Sampdoria, Gregucci e Foti caricano la squadra: “Col Frosinone è già una finale”

Alla vigilia di una sfida cruciale contro il Frosinone, la Sampdoria si compatta. Nella conferenza stampa prepartita, Angelo Gregucci e Salvatore Foti hanno parlato a cuore aperto di identità, difficoltà e orgoglio blucerchiato. Un momento delicato per la squadra, chiamata a ritrovare equilibrio e punti per risalire la classifica.
Il tecnico ha esordito con un pizzico di ironia, ma anche con grande lucidità: “Non ho ancora annusato la squadra, se avessi naso andrei a tartufi. Lavorare non basta: servono umiltà, unità e spirito di gruppo. Sono sempre stato circondato da sampdoriani e voglio creare empatia con i ragazzi. Indossare questa maglia è un onore”.
Poi il passaggio più concreto, sul momento attuale: “Ho visto qualche problema, e lo dice la classifica. Il primo avversario siamo noi stessi. Dobbiamo fare risultato subito: col Frosinone è già una finale”.
Gregucci non si è sottratto al tema delle responsabilità individuali: “Per muovere le gambe servono teste lucide. Restare in dieci per ingenuità sarebbe un errore imperdonabile. Servono equilibrio e disciplina”.
Uno sguardo anche al lavoro quotidiano e al futuro: “Va bene blindare la porta, ma dobbiamo anche segnare. Sono fiducioso, a volte i giocatori ti sorprendono. Sul mercato? Chiederò il massimo alla società, ma ora pensiamo solo al Frosinone: è la nostra finale di Coppa del Mondo”.
Il viceallenatore Salvatore Foti ha parlato con il tono di chi conosce l’ambiente e lo vive con passione autentica: “So bene cosa è successo, seguivo la Samp anche dalla Turchia. Ma il passato non conta, bisogna guardare avanti. La Samp è la mia squadra, lo è diventata grazie a mia moglie e agli amici. Ora contano solo i punti”.
Sull’identità tattica, Foti ha spiegato: “Il nostro obiettivo è trasmettere energia, costruire in allenamento ciò che deve vedersi in partita. Stiamo cercando equilibrio: l’idea di giocare con due punte esiste, ma dipenderà dalle sensazioni del campo”.
Poi i ricordi personali, da allievo diventato tecnico: “Con Giampaolo ho vissuto tre anni di crescita, ha fatto divertire i tifosi e mi ha insegnato tanto. Mourinho? Un’esperienza che ti arricchisce sempre, anche nelle delusioni. Mi ha scritto ‘Forza Samp’, perché sa cosa significa per me questa squadra”.
Infine, un pensiero per chi deve trascinare il gruppo: “Ho giocato con Montella, Cassano, Pazzini, Quagliarella… ora tocca a Coda essere un leader e dare fiducia al gruppo. Ci servono uomini prima che giocatori”.