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Caldirola: “Inzaghi il segreto della nostra super annata. Benevento tra le prime 10 di Serie A e io in Nazionale? Se succede gioco gratis per un anno...”

Caldirola: “Inzaghi il segreto della nostra super annata. Benevento tra le prime 10 di Serie A e io in Nazionale? Se succede gioco gratis per un anno...”TuttoB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 17 aprile 2020, 21:00Primo piano
di Christian Pravatà

Il difensore centrale del Benevento Luca Caldirola si è raccontato senza filtri in una lunga intervista sul canale Instagram del noto giornalista Nicolò Schira.

CORONAVIRUS- “Sono giorni lunghissimi. È un mese e mezzo che va avanti questa situazione, ma teniamo duro. Mi ero fatto male alla mano ed ero impossibilitato a fare alcune cose, per fortuna erano scesi a trovarmi un paio di mesi fa i miei genitori che sono rimasti qui con me. La mano? Per fortuna martedì ho fatto gli esami e adesso bene. Nella negatività di questa sosta forzata ne ho approfittato per guarire”.

CHALLENGE- “Ho lanciato una challenge con i tifosi mettendo in palio tre miei maglie. Hanno risposto più di 2mila: farò la notte in bianco stasera per nominare i vincitori”.

THE WALL - “È nato dallo speaker allo stadio questo soprannome, che mi piace molto. Ce l’aveva un campione come Walter Samuel, ormai nessuno mi chiama più Luca Caldirola qui a Benevento...”.

GERMANIA - “Il tedesco lo parlo bene, loro ci tengono molto alla lingua. I primi tempi parlavo inglese e loro mi rispondevano in tedesco. Ci ho messo 6-7 mesi per impararlo bene. Mi ha aiutato molto a inserirmi Marko Arnautovic con cui avevo giocato insieme all’Inter. Poi c’erano anche l’ex Juve Elia e l’ex Novara Garcia con cui parlare ogni tanto italiano”.

INIZI - “Mio padre faceva il preparatore dei portieri a Seveso alla Base 96 e mi portò con sè: avevo 4 anni e ho iniziato a giocare subito. Sono partito come portiere come lui e mio fratello, solo che io in porta mi annoiavo e mi sono messo a fare l’attaccante. Negli anni all’Inter sono arretato da centrocampista centrale e poi in difesa. Avevo 8 anni e volevo andare via per giocare nel Meda, dove sarei stato attaccante. Meno male che sono rimasto lì sennò chissà che fine avrei fatto oggi...”.

INTER VIVAIO - “Ho fatto tutta la trafila dai Pulcini alla Prima Squadra, vincendo tutto. Scudetto Giovanissimi e Allievi e Torneo di Viareggio con la fascia da capitano al braccio. Era emozionante vestire la fascia: ce l’avevo di indole e sognavo di essere come Zanetti. La fascia che usava lui ce l’ho ancora a casa in un quadro”.

INTER PRIMA SQUADRA - “Mi allenavo con la Prima Squadra l’anno del Triplete. Ovunque mi girassi c’erano campioni straordinari. Già l’anno prima c’erano Ibra e Adriano: in quella stagione ho avuto un grande feeeling con tutti loro. Era dura per un giovane ritagliarsi spazio in quell’Inter. Alla fine tutti noi giovani di quell’epoca siamo stati sacrificati per fare cassa e plusvalenze”.

MATERAZZI- “È quello da cui ho imparato di più. Ci sentiamo ancora adesso via messaggio. Ricordo ancora prima della gara decisiva per la salvezza con il Darmstadt a Berlino contro l’Hertha mi mandò un messaggio, dicendomi ‘sei nel mio stadio, non puoi sbagliare’. È stato profetico. Mi ha portato bene”.

IL PIÙ FORTE - “Mi prenderanno per pazzo, ma in allenamento c’era Quaresma. Non lo prendeva nessuno in allenamento, lo volle Mourinho e faceva cose straordinarie. In partita poi non riusciva a replicare quanto faceva in allenamento. San Siro poi appena sbagli inizia a mugugnare: non è facile. Mi sarei aspettato di più, perché era incredibile Ricky. Mi ha impressionato più di campioni fantastici come Ibra, Milito ed Eto’o”.

VITESSE - “Terminato il percorso in Primavera avevo due opzioni: l’Olanda e il Siena di Conte in B. Il mister mi voleva tanto, ma ero affascinato dalla possibilità di andare a giocare all’estero in un campionato molto importante. Ho fatto 11 partite e ho imparato a vivere da solo in un paese straniere, giocando in un calcio differente”.

CHAMPIONS- “7 dicembre 2011, l’esordio a San Siro in Champions League contro il CSKA fu bellissimo. Entrai al posto di Chivu che era uno di quelli con cui avevo legato di più. È stato un momento che non dimenticherò mai”.

BRESCIA - “Una doppia esperienza importante con un allenatore molto bravo come Calori. Il presidente Corioni era una persona fantastica: mi hanno voluto fortemente in una piazza calorosissima. Ricordo che c’era Viviano che mi caldeggiava con Corioni per farmi accettare il trasferimento”.

EUROPEO 2013 - “Non eravamo tra le più forti, ma c’era il gruppo. Arrivammo in finale perdendo solo contro una Spagna stellare. Quel torneo mi ha cambiato la carriera. Sono stato votato nella Top11 e al rientro da Israele avevo due offerte importanti: Werder Brema e Spartak Mosca. I russi offrivano tanti soldi, ma avevo già dato la mia parola al Werder e mantenni l’impegno con loro”.

