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Ragusa: “Voglio portare lo Spezia in A. Galliani mi voleva al Milan. Con Salernitana e Pescara annate super"

Ragusa: “Voglio portare lo Spezia in A. Galliani mi voleva al Milan. Con Salernitana e Pescara annate super"TuttoB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 26 aprile 2020, 09:00Primo piano
di Christian Pravatà

L’esterno offensivo Antonino Ragusa si è racontato a 360 gradi in una lunga intervista rilasciata al collega Nicolò Schira sul suo canale Instagram. Ecco le principali dichiarazioni del calciatore dello Spezia.

IDOLO - “Da bambino sono cresciuto con il mito di Alessandro Del Piero, era lui il mio idolo. Un calciatore straordinario, in più tifavo Juve perciò impazzivo per lui...”.

TREVISO - “A 17 anni mister Gotti mi convoca in Prima Squadra e mi fa esordire in B. Era un sogno ad occhi aperti, non mi pareva vero. Vado in panchina contro il Rimini ed entro nella ripresa: ricordo ancora l’emozione di quel giorno. Peccato che a fine anno il club abbia fatto una brutta fine...”.

SCUDETTO PRIMAVERA - “Lo vinsi nel 2010 col Genoa. Eravamo davvero una grande squadra: davanti c’era El Shaarawy, a metà campo Sturaro e Cofie, dietro Polenta e tra i pali Perin. Battemmo 2-1 l’Empoli in finale, eravamo un gran bel gruppo molto affiatato”.

SALERNITANA - “Fu la mia prima esperienza nei professionisti, me la ricordo bene. Quell’annata capii che potevo stare tra i grandi: segnai 7 gol e arrivammo alla finale Playoff per andare in B, nonostante grandi difficoltà societarie visto che da novembre non percepivamo lo stipendio. Ricordo ancora i 30mila all’Arechi il giorno della finale, quella passata alla storia per l’infuocato dopo partita e il ‘Ti amo terrone’ di Mandorlini: a Salerno c’era un pubblico meraviglioso che ci trascinò, ma il Verona riuscì a difendersi e a tenere lo 0-1. Eravamo tutti in lacrime dopo la finale: con la B probabilmente il club si sarebbe salvato dal fallimento...”.

BREDA - “Nel suo 4-3-3 mi sono trovato a meraviglia. Un tecnico molto preparato con il quale sono in ottimi rapporti, tanto che tuttora ci sentiamo. L’ho avuto a Salerno e mi ha rivoluto alla Reggina: è stato fondamentale per la mia crescita”.

REGGINA - “Il mio primo anno in B fu importante a livello personale: segnai 7 gol e mi imposi da titolare. Per il club invece le aspettative erano quelle di arrivare ai playoff e nonostante i vari cambi di guida tecnica non ci riuscimmo”.

TERNANA - “Il 3-5-2 di Toscano non era congeniale alle mie caratteristiche. Giocai 36 partite ma segnai appena 1 gol. A Terni ho cominciato facendo l’attaccante, ma dopo due o tre partite Dianda si è fatto male e sono arretrato a fare il “quinto” di destra nel 3-5-2. Qualche gol in meno rispetto alle stagioni precedenti? Durante quel campionato mi sono alternato tra i ruoli di esterno e interno di centrocampo, quindi è stato più difficile trovare la via del gol. Dovevo fare il quinto a destra e stavo molto lontano dalla porta...”.

PESCARA - “Una grandissima annata per me: sfioro la doppia cifra con un grande allenatore come Pasquale Marino, che giocava all’attacco. Alla fine del girone d’andata eravamo secondi, poi qualcosa si ruppe e ci salvammo nelle ultime giornate con Cosmi. Ricordo con affetto il gol in Coppa Italia che eliminò il Torino”.

ESORDIO IN A - “Dopo l’anno di Pescara torno al Genoa e faccio un gran pre-campionato. Quasi sempre titolare, tanto che alla prima di Campionato Gasperini mi fa entrare contro il Napoli. Ero talmente emozionato che non riuscivo a togliermi la casacca della tuta per entrare...”.

AVVERSARIO PIÙ FORTE - “Dico Alex Sandro e Chiellini: mi hanno davvero impressionato”. 

