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FOCUS TMW - Da Mbappé a Skriniar a Tchouameni: tutte le verità di un PSG sull'orlo del caosTuttoB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
martedì 25 ottobre 2022, 13:13Serie A
di Andrea Losapio
per Tuttomercatoweb.com

FOCUS TMW - Da Mbappé a Skriniar a Tchouameni: tutte le verità di un PSG sull'orlo del caos

La giornata di ieri è stata molto frenetica in casa Paris Saint Germain. Al netto della partita di Champions da preparare con cura certosina contro il Maccabi Haifa - non certo un avversario irreprensibile - le notizie date da Le Parisien sul contratto di Mbappé hanno scosso l'ambiente. Tanto che il club si è sentito costretto a smentire con un comunicato ufficiale. “A seguito di una storia mediatica sensazionalista pubblicata durante la notte per quanto riguarda il club e uno dei suoi giocatori, il Psg conferma che la storia è completamente sbagliata e senza un singolo dettaglio corretto. Anche il tempismo dimostrato con questa pubblicazione da parte del media in questione è sorprendente, a pochi giorni da un’importante sfida di UEFA Champions League". Una delle prime regole del giornalismo spiega come una smentita sia in realtà una notizia data due volte. Probabilmente gli accordi con Mbappé sono differenti, ma è impossibile non pensare che non ci siano dettagli monstre. Anche perché, è questa è una certezza, Mbappé ha avuto ampio potere per quanto riguarda la costruzione della rosa e voce in capitolo sui singoli giocatori. Quando un calciatore diventa più importante del club dove gioca, come fatto appunto con il francese, rischia sempre di essere l'inizio della fine.

Chi comanda?
È una grande domanda, sin dai primi vagiti del Paris Saint Germain degli sceicchi. Non si sa bene con chi parlare per il mercato, chi decide e come viene azionata la leva di comando. Prima c'era Leonardo che era un referente, ma non era l'unico. Perché poi c'erano pesci più o meno piccoli, arrivando anche ad amici dello sceicco e allo sceicco stesso. Di fatto ognuno muove i fili, ma non si capisce mai quando il filo è quello giusto. L'Hotel Peninsula di Parigi è il quartier generale perché di proprietà di Al Khelaifi, le riunioni di mercato possono essere fatte nel privée, altre volte in terrazza, come successo prima della finale di Champions League. È un luogo straordinario perché a due passi dalla Tour Eiffel, ma anche perché si respira un'aria di inafferrabile, come se si guardasse le stelle tramite un telescopio. Ora sulla tolla di comando chi c'è? La domanda è sempre valida, anche dopo l'allontanamento di Leonardo estivo e l'avvento dei portoghesi come corpo tecnico.

Doppia anima
Contro ogni previsione, c'è stato il reintegro di Antero Henrique, ex direttore sportivo proprio del Paris Saint Germain, che ha avuto un ruolo importante nell'estate parigina. Perché è l'uomo che ha convinto Kylian Mbappé a rimanere: lo aveva comprato dal Monaco per i 180 milioni totali del prestito con obbligo di riscatto ed è riuscito, anche tramite alla famiglia, a fare rimanere l'uomo copertina durante il Mondiale 2022 in Qatar. Normale che abbia, quindi, una grande considerazione. Dall'altra parte c'è Luis Campos, attuale direttore sportivo e che dovrebbe essere il plenipotenziario per quanto riguarda la squadra. C'è un vero problema, in primis, cioè che il portoghese abita a metà fra Porto (dimora preferita) e Monaco, quindi non vive il club e non lo respira nella sua totalità. Ce n'è un altro, perché c'è una battaglia intestina fra le due anime portoghesi. Henrique vorrebbe ritornare al proprio posto, mentre Campos decide e ha un budget importante (non infinito) per lavorare sul mercato.

