Modena, Sottil non cambia rotta: "A Cesena per uno scontro diretto, il modulo non si tocca"
Derby dell’Emilia-Romagna in notturna per il Modena, atteso domani alle 20.30 all’Orogel Stadium-Dino Manuzzi dal Cesena. Andrea Sottil presenta la sfida con idee chiarissime su identità, modulo e ambizioni. Sul piano atletico e mentale, il tecnico parte dalla crescita nei finali di gara: "Nel nostro metodo di lavoro puntiamo tantissimo sull’intensità nel gioco, più che sui volumi. Il calcio è uno sport di scelta: mente e corpo devono ragionare ad alta intensità fino al 90’. Durante le soste facciamo qualche leggero sovraccarico, ma sempre mettendo al centro il nostro modo di giocare".
Capitolo Cesena: rispetto massimo, ma senza complessi. "Ogni squadra ha la sua identità e il suo modo di fare calcio. Il Sudtirol aveva un atteggiamento, il Cesena ne avrà un altro: è una squadra che ama giocare e conosco bene Mignani, è un allenatore molto preparato. Grande rispetto per loro, ma andremo lì per fare la nostra partita. Per noi è uno scontro diretto a tutti gli effetti: vogliamo una gara intensa e un risultato prestigioso attraverso una prestazione collettiva".
Sul possibile tandem Pedro Mendes–Gliozzi, Sottil non si sbilancia ma non chiude la porta: "I nostri attaccanti hanno caratteristiche diverse e io cerco sempre di dare un’identità forte e continuità al gioco. Ho utilizzato anche la coppia di punte, è una soluzione possibile. Come sempre farò tutte le valutazioni per scegliere l’undici migliore per iniziare, tenendomi giocatori performanti anche a gara in corso".
Nonostante i numeri non esaltanti sotto porta, il tecnico non parla di allarme: "Non mi preoccupano i gol degli attaccanti. I dati sono oggettivi e ci servono per riflettere, ma non per allarmarci. L’obiettivo è andare a rete col maggior numero di giocatori possibile. I ragazzi hanno qualità, lavorano tutti i giorni per segnare e sono convinto che in queste partite arriveranno anche le loro reti".
Interessante il focus sul ballottaggio in regia tra Santoro e Gerli: "Santoro interpreta il ruolo da play in maniera più fisica, mentre Gerli ha una frequenza speciale nel muovere la palla con grande velocità, creando superiorità con la conduzione. Non è un play a due tocchi, dà velocità di manovra. Col Sudtirol c’erano tante palle alte e Gerli è stato gestito di conseguenza".
Le condizioni del gruppo, invece, sono rassicuranti: "La squadra sta bene, nella sosta abbiamo fatto l’ultimo rabbocco al serbatoio. Chi ha lavorato con continuità è in forma top. Preferisco giocare subito: si tiene alta concentrazione e ritmo gara".
Chiaro infine il messaggio sul sistema di gioco: niente rivoluzioni. "Contro il Sudtirol non abbiamo segnato, ma siamo entrati in area tantissime volte. Quando fai 24 tiri, di cui 8 nello specchio, non è un problema di modulo. La preoccupazione ci sarebbe se fossimo sterili. Abbiamo giocatori che ci permettono varianti tecniche dentro la stessa identità tattica. Non mi passa neanche per la testa di cambiare un sistema che finora ci ha portato i numeri che sappiamo".


