Menu Primo pianoCalciomercatoIntervisteEsclusive TBCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie B ascolibaribresciacatanzarocittadellacomocosenzacremoneseferalpisalòleccomodenapalermoparmapisareggianasampdoriaspeziasudtirolternanavenezia

Triestina, obbligatorio dimezzare i costi

Triestina, obbligatorio dimezzare i costiTuttoB.com
© foto di Federico De Luca
venerdì 27 maggio 2011, 00:15Triestina
di Federico Errante
fonte Il Piccolo

Smaltita la frustrazione emotiva per la retrocessione ora a Fantinel o a chiunque (i presunti nuovi soci) tocchi amministrare la Triestina c’è da raccogliere i cocci. Prima del progetto sportivo, se ce ne sarà uno, è necessario riflettere sulle poste di bilancio. La prossima stagione dovrà essere comunque all’insegna dell’austerity. Anzi rispetto al budget prospettato per l’esercizio in corso i costi dovranno essere ridotti di due terzi. Ammesso che il budget stesso sia stato rispettato e non ci siano disavanzi di gestione.

Il taglio dei costi deve essere direttamente proporzionale alla drastica riduzione dei ricavi. Nell’esercizio in corso la società ha previsto di intascare oltre 1 milione per i diritti televisivi (sui quali peraltro grava la liquidazione di Dahlia) e 4,6 milioni di contributi. Gli altri proventi derivano dalle sponsorizzazioni e dal marketing (1,6 milioni) e dal botteghino (poco più di 500 mila euro). La voce di ricavo più rilevante è dunque determinata dai contributi e dalle royalties per i diritti televisivi. In tutto sono quasi 6 milioni di euro persi in gran parte con la retrocessione.

In verità per chi scende dalla serie B c’è un paracadute non paragonabile per volume a quello delle società che dalla A secondono in B (6 milioni di euro). Il contributo per attutire lo choc è di 650 mila euro. Per favorire poi l’utilizzo dei giovani e la contrazione dei tetti d’ingaggio delle società c’è un premio di valorizazzione per le società aperte alla linea verde. Se la Triestina dovesse far giocare molto gli under 20 e avesse buoni risultati potrebbe ricavare anche 750 mila euro. Il Cesena che tre anni fa vinse il suo girone di LegaPro riuscì a raggranellare quasi un milione. Nella migliore delle ipotesi (a meno di novità) la Triestina può incassare dunque 1,5 milioni di contributi. È ragionevole prevedere un ricavo ulteriore di un milione tra marketing e vendita di biglietti e abbonamenti. In tutto dunque siamo a 2,5 milioni. In questo esercizio il costo per il personale addetto all’attività sportiva è stato valutato in 5 milioni. È la voce più rilevante su 11,5 milioni di costi messi a preventivo. Insomma il monte stipendi non potrà superare i 2 milioni (meglio se si avvicina a 1,5 milioni ma sarà difficile scaricare i contratti in essere) e anche gli altri costi dovranno essere compressi.

Pesano poi sul bilancio dei prossimi anni 2 milioni di ammortamenti (in gran parte gli investimenti sul settore giovanile spalmati su cinque esercizi). L’analisi pur sommaria evidenzia dunque come per la Triestina sia necessario nella prossima stagione chiudere il bilancio su un pareggio che si attesta tra i 4,5 e i 5 milioni. Con 2,5 milioni o poco più di ricavi i conti non tornano. O si riescono a realizzare plusvalenze sul patrimonio giocatori esistente (con conseguenze evidenti sul progetto sportivo), oppure è necessaria un’iniezione di denaro. Ecco perché il presidente Fantinel cerca nuovi soci.

Ma nel breve, come si evince dai dati economici, la Triestina non è un affare. Potrebbe diventarlo sul medio termine (tante società salteranno) ma bisogna investire un bel gruzzoletto anche per sviluppare il vivaio. Visti i tempi non sarà facile scansare gli avventurieri.