Menu Primo pianoCalciomercatoIntervisteEsclusive TBCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie B baribresciacarraresecatanzarocesenacittadellacosenzacremonesefrosinonejuve stabiamantovamodenapalermopisareggianasalernitanasampdoriasassuolospeziasudtirol
TMW Scommesse

Pisa, Lisuzzo: "Promozione un premio a un lavoro collettivo e a una città”

Pisa, Lisuzzo: "Promozione un premio a un lavoro collettivo e a una città”TuttoB.com
Lisuzzo
© foto di Federico Gaetano
ieri alle 16:00Pisa
di Angelo Zarra

Ospite del programma Finestra Sull’Arena, l'ex calciatore Andrea Lisuzzo ha analizzato la promozione in Serie A del Pisa. Queste alcune delle sue dichiarazioni, riprese da sestaporta.news:

“Chiunque abbia fatto parte del Pisa in questi anni ha messo un mattone. La Serie A è anche loro, è anche nostra. Anche chi c’era prima, come Battini o i giocatori che giocavano al tempo di Petroni, ha avuto il merito di aprire la strada all’attuale proprietà. Tutto vero, tutto intenso. Pisa era abituata all’instabilità e con questa società ha trovato stabilità. Oggi c’è finalmente equilibrio e una società solida. Mi auguro che la società possa anche organizzare qualcosa, in futuro, per dar modo a tanti giocatori che hanno fatto parte del percorso di questi anni di vivere questa promozione e, chissà, anche nominare qualche ‘ambasciatore’ del Pisa nel mondo”

Sul segreto della squadra di Inzaghi: “La costanza. Sempre in alto, dalla prima giornata. E in Serie B non è facile: tante squadre, tante partite, tanti allenatori bravi. Ma non vince chi spende di più. Vince una città. Vince l’insieme: giornalisti, tifosi, staff. Quando tutto funziona insieme, succedono le magie.”

Sul calciatore simbolo della promozione: “Difficile dirne uno solo. Moreo, Canestrelli. Ma se ne devo scegliere due dico Marin e Caracciolo. Simbolo della continuità e della ‘pisanità’. Marin è cresciuto tanto. Caracciolo ha vinto dopo un brutto infortunio. Anche Touré ha dato tanto, pure da quinto esterno, pure Arena ha fatto delle belle partite e ovviamente il già menzionato Tramoni. E poi Angori: lo conosco da quando era al Pontedera, è passato anche da Empoli. Una squadra ben costruita, con responsabilità diffuse.”