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Abbuffata di reti a Perugia: il Pescara ne prende quattro. Sorpresa Carpi, sbanca il "Picco" e vola al comando. Novara: legni e recriminazioni, ma che fatica in attacco! Pro Vercelli, sconfitta con giallo finale

Abbuffata di reti a Perugia: il Pescara ne prende quattro. Sorpresa Carpi, sbanca il "Picco" e vola al comando. Novara: legni e recriminazioni, ma che fatica in attacco! Pro Vercelli, sconfitta con giallo finaleTuttoB.com
Mbakogu
© foto di Federico Gaetano
mercoledì 6 settembre 2017, 09:00EDITORIALE
di Marco Lombardi

L’eclatante blitz di Chiavari non è stato frutto del caso. Il Perugia ha confermato contro il Pescara quanto di buono aveva già mostrato all’esordio. Squadra organizzata, spigliata, con il sacro fuoco dentro: una compagine che riflette fedelmente il credo calcistico del suo allenatore, il quale, scontata la squalifica, lunedì prossimo sarà regolarmente al proprio posto. Di contro il Pescara, frastornato dal veemente avvio di gara degli umbri, ha reagito solo nella ripresa, sorretto da un Benali in grande spolvero, pur palesando tutti i limiti atavici delle squadre di Zeman: in primis la rituale mancanza di equilibrio fra i reparti con annesse, enormi, difficoltà in fase di transizione negativa. Formazioni, quelle guidate dal vate boemo, che non conoscono mezze misure. Anche quest’anno, dunque, prepariamoci ad assistere al monocorde canovaccio rigurgitante di reti realizzate e incassate: già cinque quelle al passivo in sole due giornate di campionato. E per chi ambisce dichiaratamente a posizioni di vertice non è un bel segnale…

Un guizzo di Mbakogu, lesto a raccogliere una difettosa deviazione di Di Gennaro su punizione di Jelenic, ed un Colombi monumentale consentono al Carpi di espugnare il “Picco”, condannare lo Spezia al secondo stop consecutivo e portarsi sorprendentemente al comando della classifica, seppure in condominio con Frosinone, Perugia e Parma. Ma il risultato è bugiardo e non rende giustizia alla buona prestazione offerta dai liguri, per larghi tratti dell’incontro assoluti padroni del campo. Dopo un primo tempo sostanzialmente equilibrato, infatti, la ripresa è un mero monologo degli Aquilotti, che cingono d’assedio l’area emiliana senza però riuscire a trovare la rete del pareggio. Che già sarebbe andato stretto alla squadra di Gallo, non fosse altro per la mole di gioco creata e le nitide occasioni da rete collezionate. Cinico e fortunato, dunque, il Carpi, che esce dal “Picco” col bottino pieno ma non può esimersi dall’accendere un cero a San Colombi.

Seconda battuta d’arresto anche per il Novara. Al “Piola” è il Parma a passare di misura. Epperò è Incoraggiante l’avvio di gara dei piemontesi, che dopo pochi minuti timbrano l’incrocio dei pali con Ronaldo su punizione. Lo scampato pericolo rianima i ducali, che progressivamente guadagnano campo e con Barillà siglano la rete che poi deciderà la contesa. Nella seconda frazione di gioco il Novara si scuote e l’inerzia della gara cambia radicalmente. La supremazia territoriale degli azzurri, però, si rivela sterile, non riuscendo ad essere capitalizzata a dovere da un attacco evanescente che, al di là di una traversa colpita da Macheda, fattura troppo poco. Nel finale Corini si gioca anche la carta Maniero, ma la retroguardia del Parma regge senza eccessivi patemi e consente ai gialloblù di condurre in porto la vittoria. Ad ogni modo, discreta nel complesso e di buon auspicio per il prosieguo del campionato la prova dei gaudenziani, che possono recriminare per i due legni colpiti e per un contatto sospetto in area ospite fra Gagliolo e Da Cruz sul quale l’arbitro ha sorvolato, tra vibranti proteste, non ravvisando gli estremi per la concessione della massima punizione.    

Ancora al palo c'è pure la Pro Vercelli. Amara la trasferta di Ascoli per i piemontesi, sconfitti al termine di una prestazione scialba e priva di mordente. Sul risultato finale, però, pesa come un macigno una topica del direttore di gara, che in piena zona Cesarini ha inspiegabilmente annullato agli ospiti una rete parsa regolarissima. Maldestra l’uscita di Lanni che si trascina la palla oltre la linea di porta, ma l’esordiente Giua di Olbia grazia il Picchio sanzionando un’impercettibile spinta di Jidayi sull’estremo difensore bianconero e scatenando le furibonde proteste della Pro Vercelli. Che ad onor del vero, come detto poc’anzi, ha fatto ben poco per evitare la sconfitta. Troppo remissivo l'approccio alla gara delle bianche casacche. E pressochè impalpabile l’attacco della squadra di Grassadonia, con il solo Polidori che ha timidamente cercato di affacciarsi dalle parti di Lanni. C’è da augurarsi che gli innesti di Raicevic e Vivas possano dare nuova linfa ad un reparto che, orfano dei vari La Mantia, Rolando Bianchi e Comi, sembra decisamente più debole dell’anno scorso. Da risolvere poi il nodo portiere. Nobile non pare in grado di trasmettere sicurezza alla difesa: assurdo incaponirsi in un dribbling fuori area, che neanche Renè Higuita... Con il risultato di perdere goffamente palla e rischiare di combinare una frittata colossale, scongiurata solo dal provvidenziale, salvifico, intervento di Mammarella. Perché va bene lanciare i giovani, ma quanto meno nei ruoli chiave, e a maggior ragione in un ruolo così delicato come quello del portiere, sarebbe auspicabile dotarsi di giocatori collaudati ed esperti. Specie ove una squadra debba lottare col coltello tra i denti per salvarsi.