Luis Campos rimane, come Galtier
Nelle ultime settimane sono arrivate informazioni circa delle dimissioni da parte dei due. Una situazione che appare abbastanza distante dalla realtà attuale delle cose. Se è vero che Luis Campos non è contento al 100% del suo ruolo perché spesso deve gestire delle ingerenze sia da parte di Henrique - deputato a tagliare e abbassare il monte ingaggi, soprattutto d'estate - che dello sceicco Al Khelaifi (di cui parleremo dopo), dall'altro ha un contratto molto importante che può portarlo felicemente a una pensione serena, con un ingaggio alto e una lunga scadenza. Di più, c'è la possibilità di chiudere operazioni di alto livello, anche se non tutte quelle volute, lavorando con agenti che lo hanno aiutato nel corso della propria carriera. Non per piaggeria, ma è chiaro che Jorge Mendes sarebbe, è e sarà un canale preferenziale per Campos, perché gli ha permesso di chiudere acquisti e cessioni che lo hanno fatto diventare quel che è nel corso delle stagioni. Leao, appunto, diventerebbe un obiettivo più che sensibile non fosse che Mendes non è più l'agente (ma solo il consigliere del padre). Anche per Galtier il discorso è lo stesso. Al Khelaifi avrebbe voluto Zinedine Zidane come prima, seconda e terza scelta, ma è l'annata che può cambiare tutto nel futuro del tecnico e, dopo la guerra per liberarsi, non ha intenzione di lasciare così facilmente.

Poca trasparenza.
Di Mbappé abbiamo già scritto, ma ci sono almeno tre storie estive che spiegano come lo sceicco sia importante e, di fatto, in alcuni momenti faccia la differenza in negativo per i propri dirigenti. La prima è quella di Neymar. Il brasiliano è stato convinto da Luis Campos a rimanere per non rompere l'idillio dei tre davanti - che ora c'è e non c'è, soprattutto quando Mbappé attraversa periodi particolarmente delicati nella convivenza con la squadra - ma poi nel colloquio con la proprietà ha avuto la sensazione che potesse tranquillamente andare via, che non fosse indispensabile e incedibile. Poi, come altri club, Neymar non ha alternative se non rimanere al PSG e quindi ci rimane. La seconda storia è quella di Aurelien Tchouameni perché Luis Campos e Galtier lo avevano messo in cima alla lista delle preferenze. Avevano parlato con il calciatore e trovato tutti gli accordi, così come il Monaco. Tchouameni era a un passo dal diventare un nuovo centrocampista del PSG, anche perché intercorre una telefonata fra Campos e il club per spedire l'offerta giusta al Monaco. Le cifre erano ok, ma l'offerta non arriva mai. Dopo cinque giorni entra in scena il Real Madrid che pareggia l'ipotetica proposta, così è il calciatore stesso a chiamare Campos per dirgli che non poteva rifiutare né aspettare di più. Infine quella che più riguarda da vicino l'Italia, perché è Milan Skriniar. Tanti i viaggi verso Milano del duo Campos-Henrique, con l'idea davvero di chiudere. La scelta alla fine era quella di aumentare fino a 70+bonus la proposta per lo slovacco, una situazione che avrebbe forse fatto vacillare Zhang. Invece l'ultima proposta, di fatto, non arriva, con l'Inter che decide di chiudere la porta a una cessione perché l'affare è sembrato una perdita di tempo. Che poi possono prendarlo a gennaio, è pacifico, così come a giugno a scadenza, ma questa mossa potrebbe spiegare molto del post Qatar 2022.

La domanda però è la seguente: come possono dei dirigenti avere credibilità e voce in capitolo nei confronti dei propri calciatori e quelli altrui? Certo, è il Paris Saint Germain, quindi le operazioni - a fior di milioni - vengono chiuse comunque. Ma la sensazione è che, come in altre circostanze già viste, al PSG ci sia un regno dove le decisioni vengono sempre prese da Al Khelaifi, ma con un clima di discontinuità con i dirigenti, più dei consiglieri che non persone deputate a decidere per il bene della società. Va detto che chi mette i soldi può fare come vuole, come sempre. È chiaro che però non è tutt'oro quel che luccica (e Messi lo ha capito già da un anno).
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