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Brescia, una battaglia per la serie A

Brescia, una battaglia per la serie A
lunedì 26 aprile 2010, 14:18Rassegna stampa
di Angelo Rota
fonte Giornale di Brescia

Prendere un aperitivo con Megan Fox e non avere il coraggio di invitarla a cena. Andare a Roma e decidere di visitare soltanto i quartieri periferici. Imparare a usare il pc, ma rifiutarsi di avvicinarsi a internet. Ce ne sono migliaia di cosiddette «occasioni mancate», quelle di cui il Brescia, calcisticamente parlando, da cinque anni fa una poco invidiabile collezione. La storia è sempre la stessa e i tifosi non mancano di ricordarla, fuori dallo stadio come per strada. La squadra arriva al punto cruciale, magari dopo una bella cavalcata e una serie di risultati utili consecutivi, è chiamata a fare il passo in avanti che può dare la svolta alla stagione, ma si ferma. O inciampa. O comunque non riesce a dare torto ai pessimisti, a coloro del «tanto anche questa stagione va come le altre». Nonostante il pareggio con la Reggina però, che resta amaro come cucchiaio di olio di ricino, lo sprint è ancora tutto da disputare. Non tanto per il primo posto, perché a Lecce stanno giustamente preparando la festa promozione, ma per il secondo. Che ai fini dell'obiettivo finale non fa alcuna differenza. Ecco allora una poltrona libera, quella che porta direttamente in A; quattro sgabelli per i play off di cui uno solo bello comodo con lo schienale, e sette pretendenti. Proviamo a capire come stanno, Brescia compreso. Grande festa nel Salento Conta ormai poco fare la radiografia al Lecce. A quota 67 punti, con cinque partite ancora da giocare, la promozione è solo questione di tempo e aritmetica. Che la difesa giallorossa non sia impeccabile lo ha capito il Brescia, che l'attacco però sia implacabile la squadra di De Canio lo ha dimostrato più volte. Corvia e Marilungo (senza dimenticare Di Michele) possono fare bene anche nella categoria superiore, e quando solo uno dei due trova il gol arriva il supporto dei centrocampisti. Vedasi le segnature di Angelo e Giacomazzi a Grosseto. Il Sassuolo sembra una carrozza delle montagne russe; grandi risalite, picchiate mozzafiato, urla di gioia e di disperazione che si alternano in continuazione.

La squadra di Pioli ha approfittato alla perfezione del ko del Cesena e del pari del Brescia balzando al secondo posto. Curioso come i neroverdi abbiamo saputo capitalizzare i sei punti nelle ultime due gare, dopo la miseria di 10 in altrettante partite. Nonostante tutto però sono lì, al secondo posto, ennesima prova di quanto questo campionato di B abbia permesso pause di riflessione degne di Celentano. Il Brescia può avere il rammarico per non aver sfruttato l'occasione (enorme) di balzare da solo alle spalle del Lecce, ma tutto sommato sta bene. Iachini sa che per la volata finale potrà contare anche su Cordova e Bega, ma sa anche che nel prossimo turno avrà il match più difficile delle squadre di testa. Ovvero la trasferta a Empoli, in quel «Castellani» in cui la formazione di Campilongo, ora più che mai in corsa per i play off, non ha mai perso. La squadra che non ti aspetti Come da tradizione della serie B, c'è sempre la squadra sorpresa, quella che non ti aspetti in alto. Il 2010 ha eletto come sua «reginetta» il Cittadella, che sabato contro il derelitto Mantova ha ottenuto il dodicesimo (!) risultato utile consecutivo; una striscia impressionante fatta di nove vittorie e tre pareggi. Manca Iunco in attacco? Non c'è problema, perché oltre ad Ardemagni ecco spuntare Bellazzini, 22 anni, pescato dalla società dal fallimento della Pistoiese. In molti credono che i veneti non possano continuare così fino alla fine ma attenzione, perché il calendario del Cittadella è tutto tranne che impossibile.

Modena, Frosinone, Ancona, Crotone e Torino all'ultima giornata potrebbero anche essere avversari da «percorso netto». Il Cesena deve leccarsi le ferite dopo il ko interno con l'Empoli e Bisoli fare i conti con gli infortuni, a Grosseto il presidente Camilli mette già sulla graticola Sarri non tanto per il primo ko della sua gestione, quanto per le scelte. E comunque l'assenza di Pinilla pesa come un macigno. Resta il Torino, che forse a Crotone ha pagato le tante assenze, ma che in generale potrebbe trovare nel nervosismo sempre pronto a esplodere un avversario più forte di quelli diretti. Nonostante un calendario con la sola insidia Sassuolo.