Modena, Rivetti tra presente e futuro: "Il Braglia deve essere il nostro fortino"
Tra emozione e lucidità, Carlo Rivetti ha preso la scena alla serata di gala del Panathlon dedicata al Modena, parlando a cuore aperto di squadra, città e prospettive del club. Davanti a una platea attenta, il presidente ha ribadito il valore del fattore campo: "Lo stadio Braglia deve essere il nostro fortino, così come lo era il Filadelfia per il Grande Torino. E sapete bene che nel mio cuore c’è anche il colore granata". Un richiamo forte all’identità e al legame con la città.
Sul piano sportivo, Rivetti ha ammesso qualche rimpianto per il cammino in campionato, soprattutto per alcune gare chiave: "Dovremmo scrivere alla Lega Calcio per chiedere l’allungamento delle partite: se a Palermo e a Frosinone fossero durate 120 minuti, oggi avremmo quattro punti in più". Ha indicato la sfida con l’Avellino come una partita in cui il Modena si è sentito penalizzato e ha definito Frosinone come "la gara più sofferta".
Non solo risultati, però. Il presidente ha sottolineato l’importanza del lavoro quotidiano e di un investimento preciso: "L’introduzione di un mental coach ha rappresentato un grande passo avanti. Quando puoi lavorare anche sulla testa dei giocatori, hai un valore aggiunto importante". Una scelta che, secondo Rivetti, ha contribuito alla crescita del gruppo.
Grande soddisfazione anche per il rapporto ritrovato con la tifoseria, indicato sin dall’inizio come "primo obiettivo": "Ci siamo riusciti, grazie ai risultati, ma anche aprendo gli allenamenti al pubblico e portando la squadra a stretto contatto con la città". In questo percorso si inserisce l’apertura del nuovo store ufficiale in centro storico, definita una serata "incredibile", capace di avvicinare ancora di più Modena alla sua squadra.
Infine, un dato curioso che racconta l’evoluzione del club anche fuori dal campo: "Quasi il 70% delle vendite è stato effettuato da clienti stranieri. Le prime maglie le abbiamo vendute a un australiano, le ultime a un brasiliano".


