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Ascoli, Abascal: "Quando l'emergenza lo permetterà bisognerà normalizzare il calcio"

Ascoli, Abascal: "Quando l'emergenza lo permetterà bisognerà normalizzare il calcio"TuttoB.com
mercoledì 6 maggio 2020, 23:00Ascoli
di Christian Pravatà
fonte www.picenotime.it

Il nuovo allenatore dell'Ascoli Guillermo Perez Abascal è intervenuto in tarda mattinata in diretta telefonica alla trasmissione radiofonica spagnola "Tiempo de Juego" a cura della redazione sportiva di "Cope Sevilla".

"Ho superato l'ultimo periodo per la conferma definitiva come nuovo allenatore della prima squadra dell'Ascoli, con i campionati che sono fermi ormai da due mesi. Abbiamo trascorso la pandemia senza poter allenare, ora pare che si veda un po' di luce ma non ci sono decisioni certe da parte del Governo, facciamo costantemente un passo avanti ed un passo indietro - ha dichiarato Abascal -. Ho trascorso la fase dell'emergenza Coronavirus qui ad Ascoli, una città piccola di circa 45mila abitanti che fortunatamente è stata poco colpita. Ho la fortuna di avere la mia compagna qui con me, così come il preparatore fisico Carlos Valle. Stiamo andando avanti di settimana in settimana, lavorando da casa per quanto possibile. Ripresa dei campionati italiani? Bisogna aspettare, il protocollo che è stato disposto dalla Federazione è molto oneroso e sarà difficile da seguire per molti club sul piano economico, soprattutto se verranno a mancare gli introiti dei diritti televisivi. Il nostro club, ad esempio, per sanificare il centro sportivo dovrebbe spendere dai 12mila ai 15mila euro, se poi il campionato 2019/2020 non dovesse riprendere sarebbe impossibile rientrare di questa spesa. Abbiamo anche dei giocatori che non vivono in città, diventa complicato usare un campo sportivo solamente per correre. La Serie B non è al momento preparata come i club di Serie A, credo che si stia ragionando su una modifica del protocollo, soprattutto sul piano della sostenibilità economica, ma per ora non vi sono certezze in tal senso - ha spiegato ancora Abascal -. Bisogna naturalizzare e normalizzare. Il nostro preparatore atletico, che interagisce anche con la Federazione, mi ha informato oggi di una proposta della Uefa per far partire i campionati a Dicembre seguendo quindi l'anno solare, anche in considerazione poi del fatto che i Campionati Mondiali 2022 si giocheranno proprio a Dicembre. E' un piano che mi trova molto d'accordo. Non dico che il format di oggi non vada bene, anzi, ma tutti gli addetti ai lavori hanno necessità di tornare ad una normalità e di non essere prigionieri, sia a livello professionale che economico, delle decisioni che vengono prese da ciascuno giorno dopo giorno. Rendere uguale il protocollo italiano a quello tedesco? Torniamo sempre allo stesso discorso, ovvero che è difficile da seguire e sostenere soprattutto per i club di Serie B. L'Ascoli, che pure ha una struttura ricettiva di riferimento, dovrebbe mettere 60/70 persone in un hotel, lontane dalle rispettive famiglie per 6, 7 o 8 settimane, il tempo della preparazione e dell'eventuale ripresa delle partite. Oltre agli evidenti costi economici, ci sarebbero anche delle problematiche psicologiche, ci si troverebbe in una situazione simile a quella che vivono le Nazionali per un Mondiale o un Europeo con ulteriori restrizioni e complicazioni. Non ci sarebbero le condizioni abituali per lavorare ed esprimersi al meglio. Ci potrebbe stare per un periodo corto e transitorio, ma se questa procedura dovesse andare avanti a lungo si rischierebbe di far perdere altri soldi alle società. Il presidente della Figc Gravina, intervenendo la scorsa settimana ad un webinar organizzato proprio dal nostro club, ha parlato di 700 milioni di euro di perdite in caso di sospensione definitiva dei campionato, 300 milioni in caso di ripresa a porte chiuse e 100/150 milioni in caso di ripresa a porte aperte. Comunque vada in Italia, insomma, tutti ci andrebbero a perdere. Ribadisco il mio punto di vista: quando l'emergenza sanitaria lo permetterà bisogna tornare a normalizzare il calcio ed i suoi tifosi".

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