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Spezia, Donadoni: “Umiltà, rispetto, impegno. Qui per ripartire e dare tutto”

Spezia, Donadoni: “Umiltà, rispetto, impegno. Qui per ripartire e dare tutto”TuttoB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 15:30Spezia
Angelo Zarra
fonte calciospezia.it

Sala stampa del “Picco”, tono pacato e idee chiare. Roberto Donadoni si presenta così nella sua prima conferenza da allenatore dello Spezia: gratitudine per l’opportunità, determinazione nel rimettersi in gioco. “L’amicizia con il presidente viene da lontano, ma l’amicizia è una cosa e il lavoro un’altra. Ho accettato con entusiasmo: dopo pochi giorni la ruggine è sparita. Vedo ragazzi giovani, con voglia e passione: questo mi dà fiducia”.

Il tecnico insiste su ambiente e pubblico: “Il tifo spezzino è un valore aggiunto. Il loro sostegno sarà decisivo per risalire la classifica”. La via indicata è fatta di dettagli e unità d’intenti: “Dobbiamo restare coesi: solo insieme ci rimettiamo in carreggiata”. Perché Spezia? “Ho avuto altre chiamate, non faccio nomi. Ho scelto questa opportunità: non la considero una sfida, ma la naturale continuazione del mio percorso. Porto esperienza in un progetto che ha fame di crescita”.

Niente etichette da “uomo coraggioso”: “Sono quello che sono. Seguo i valori insegnati dai miei genitori: umiltà, rispetto, impegno”. E sul futuro: “Non ho mai pensato che la mia carriera fosse finita. Se l’avessi creduto, non sarei qui”. Poi il richiamo allo spogliatoio: “Mi rifiuto di pensare che i giocatori accettino questa classifica. Devono reagire e dimostrare di meritare di più”.

Subito dentro il fuoco della prossima sfida col Bari: “Non mi piacciono le partenze comode. Ho voluto buttarmi subito. Potevo andare in Inghilterra da assistente, ma ho scelto di rimettermi in gioco da primo allenatore. Questa è la mia strada: lavoro, passione, responsabilità”.

Seconda parte tutta sul campo. “L’obiettivo non è la salvezza in sé, ma tirare fuori tutto il potenziale della squadra. Ho trovato intensità e partecipazione, ora serve continuità. Melissano e Gazzoli mi hanno dato indicazioni chiare, anche sul piano umano: costruire rapporti solidi fa la differenza”.

Il nodo è mentale: “Se un anno fa sfiori la A e oggi fatichi, la risposta è nella testa. Dobbiamo ritrovare fiducia e serenità: calma e determinazione saranno la nostra cifra. I tifosi devono percepirlo”.

Sul sistema di gioco: “Dopo due giorni non si stravolge. Il 3-5-2 è una base, ma conta la capacità di adattarsi e dare meno riferimenti. Il modulo è un punto di partenza, non un vincolo”.

Capitolo portieri: difesa di Sarr (“sensibilità e personalità: un errore non lo definisce, ricordiamoci anche le parate”), attenzione al reparto offensivo e a Verde (“valutazioni con calma, l’atteggiamento deve essere propositivo, servono entusiasmo e divertimento per imporre gioco”). Sulla fase difensiva: “L’anno scorso era la miglior difesa del campionato con interpreti quasi identici: le qualità ci sono, forse è mancata concentrazione. Una squadra attacca e difende insieme: se il collettivo funziona, le individualità rendono”.

Riferimento in avanti e spazio ai giovani: “Lapadula è importante e decisivo in categoria, ma voglio crescita anche dai più giovani. Dobbiamo creare le condizioni per farli rendere: l’anno scorso con Pio Esposito il percorso ha richiesto tempo, ora lo vediamo all’Inter e in azzurro”.

Chiusura nel segno della continuità: “D’Angelo ha fatto un ottimo lavoro. Io ho trovato disponibilità e voglia: serve più intensità e concentrazione. Mi piace ciò che ho visto: c’è tanto da fare, ma la predisposizione è quella giusta. Portiamo tutti al massimo livello, fisico e mentale”.