GazzSport - Il Modena corre con Zampano: "Volo sulle fasce solo per vincere. Palermo occhio, ce la giochiamo"

Il carrarmato giallo ha un proiettile sulla fascia, e risponde al nome di Francesco Zampano. Trentadue anni, 273 presenze in Serie B, un curriculum da veterano e la solita spinta inesauribile. A destra o a sinistra non fa differenza, perché lui — come ama dire — “corre e spinge uguale da entrambe le parti”.
“Preferisco partire da sinistra - racconta l’esterno del Modena capolista - perché posso rientrare e puntare l’uomo, ma a destra arrivo sul fondo e metto cross. È indifferente, mi piace cambiare.”
E quando gli si fa notare che Totti considerava il complimento più bello sentirsi chiedere con quale piede calciasse meglio, Zampano sorride: “Una volta, contro la Roma, non riuscivo a usare il destro per un pestone. Ho giocato solo col sinistro e non è andata male… me la cavo con entrambi”.
La corsa non gli è mai mancata. “Sto benissimo - assicura -. I test dicono che arrivo sempre tra i primi. Anche da ragazzino andavo a tremila, oggi è lo stesso. Vita sana, alimentazione curata: mi viene naturale.”
La famiglia resta una costante. Il fratello Giuseppe, dopo anni tra B e C, ora gioca tra i dilettanti: “Ha avuto un problemino al ginocchio. Una volta ci siamo pure scambiati all’Entella, si è presentato come me! Ora ci assomigliamo un po’ meno.”
C’è anche un aneddoto curioso: “Dieci anni fa, a Miami, mi scambiarono per Sergio Ramos. Eravamo in vacanza col Pescara e arrivarono pure i fotografi… ridevamo come matti. Capisco l’errore con Carvajal, ma Ramos!”.
Oggi le presenze in Serie B sono 273, e a fine stagione supereranno quota 300: “Un traguardo che vale tanto. Da ragazzo volevo arrivare in B e vincere. Poi è arrivata anche la Serie A e uno stage con la Nazionale, quando ero a Udine. Ora mi sento un veterano: con gente come Coda o Benali ci prendiamo in giro, ma restiamo punti di riferimento per i giovani.”
E di maestri, ai suoi tempi, ne ha avuti di tosti: “All’epoca gli anziani non ti coccolavano, ti massacravano! Ma serviva, ti formava.”
I playoff? Sedici presenze e due promozioni vinte — con Pescara e Venezia — oltre a due finali perse: “Quella col Frosinone a La Spezia e una col Pescara a Bologna. Non ci ho dormito per settimane. Passi un anno a faticare e poi perdi così… fa male.”
Sul presente, però, non ci sono dubbi: “In B gli equilibri sono minimi. Se vuoi restare in alto, la prima regola è non prendere gol. Noi e il Palermo abbiamo la miglior difesa e questo fa la differenza. A Venezia segnavamo tanto ma subivamo troppo; qui siamo compatti, e un gol lo facciamo sempre.”
Sui rigori (già cinque): “Tutti netti, e ce ne manca pure uno con l’Avellino.”
Merito anche di Sottil, che il terzino definisce “un martello”: “Se ti muovi e corri bene, non prendi gol. La squadra è organizzata, lavora con intensità.”
Alla ripresa ci sarà la sfida col Palermo: “Prima o poi una la perdiamo, è normale. Ma sarà lì che dovremo dimostrare di essere una vera squadra. Andremo a giocarcela, senza paura.”
Sui rivali: “Il Venezia è forte, il Monza risalirà, l’Empoli ha qualità. Ma occhio anche allo Spezia, che pur ultimo resta pericoloso.”
Infine, un pensiero personale: “In questa stagione sarò ex in sei campi diversi, ma mi sento a casa ovunque. Forse un po’ di più a Venezia. E poi c’è Marassi, lo stadio dei sogni: abito a dieci minuti…”