Menu Primo pianoCalciomercatoIntervisteEsclusive TBCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie B avellinobaricarraresecatanzarocesenaempolifrosinonejuve stabiamantovamodenamonzapadovapalermopescarareggianasampdoriaspeziasudtirolveneziavirtus entella
TMW Scommesse

CdM - La Juve Stabia in amministrazione giudiziaria. La Dna: "Bene strumentale del clan D'Alessandro"

CdM - La Juve Stabia in amministrazione giudiziaria. La Dna: "Bene strumentale del clan D'Alessandro"
Oggi alle 12:24Primo piano
Marco Lombardi

Serie B nella bufera. Come scrive Dario Sautto sul Corriere del Mezzogiorno, "la Juve Stabia è da oggi in amministrazione giudiziaria. Il provvedimento è stato adottato su proposta congiunta del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo, del procuratore di Napoli Nicola Gratteri e del questore di Napoli, Maurizio Agricola.

La squadra di Castellammare di Stabia milita per il secondo anno consecutivo nel campionato di calcio di serie B ed è attualmente anche in zona playoff, risultato già raggiunto nella passata stagione. 

Ad illustrare le ragioni del provvedimento - evidenzia Sautto sul Corriere del Mezzogiorno - sono stati il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, con accanto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri e il questore Maurizio Agricola. In Procura stamani era presente anche il prefetto di Napoli, Michele Di Bari. 

Secondo l'accusa, assieme ad altre società, la Juve Stabia costituirebbe «un bene strumentale del clan D'Alessandro», storica e potente cosca mafiosa di Castellammare di Stabia. 

Dalle indagini sarebbe emerso un sistema di condizionamento mafioso dell'attività economica della società calcistica da parte del clan D'Alessandro di Castellammare di Stabia, confermato anche da numerosi collaboratori di giustizia e riscontrato nei settori strategici della sicurezza, del ticketing, della bouvetteria, delle pulizie e dei servizi sanitari, nonché, fino al 2024, del trasporto della prima squadra.

Il procuratore Gratteri ha detto che «la Juve Stabia era mezzo della camorra per farsi pubblicità e gestire potere. Uomini del clan - ha aggiunto, come riferisce Sautto sul Corriere del Mezzogiorno - erano presenti in diversi servizi: dallo spostamento degli autobus alle ambulanze, dalla vendita di bibite a quella dei biglietti e controllo sicurezza nello stadio (gli steward, ndr)». «Pacchetto completo, i calciatori dovevano solo giocare, al resto pensava la camorra», ha aggiunto amaramente Gratteri. 

E a proposito di calcio giocato, quale primo effetto dei provvedimenti adottati questa mattina nei confronti del club stabiese potrebbe esserci il rinvio almeno della prossima partita casalinga [...]".