GazzSport - Maspero: "Miracolo Stroppa. Questa squadra come la mia Cremo 'pane e salame'"

Quando parla della Cremonese si sente ancora parte del gruppo, come se il tempo non fosse mai passato. Usa ancora il “noi”, chiama Stroppa per nome. “Giovanni è un amico, ha fatto un lavoro strepitoso. Gli ho mandato un messaggio ieri per dirgli che è stato fantastico”. Riccardo Maspero, 54 anni, risponde dalla provincia di Bergamo, dove vive e gestisce un’azienda di anti infortunistica a conduzione familiare, ma con il cuore si sente a Cremona. È come se fosse parte della festa, lui che nella Cremonese ha giocato per sette anni festeggiando ben tre promozioni. “Scusi non ho tanta voce perché ieri ho cantato parecchio. Ma spero si percepisca il mio entusiasmo. Sono rimasto incollato davanti alla televisione a vedere tutti i festeggiamenti come fossi un bambino”.
Partiamo proprio da qui. Se lo aspettava?
“Sinceramente? Non tanto. Aspetti, mi spiego. Ho sempre considerato la Cremonese un gruppo forte e con tutte le potenzialità per andare su, ma dopo la gara d’andata ero un po’ scettico…”.
Cosa ha fatto la differenza secondo lei?
“L‘atteggiamento, la voglia, la determinazione. La Cremo ieri ha avuto più grinta. Volevamo vincere. Uso il 'noi' perché mi sento parte di questa tifoseria e di questa società. Sono felicissimo”.
Chi mette in copertina? Si può dire che sia la vittoria di Stroppa?
“Sì, in copertina metto lui. È stato mandato via, poi è tornato e ha fatto un miracolo. È stato davvero super. Ma vanno fatti i complimenti anche al direttore Giacchetta e al gruppo”.
L’ha sentito Stroppa? Siete buoni amici…
“Sì, gli ho scritto al fischio finale. È un amico. Gli ho ribadito il fatto che è stato fantastico e che ha fatto un lavoro super. Per me il suo successo è stato il saper tenere alta l’asticella dopo il pareggio dell’andata. La Cremonese poteva vincere solo con una prestazione così”.
Dove l’ha vista ieri?
“Ero a casa mia, in provincia di Bergamo, ma mi creda mi sentivo al Picco”.
Della squadra chi le è piaciuto di più?
“Se devo fare un nome dico Vazquez. Ieri è stato l’uomo in più, era ovunque. Ma non lo scopro di certo io. Però di giocatori interessanti ce ne sono tanti: Vandeputte, Johnsen & Co. È una Cremonese che può fare grandi cose e restare a lungo in Serie A”.
Questa Cremonese le ricorda la sua, quella che stupiva l’Italia con Simoni in panchina?
“Noi eravamo una squadra strepitosa, ma eravamo 'pane e salame'… ci chiamavano così i giornalisti locali ed era vero. Eravamo molto famiglia e meno società, diciamo. Forse quella era anche la nostra forza. Adesso a Cremona c’è una proprietà seria e ambiziosa che punta in alto. Spero riesca a mantenere la categoria”.
Se le dico Cremona che flash le viene in mente?
“Conservo tantissimi ricordi belli. Le feste promozione, Vialli, Mondonico, la cavalcata con Simoni, le trasferte a San Siro… davvero troppe cose avrei da dire. Sono fotografie che custodisco nel mio cuore”.
La vedremo allo Zini in Serie A?
“Diciamo che con la mia ditta è sempre un po’ problematico muoversi, però sto insegnando il mestiere anche ai miei figli… magari mi faccio sostituire e scappo allo Zini a vedere la Cremo. Mi piacerebbe molto”.