Menu Primo pianoCalciomercatoIntervisteEsclusive TBCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie B avellinobaricarraresecatanzarocesenaempolifrosinonejuve stabiamantovamodenamonzapadovapalermopescarareggianasampdoriaspeziasudtirolveneziavirtus entella
TMW Scommesse

Frabotta: "Riparto da Cesena: rimango me stesso e continuo a sognare"

Frabotta: "Riparto da Cesena: rimango me stesso e continuo a sognare"TuttoB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 15:30Cesena
Angelo Zarra
fonte gianlucadimarzio.com

Il fotogramma resta nitido: il tunnel di San Siro, la maglia della Juventus addosso, il Milan dall’altra parte. “Gianlu, stai tranquillo: oggi fai un partitone”, sussurra Paulo Dybala. È il segnale che scioglie la tensione di Gianluca Frabotta, allora circondato da giganti come Ronaldo, Buffon, Chiellini e Bonucci. Lo stadio si apre, si gioca. Oggi, quel momento sembra vicino e lontano insieme.

Prima di arrivarci, c’è la vita di un ragazzo cresciuto tra campetti, urla delle mamme e palloni persi nella “marrana” dietro la porta. Poi Consalvo, Savio, i pullman, i panini al volo, i sacrifici di famiglia. Quindi la chiamata del Bologna dopo un’amichevole e l’istantanea bianconera che segna tutto: a Vinovo, un corridoio di maglie dei ragazzi saliti in prima squadra si chiude con uno specchio. “Il prossimo puoi essere tu”. Da lì, gli allenamenti con i big e la sensazione di essere dentro un videogame. Con Sarri che spiega piazzati a Cristiano e Cristiano che annusa l’erba per “sentire” il campo.

La data scolpita è 1 agosto 2020: Juventus-Roma, l’ultima di campionato già vinto. “Occhio che forse giochi”, l’anticipo di Martusciello. Frabotta parte titolare, contro la squadra della sua città. L’estate successiva, Andrea Pirlo lo chiama: “Giochi tu. Goditela”. È la prima in Serie A, poi l’esordio in Champions. Fiducia, crescita, la botta di adrenalina che ti fa credere che tutto stia andando nel verso giusto.

La strada, però, non è dritta. Il prestito al Verona per fare esperienza si trasforma in due presenze e un lungo stop: fastidio al tendine d’Achille, operazione, mesi fuori. In tribuna con le stampelle, mentre gli altri corrono. Dopo la promozione in B con il Frosinone, arrivano una lesione parziale del crociato e un intervento per pubalgia. Il calcio non aspetta, le domande avanzano: “E io? Cosa farò?”. È il lato meno raccontato del mestiere: fragilità, pressioni, standard da tenere, il timore di essere dimenticato.

La stagione scorsa comincia bene a Cosenza, poi il salto al West Bromwich. Non funziona. “Mi allenavo forte, ma non venivo considerato”: lontananza, lingua, freddo, la sensazione di impotenza. Frabotta reagisce come può: palestra, lavoro, disciplina. L’idea fissa è una sola: “Passerà, devo farmi trovare pronto”.

Il riscatto oggi si chiama Cesena. Piazza calda, valori chiari, il campo al sole insieme a Andrea Ciofi, amico di sempre e ora capitano. È un ritorno all’essenziale: apprezzare le piccole cose, stare nel presente, ricominciare. “Ho giocato la Champions con la Juve, sì. Ma la riuscita personale è anche questo: ritrovarti con chi sei cresciuto, tornare in campo e sorridere”.