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Lecce, Di Michele non ci sta: "Ho aspettato il club fino alla fine, ma alle parole devono seguire i fatti"

Lecce, Di Michele non ci sta: "Ho aspettato il club fino alla fine, ma alle parole devono seguire i fatti"TuttoB.com
© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport
domenica 15 luglio 2012, 09:35Lecce
di Federico Errante
fonte Gazzetta dello Sport ed. Puglia/salentosport.net

Nonostante la volontà di entrambe le parti, le strade di Di Michele e Lecce si dividono. Per l'attaccante di Guidonia nuova avventura al Chievo, dove lo aspetta un anno di contratto con opzione sul il rinnovo per la stagione successiva.

Eppure tutto lasciava pensare ad una chiusura di carriera in giallorosso. "Ho atteso invano una proposta concreta del Lecce - confessa Di Michele ai taccuini della Gazzetta dello Sport -. Prima il passaggio di proprietà, poi altre priorità di mercato hanno condizionato la trattativa. Quando il Chievo mi ha presentato un'offerta, ho sempre fatto presente che avrei voluto conoscere prima le intenzioni del Lecce.  Ma non potevo più attendere, ho informato Tesoro e sono partito per Verona".

Decisiva in questo senso, la priorità del Lecce di sfoltire gli attaccanti in esubero, prima di accordarsi con altri. "Capisco bene le esigenza della società, sia dal punto di vista del mercato sia della giustizia sportiva. Ma mi sono fatto l'idea che il Lecce non ci teneva davvero a me, altrimenti mi avrebbe bloccato in qualche modo. Mentre Antonio Tesoro dichiarava ottimismo sul prosieguo della mia avventura in giallorosso, il padre Savino già aveva chiuso ogni possibile discorso sul mio futuro a Lecce. Sono dispiaciuto, ma anche nel calcio, alle parole devono seguire i fatti".

Spinosa anche la questione ingaggio. "Ho chiesto a Tesoro solo di essere rispettato per quanto dato sul campo. Rispetto all'ingaggio di altri tesserati, che hanno appena intravisto la maglia giallorossa, il mio ingaggio sarebbe stato inferiore della metà".

Sassolini a parte, nulla potrà cancellare l'amore reciproco tra tifosi giallorossi e  Di Michele, capace di diventare un idolo nei suoi due anni e mezzo di Lecce. "Lecce e il Lecce in due anni mi hanno dato, sul piano umano, più di quanto ho ricevuto a Udine, dove pure ho giocato in Champions League. Nessuno calcolerà l'affetto e la stima che ho ricevuto dalla gente salentina, e se qualcuno si azzarda a chiamarmi 'mercenario', consideri che ho aspettato il Lecce finché ho potuto".