Menu Primo pianoCalciomercatoIntervisteEsclusive TBCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie B ascolibaribresciacatanzarocittadellacomocosenzacremoneseferalpisalòleccomodenapalermoparmapisareggianasampdoriaspeziasudtirolternanavenezia

Bari: è questione di..."chimica". Pisa-Cesena: un tram che si chiama salvezza. Comunque vada, onore al Latina

Bari: è questione di..."chimica". Pisa-Cesena: un tram che si chiama salvezza. Comunque vada, onore al LatinaTuttoB.com
© foto di Tommaso Maschio
sabato 8 aprile 2017, 08:00EDITORIALE
di Marco Lombardi

In casa Bari la rivoluzione di gennaio non ha dato i frutti sperati, almeno fino a questo momento. Complicato riuscire ad amalgamare rapidamente un organico che per diversi motivi ha dovuto rifarsi il look. Serve tempo, ma la B non aspetta nessuno: il campionato ha ritmi frenetici, incalzanti, le partite si assottigliano ed i margini di errore si riducono drasticamente. La realtà è che i pugliesi non sono un collettivo, difettando di omogeneità e compattezza, bensì un insieme di solisti incapaci di ragionare da squadra: un “coacervo” di ottimi giocatori - sulla carta i più forti della categoria -, epperò assemblati alla rinfusa e alla spicciolata, dunque non affiatati. In altri termini, è la “chimica” di squadra che manca, quell’alchimia suscettibile di far decollare una stagione. A maggior ragione in un campionato equilibrato e livellato come la serie B, a fare la differenza è il gruppo. Esempi virtuosi sono le attuali capoliste Spal e Frosinone, che hanno mantenuto l’ossatura della passata stagione integrandola con innesti mirati e funzionali al progetto. Nessuna rifondazione, nessuno smantellamento, piuttosto un mercato scandito da pochi ritocchi di qualità. E mentre Colantuono continua a perdere pezzi e l’infortunio di Brienza getta un’ombra cupa sul finale di stagione, il Bari a La Spezia proverà a guarire dal mal di trasferta.  

Un’Arena Garibaldi tirata a lucido per festeggiare i 108 anni di storia del Pisa ospiterà il delicatissimo scontro diretto in chiave salvezza fra i nerazzurri ed il Cesena. Squadre separate in classifica da 4 punti (32 per i toscani, 36 per i romagnoli), in crisi di risultati e alla ricerca di una vittoria che varrebbe doppio. Da Montecatini, sede del quartier generale del Pisa, Gattuso, conscio dell’alta posta in palio, fa pretattica non lasciando trapelare nulla all’esterno. Meno criptico Camplone, che enfatizzando ha definito la gara di oggi una “guerra”. I nerazzurri, che non esultano in casa dal 21 gennaio (1-0 alla Ternana), vantano la retroguardia meno battuta del campionato, ma devono fare i conti con una conclamata sterilità offensiva che li relega mestamente all’ultimo posto nella speciale graduatoria. Dall’altra parte, il Cesena è squadra umorale, altalenante, dal potenziale inespresso: costruita per un campionato di medio-alta classifica, la compagine bianconera si trova ora a dover sgomitare per conservare la categoria. Presumibile attendersi una partita maschia, nervosa, scorbutica, che l’arbitro non dovrà farsi sfuggire di mano.    

Un Latina generoso e mai arrendevole esce sconfitto con due gol di scarto dal San Nicola, ma il risultato non riflette fedelmente l’andamento di una gara per larga parte del primo tempo comandata dai pontini. La trasferta di Bari ha chiarito, a scanso di equivoci, che la squadra di Vivarini, pur orfana di capitan Brosco - il cui grave infortunio evoca tristi presagi - e tra mille traversie societarie - costate il declassamento all’ultimo posto della graduatoria -, non intende mollare di un centimetro, difendendo orgogliosamente i colori nerazzurri con grande professionalità, dignità ed attaccamento alla maglia. E mentre è notizia di ieri il nuovo deferimento - preludio ad ulteriori penalizzazioni - a motivo del mancato deposito della fideiussione per l’iscrizione al campionato  e del mancato pagamento degli stipendi di novembre e dicembre, oggi i pontini si giocano contro il Vicenza le residue, minime, speranze di tenere aperto il discorso salvezza.