ACERBI - “È fortissimo, il suo principale pregio in campo è riuscire a aleggere le giocate prima di tutti gli altri. Francesco è poi un professionista esemplare, non sgarra di una virgola, e ora sta raccogliendo i frutti di tutto il lavoro fatto finora. Potrebbe giocare tranquillamente fino a 40 o 45 anni”

CRESPO - “Abbiamo legato molto al Genoa. Mi prese sotto la sua ala: allenarmi con lui e ricevere i suoi consigli è stato speciale. Anche quando l’ho affrontato in un Cesena-Modena, quando allenava gli emiliani, mi ha riempito di complimenti. Lo ringrazio e spero possa tornare in Italia: chissà magari un giorno ci ritroveremo nella stessa squadra. Io giocatore e lui mister”.

VICENZA - “Il Genoa l’ultimo giorno di mercato compra Lestienne e rischio di non avere più spazio così finisco a Vicenza il 15 settembre dopo che loro erano stati appena ripescati in B. È l’inizio di una bellissima cavalcata che ci porta al terzo posto e in semifinale playoff. Giocavamo un gran calcio e ci divertiamo molto: peccato solo per l’esito della semifinale contro gli abruzzesi”.

GENOA - “L’unico rimpianto è quello di non avere mai avuto una vera occasione in rossoblù. Facevo bene in B e mi mandavano ancora in prestito. Avrei voluto una chance...”.

GASPERINI - “È sempre stato un martello, sia a livello fisico che a livello tattico, e questo credo che gli abbia permesso di costruire il gioco che ora fa vedere con l’Atalanta. È sempre stato molto sul pezzo, è un allenatore che sa quello che deve dire ai suoi calciatori per fare in modo che il suo credo calcistico venga trasmesso in campo”.

CESENA - “Foschi punta davvero su di me e mi acquista a titolo definitivo dal Genoa. È stato il mio anno più bello: 9 gol e 8 assist e arriviamo ai playoff. Nel 4-3-3 di mister Drago mi trovavo a meraviglia. Era un bel Cesena con tanti giovani che hanno carriera come Sensi, Kessie e Caldara”.

SENSI - “Stefano sta facendo grandi cose e gioca titolare all’Inter e in Nazionale, sono contento per lui. E pensare che a Cesena lo stavano mandando in prestito in C prima che Drago lo inventasse regista”.

SASSUOLO - “Ho firmato l’ultimo giorno di mercato. Mi hanno acquistato a titolo definitivo per 2,5 milioni: grazie a loro finalmente arrivavo in Serie A. Una grande squadra che giocava a memoria da anni con tanti giocatori importanti come Berardi, Sensi, Peluso e Matri”.

ESORDIO SASSUOLO - “A raccontarlo non ci si crede. Vinciamo 3-1 col Pescara, ma non ero stato inserito in lista e così perdiamo 3-0 a tavolino. Pazzesco. I miei esordi non sono mai fortunati...”.

NOVEMBRE 2016 - “Tra il 20 e il 24 di quel mese 4 giorni speciali. Prima segno il mio primo gol in Serie A a Marassi contro la Samp: una sfida che aveva il sapore di derby. Quattro giorni dopo vado in gol al San Mames contro il Bilbao in Europa League. Il gol più importante della mia carriera. Il primo anno a Sassuolo fu veramente spettacolare”.

GALLIANI - “Mi voleva al Milan dopo lo scudetto vinto al Genoa. C’era l’accordo per un maxi scambio tra Milan e Genoa: era tutto fatto, ma Strasser disse no e saltò tutto. Peccato perché il Milan è un treno che passa una volta sola”.

VERONA - “Con Grosso ero partito forte poi a dicembre mi sono rotto il crociato. Peccato perché non ho più giocato e così in estate sono andato via in prestito”.

SPEZIA - “Ho scelto io questo club. Il Verona aveva l’accordo con il Livorno, ma io ho preferito lo Spezia. Mi trovo benissimo qui e spero di aiutare il club a conquistare la Serie A”.

ITALIANO - “È giovane ma in gamba, un allenatore con principi di gioco chiari e importanti. Un calcio offensivo che ricorda quello di Di Francesco”.

QUARANTENA - “Mi sto godendo mia figlia di 4 mesi, è la mia gioia più grande. In casa aiuto la mia compagna in cucina: carbonara e gricia i miei piatti preferiti, ma solo una volta a settimana”.