Il Fatto Quotidiano - Empoli, ti ricordi Davor Cop? Non lasciò il segno ma era un campione... a flipper

"Ti ricordi… Davor Cop, l’alternativa dell’Empoli a Romario che lasciò il segno solo nei bar", titola Il Fatto Quotidiano.
Nel 1987 i toscani pensavano a Romario (aveva 19 anni, già troppi ammiratori e costava tanto) così acquistarono dal Vinkovci il 29enne slavo 'Ciop': questa la pronuncia esatta del cognome. Si paragonava ad Altobelli e pare che lo mandasse Boskov. Ma giocò poco e segnò ancora meno. In compenso si racconta che fosse un campione, ma a flipper.
Come si legge nell'articolo di Cristiano Vella sul Fatto Quotidiano, "si racconta infatti di sue partite memorabili nei bar empolesi". "Ma in campo la storia è diversa: nelle prime partite non gioca, poi esordisce alla quinta di serie A contro l’Ascoli, e rimedia ancora qualche spezzone di gara tutt’altro che indimenticabile.
E allora - continua Vella - i tifosi dell’Empoli ricordano, anche in considerazione della scarsa vena della squadra in campionato e di una retrocessione che, complice la penalizzazione di cinque punti, appare praticamente inevitabile, della pronuncia del cognome di Davor. E al Castellani compare lo striscione: 'Dopo Ciop vogliamo anche Cip'. Scivolerà sempre più ai margini del progetto, con il mister che gli preferisce sempre Beppe Incocciati. E diventerà un oggetto misterioso. Persino la sua figurina Panini lo diventa.
Conclusa la stagione con 9 spezzoni di gara, mai da titolare, in Serie A, e 9 partite spesso partendo dall’inizio in Coppa Italia torna in Jugoslavia - racconta Vella -, segnando ancora diversi gol con il suo Vinkovci per poi appendere le scarpette al chiodo ed intraprendere la carriera da allenatore".








