Virtus Entella, l’allarme di Gozzi: “Il calcio italiano rischia di esplodere. Serve una B a 18 club”
Antonio Gozzi, numero uno della Virtus Entella e imprenditore di lungo corso, alza la voce sul futuro del nostro pallone. In un’intervista a Il Secolo XIX, il patron dei “Diavoli Neri” parla di sistema al collasso: “Il nostro calcio, tra Serie A e B, ha perso 5 miliardi negli ultimi cinque anni. Si può andare avanti così? No, non regge”.
Per Gozzi la cura passa da riforme rapide e strutturali: riduzione degli organici (“A e B a 18 club, C a 40”), taglio dei costi (“ingaggi troppo alti”) e una scelta politica chiara sui vivai: “Settori giovanili centrali in B e C, con obblighi di impiego dei giovani compensati economicamente”. L’idea è separare i due mondi che oggi convivono a fatica: da un lato poche società italiane proiettate nell’Europa che conta, dall’altro il cuore del movimento, legato ai territori e alla sostenibilità.
Dentro questo quadro, Gozzi rivendica il modello Entella: “Nel nostro piccolo siamo un supereroe in un calcio che ha un lato oscuro”. E cita il motto del Barcellona, “Més que un club”, per raccontare una realtà che va oltre i 90 minuti: asilo nido, liceo sportivo, un vivaio diffuso e iniziative sociali che tengono insieme calcio e comunità.


