccato il cielo con un dito e se ripenso a quella giornata mi vengono i brividi. Il mio è un rapporto di amore con questa società. Sono un essere umano e in questo momento i sentimenti nel mio cuore occupano un posto predominante».

– L'anno scorso ha ricevuto il San Giorgio d'oro. Cosa ricorda di quella serata?

«Mi hanno favorevolmente impressionato le belle parole che il sindaco Scopelliti ha speso nei confronti del sottoscritto. Sono stato onorato di aver ricevuto l'importante riconoscimento e in quella serata, non lo nascondo, ho provato forti emozioni. Reggio è la mia città e, lo dico con orgoglio in tutti i posti d'Italia. Purtroppo, per motivi di lavoro, ormai vivo fuori».

– Da quanti anni non torna al "Granillo"?

«L'ultima partita fu Reggina-Milan del 9 maggio 2004. Vincemmo 2-1, segnarono Cozza e Di Michele e ci salvammo matematicamente. Dopo quella gara andai via. In panchina c'era Camolese e per i rossoneri realizzò il gol della bandiera Shevcenko».

– Qual è il suo pronostico in vista della partita di sabato?

«Non voglio fare nessuna previsione».

– Si aspettava un campionato così difficile da parte della Reggina?

«Sinceramente no, ma il torneo di B, a volte, gioca brutti scherzi. Mi auguro che la squadra amaranto riesca a tirarsi fuori dal quint'ultimo posto in classifica, anche perché i tifosi reggini meriterebbero ben altri palcoscenici».

– All'andata avete battuto la Reggina.

«Vincemmo nei minuti di recupero con un gol di Bruno il quale approfittò di un errore di Cassano».

– Dove vuole arrivare il suo Modena?

«Il nostro obiettivo rimane la salvezza. Negli ultimi tempi ci siamo ripresi e infatti la scorsa settimana abbiamo battuto in casa l'Ancona. Siamo un buon gruppo e speriamo di continuare a fare punti con una certa regolarità».

– Sabato sbaglierà panchina?

«Credo di no, andrò in quella del Modena».

– L'anno più difficile che ha vissuto nella Reggina?

«Nel 1986 stavamo per fallire, sembrava tutto finito, ma poi riuscimmo grazie ad una nuova dirigenza a sopravvivere».

– Quando arriverete a Reggio?

«Venerdì pomeriggio. Non vedo l'ora di respirare nuovamente, ripeto, l'aria della mia città, sono un sentimentale».