WERDER BREMA - “I primi due anni furono molto positivi: giocavo titolare, mentre dopo il prestito al Darmstadt non ho più giocato. Ero in scadenza e potevo tornare in Italia: rinnovai il contratto visto il grande pressing del direttore Baumann ma non so cosa successe. Dopo il ritiro vengo accantonato: non ho mai giocato, solo qualche gara con l’Under 23. È stato un declino e per fortuna a gennaio dopo 18 mesi difficili e sofferti ho rivisto la luce grazie al Benevento...”.

NO CHELSEA-TOTTENHAM- “Avevo 15 anni e c’erano queste opportunità. Io ero grande tifoso degli Spurs, andavo matto per loro. Sarei andato subito a White Hart Lane, ma l’Inter mi ha fatto sentire importante e parlando con Samaden ho scelto di restare”.

BENEVENTO- “Il matrimonio perfetto. Ci siamo trovati nel momento giusto. Ringrazierò sempre il presidente Vigorito e il direttore Foggia per l’opportunità che mi hanno dato”.

PIPPO INZAGHI - “Ancora adesso è micidiale sotto porta, quando tira in porta segna sempre. Ci ha dato una marcia in più col suo arrivo. Grande merito di questa stagione fantastica è suo. Partitelle? Non le gioca, gli ho detto che è fortunato perché se lo marcavo io l’avrei legnato (risata, ndr)”.

IDOLO - “Alessandro Nesta. Mi sarebbe piaciuto essere allenato da lui, poi è arrivato Inzaghi che da tifoso milanista mi ha regalato tante gioia. Ho grande rapporto col mister e spero di essere allenato da Inzaghi per tanti anni”.

DERBY - “Sono sempre stato milanista e nei derby facevo sempre gol. Quando vedevo il Milan andavo il doppio: avrò segnato in 10-15 derby nelle giovanili. Poi i tanti anni di Inter mi hanno legato ai colori nerazzurri, ma da bambino ero milanista sfegatato”.

MANGIA - “Sapeva gestire il gruppo in maniera ottimale. Il grande Europeo fu merito suo, mi ha dato tanto e la fascia da capitano. Mi dispiace sia stato un po’ dimenticato dal calcio che conta”.

ATTACCANTE PIÙ FORTE - “Lewandowski. Difficilissimo da marcare”.

AVVERSARIO DI B - “Mi è piaciuto molto Pettinari. Ha qualità importanti”. 

COMPAGNO PIÙ FORTE - “In Germania ti dico Claudio Pizarro, il bombardero delle Ande. Ha 41 anni e fa ancora gol. Gnabry gran talento. In Italia Adriano era immarcabile quando stava bene”.

COMPAGNO PIÙ PAZZO - “Massimo Volta. Una volta ha portato anche i petardi nello spogliatoio, fa scherzi anche ai mister...”.

FOOTBALL MANAGER - “Mi piace tantissimo come gioco. Sto pensando di fare il direttore sportivo quando smetterò. Il Barça ha preso Trincao che io prendevo a FM già tre anni fa. Adesso sono nel 2024 con il Bolton. Mi piace partire dal basso per fare le scalate. Ci sono dai tempi di Scudetto. Ho iniziato con PC Calcio: il gioco più bello con cui ho giocato”.

STADIO PIÙ BELLO - “Quello di Dortmund, un’arena infuocata. Sono micidiali, fanno un casino assurdo. Bella anche l’Allianz Arena a Monaco di Baviera, ma sono tiepidi: sembra che vadano a teatro”.

UNIVERSITÀ- “A settembre voglio iscrivermi a Psicologia. La farò per me e per interesse personale. Mi è scattato l’interesse da anni grazie al lavoro che ho fatto per 7 anni con il Mental Coach: ho capito che la testa fa tutto. Quanti giocatori che giocano in Lega Pro sono più forti di colleghi di Serie A. È la testa che fa la differenza”.

SOGNO - “Voglio arrivare in A col Benevento, questo è l’obiettivo mentre il sogno nel cassetto è la nazionale. Non è facile, ma neppure impossibile. Ho fatto tutta la trafila dall’Under 15 all’Under 21 mi manca l’ultimo gradino”.

FANTACALCIO - “Io sono in coppia con Montipò, siamo a metà classifica. Abbiamo preso Boga a 1 come colpo...”.

SOMMELIER- “La passione per i vini è nata piano piano. Voglio fare il corso: mi sono informato tramite Nicolas Viola che è già due anni che lo fa. Mi piace visitare le cantine, non è facile trovare delle passioni quando già hai fatto della tua passione principale il tuo lavoro come nel mio caso. Consigli? Io sono per i vini rossi. Sassicaia è il mio preferito, qui a Benevento ho scoperto un bianco buonissimo come la Falanghina”.

PREPARTITA - “In Germania vedevo di tutto. Gente che beveva il cappuccino, gente che giocava alla PlayStation o a Calcio-Tennis. Dalla Bundesliga mi porto questa tranquillità nell’approccio alla gara. Lì anche subito dopo la gara si stacca la spina”. 

DECIMO POSTO - “Decimo posto in A col Benevento e nazionale? Si sogna in grande. Ci metterei la firma ad occhi chiusi. Se succede, l’anno dopo gioco gratis...”.