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Cesena, l'esonero di Drago e il tramonto del modello-Empoli. Avellino, l'insostenibile leggerezza di un triennale. Spezia-Verona: le aquile vogliono tornare a volare

Cesena, l'esonero di Drago e il tramonto del modello-Empoli. Avellino, l'insostenibile leggerezza di un triennale. Spezia-Verona: le aquile vogliono tornare a volareTuttoB.com
© foto di Federico Gaetano
sabato 5 novembre 2016, 09:00EDITORIALE
di Marco Lombardi

La sconfitta rimediata dal Cesena al "Matusa" di Frosinone è risultata fatale a Massimo Drago. L'esonero del tecnico pitagorico era nell'aria ma, paradossalmente, è giunto proprio dopo una delle prestazioni migliori offerte dai bianconeri nel corso di questo travagliato e sconcertante avvio di stagione. Tempistica e modalità del licenziamento lasciano, francamente, allibiti. Dapprima, da più parti - mass media in senso lato - si divulga urbi et orbi che il tecnico sarebbe già stato esautorato alla vigilia della gara in Ciociaria, tanto da "sfilare" in panchina a mo' di dead man walking in attesa dell'ufficializzazione dell'esonero, salvo poi registrare una ferma, ma tardiva, smentita da parte della società. Quindi, al termine della gara si rinnova la fiducia al tecnico, respingendo risolutamente l'ipotesi ribaltone. Ma anche no... Perchè contestualmente si lascia presagire che la decisione definitiva sarebbe spettata in ogni caso al CdA, evidenziando, per l'effetto, una "spaccatura" della dirigenza in merito alla posizione del tecnico medesimo. Il resto è storia recente: Drago è stato silurato e con lui è abortito il tanto vagheggiato ed incensato modello-Empoli. Il presente si chiama Camplone.

 

"Kafkiana" la situazione in casa Avellino. In un clima incandescente, monta la contestazione di una tifoseria inferocita, che invoca a gran voce la "testa" di Mimmo Toscano. I risultati non arrivano, la squadra non riesce a scrollarsi dal fondo della classifica, e l'esperienza del tecnico calabrese sulla panchina irpina è da ritenersi virtualmente conclusa: il capolinea è dietro l'angolo, il prossimo passo falso sarà anche l'ultimo. Già allacciati, nel frattempo, i contatti con Gigi De Canio, il quale avrebbe dato una disponibilità di massima, riservandosi qualche giorno per effettuare una riflessione più approfondita e documentarsi sulla squadra. Un fatto è certo: l'ombra di De Canio si staglia sempre più minacciosa sulla panchina di Toscano, delegittimato da una piazza in subbuglio ma anche, sostanzialmente, sfiduciato dalla dirigenza. Le residue perplessità del club biancoverde sono, presumibilmente, dovute al triennale firmato dall'ex allenatore di Novara e Ternana che, in caso di esonero, sarebbe un fardello non trascurabile per le casse societarie, ma anche alla difficoltà di rassegnarsi alla presa d'atto del fallimento di un progetto in cui la società aveva riposto grandi speranze e su cui aveva investito fortemente. Il tempo è scaduto, l'Avellino ha lanciato l'ultimatum a Toscano: decisivo il Frosinone.

 

Spezia-Hellas Verona è il "clou" della tredicesima giornata. Una lettura "epidermica" della gara potrebbe indurre a ritenere che per la capolista, imbattuta da 9 turni e trascinata da un sontuoso Pazzini, violare il "Picco" sia missione relativamente agevole... In realtà, il "fortino" ligure è campo tradizionalmente ostico per i colori gialloblù, i quali solo nel 2013 hanno spezzato un digiuno di vittorie che durava dalla notte dei tempi. Lo Spezia scenderà in campo in formazione largamente rimaneggiata, stanti le defezioni di diversi pilastri: Piccolo, Terzi, nonchè gli ex scaligeri Pulzetti e Nenè. Per i liguri il banco di prova è importante e severo: servirà una prestazione collettiva di grande intensità, coraggio e abnegazione per mettere in difficoltà la "corazzata" Hellas. Il compito si annuncia improbo, ma non impossibile: sospinte dal "Picco", le Aquile vogliono tornare a spiccare il volo...