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Molinaro, presentazione: "Porto esperienza in un gruppo molto coeso. Dionisi ha fatto un grandissimo lavoro"
giovedì 16 gennaio 2020, 15:36Primo Piano
di Davide Marchiol
per Tuttoveneziasport.it

Molinaro, presentazione: "Porto esperienza in un gruppo molto coeso. Dionisi ha fatto un grandissimo lavoro"

Dopo la settimana di provino, è tempo di presentazioni per Cristian Molinaro, colpo d'esperienza per la difesa del Venezia. Il terzino ha firmato nelle scorse ore e ha subito parlato in conferenza, visto che dopodomani sarà già tempo di tornare in campo per gli arancioneroverdi.

L’interesse del Venezia si porta avanti da qualche mese: “Ringrazio il direttore, la società e il mister per la possibilità offertami dal Venezia. I primi contatti sono arrivati ad agosto e abbiamo subito guardato con interesse a Venezia, a ottobre poi i contatti si sono intensificati e a gennaio ho avuto la possibilità di dimostrare di avere ancora la freschezza necessaria per dire la mia. Ringrazio il Terme Fiuggi per la possibilità di allenarmi e tenermi in forma. Ho la chance di continuare il mio sogno, perché di questo si tratta”

La carta d’identità dice 36: “La carta d’identità dice 36 e questo è un dato evidente, nel calcio l’invecchiamento sta andando in senso opposto, i ragazzi sono proposti sempre più precocemente. Dal mio punto di vista però è quello che riesci a dare in campo che ti identifica, non mi sento un giocatore arrivato al capolinea e questa forza di volontà, unita alla forma fisica, mi permetterà credo di andare avanti ancora un po’”

Un innesto d’esperienza in una squadra giovane: “Arrivo in un gruppo giovane e molto valido, dovrò portare più esperienza possibile. In questo però c’è anche l’ottimo lavoro dell’allenatore, si è creato un gruppo molto coeso, ma la cosa che più mi ha impressionato è il modo di stare in campo, il Venezia ha una sua identità. Con un pizzico di fortuna in più sicuramente la squadra sarebbe in un’altra posizione”

Il mister e Molinaro sono quasi coetanei, anche se hanno preso strade diverse: “Dionisi ha tante idee, ho visto il suo modo di lavorare, ho già preso il UEFA B e avere un allenatore così giovane può essere anche fonte d’ispirazione per me, diventare allenatore è un mio obiettivo per il futuro”.

L’ultima esperienza in quel di Frosinone è stata tribolata: “L’inizio a Frosinone è stato difficoltoso, la squadra aveva cambiato tanti elementi e la Serie A richiede una squadra già tecnicamente pronta e coesa. L’ambiente ha cercato di darci una mano però cominciare con un gruppo totalmente nuovo non è mai facile. Poi a gennaio abbiamo steccato qualche partite decisive, quindi una situazione già difficile si è compromessa”.

Sia Torino che Juventus a curriculum: “In tutte le squadre in cui vado metto tutto me stesso, al di là dei colori i tifosi vogliono vedere il giocatore sudare per la propria maglia. Conta ciò che riesci a dare in campo, è il rettangolo verde che determina una valutazione positiva o negativa”.

Anche un’esperienza all’estero, con lo Stoccarda: “L’esperienza in Germania è stata molto stimolante perché ho visto un altro modo di intendere il calcio. Volevo fare un’esperienza all’estero e quella allo Stoccarda è stata molto positiva”.

Ventura è stato suo mentore per diverso tempo: “Mister Ventura aveva fatto un percorso molto importante con il Torino, ho appreso tanto da lui, perché proponeva un calcio un po’ diverso da quello solito italiano. La Nazionale fu il coronamento di un percorso, anche se purtroppo è andata in modo negativo”

L’impatto in una realtà completamente diversa come quella tedesca andò benissimo: “A Stoccarda entrai in una squadra dai meccanismi già rodati, la lingua non fu un problema perché parlavamo in inglese senza problema. Avevamo davanti poi Hleb che forse è uno dei giocatori più forti con cui ho giocato, quindi al di là del premio fu per me semplice entrare ed esprimere le mie qualità, coronando poi il tutto con la Nazionale”.

Chiosa finale sulla Serie B: “La Serie B l’ho sempre seguita. Quest’anno è un campionato strano, a parte il Benevento tutte le squadre sono attaccate, serve quindi un po’ di cattiveria in più per riuscire a emergere”.