Menu Primo pianoCalciomercatoIntervisteEsclusive TBCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie B ascolibaribresciacatanzarocittadellacomocosenzacremoneseferalpisalòleccomodenapalermoparmapisareggianasampdoriaspeziasudtirolternanavenezia

Salernitana, Di Tacchio: "Vogliamo giocarci qualcosa d'importante"

Salernitana, Di Tacchio: "Vogliamo giocarci qualcosa d'importante"TuttoB.com
© foto di Carlo Giacomazza/TuttoSalernitana.com
sabato 18 aprile 2020, 11:00Salernitana
di Luca Esposito
fonte Tuttosalernitana.com

Sta trascorrendo la sua quarantena tra allenamenti in garage, serie tv su Netflix, qualche partita alla playstation e chiacchierate sui social. Un periodo infinito che, <strong>Francesco Di Tacchio</strong>, non vede l’ora di mettersi alle spalle. "Speriamo passi in fretta", ha esordito durante la prima diretta Instagram organizzata dalla Salernitana e condotta dall’addetto stampa del club Gianluca Lambiase:

<strong>Domanda scontata: come sta trascorrendo questa quarantena?</strong>

"Sto a casa e mi alleno in garage. Stiamo lavorando ogni giorno con il nostro staff. Alterniamo esercizi di forza e di scarico. Non avendo tutti gli attrezzi, facciamo quel che si può. In più sto imparando e migliorando il mio inglese. Poi guardo Netflix, sto cercando di finire la 'Casa di Carta'. Gioco anche a Fifa, ma non sono molto bravo". 

<strong>Campionati sospesi, taglio degli stipendi: da calciatore come sta vivendo tutto questo?</strong>

"E' un momento drammatico per tutti. Io personalmente mi reputo fortunato perché ai miei familiari non è successo niente, stanno tutti bene. Il calcio mi manca, perché amo il mio lavoro. Ma ora ci sono problemi più importanti da risolvere". 

<strong>Parliamo della sua carriera. Come è nata la passione per il calcio?</strong>

Da bambino tutti hanno il sogno di giocare in serie A. Io sono andato via di casa a 14 anni, ho iniziato nel settore giovanile, non era facile stare lontano dagli amici. Poi ti rendi conto che può essere un lavoro".

<strong>L'allenatore che più di tutti le ha trasmesso qualcosa?</strong>

"Sicuramente Gattuso. Mi ha voluto a Pisa, ero un po' titubante, mi ha convinto a scendere di categoria ed è stata una delle esperienze più belle".

<strong>La Salernitana dove può arrivare quest'anno?</strong>

"Siamo in linea con gli obiettivi che ci siamo prefissati all'inizio della stagione. Peccato, però, che finora ci è mancata un po' continuità. Abbiamo alternato partite fantastiche ad altre meno belle. Se vogliamo restare in quelle posizioni questo è un dato da migliorare. Allo stesso tempo abbiamo la consapevolezza di essere una grande squadra e abbiamo le carte in regola per giocarci qualcosa d'importante". 

<strong>Cosa significa essere capitano della Salernitana?</strong>

"E' un atto di stima della società, dei compagni e del mister. Ho grandi responsabilità, ma sono orgoglioso di indossarla. Salerno è una piazza importante, per un calciatore rappresenta il top. Spero di onorarla sempre e nel migliore dei modi". 

<strong>Un parere sul tifo granata...</strong>

"A Salerno sto bene. Ha un tifoseria calorosa che ti sa dare tanto, sotto l'aspetto emotivo. Non è facile giocare qui, lo dico sempre ai nuovi arrivati. Il coro più bello? Che bello è...". 

<strong>Le piacerebbe chiudere la carriera con la Salernitana?</strong>

"Ho un altro anno di contratto e nel calcio tutto può succedere. Io ripeto sto bene qui, se la società vorrà, da parte mia c'è la voglia di restare". 

<strong>9 giugno dello scorso anno, le emozioni di quella giornata?</strong>

"Un bel ricordo, che porterò sempre nel cuore. La scorsa stagione è stata disastrosa, non siamo riusciti a chiuderla prima e ci siamo ritrovai nelle posizioni basse della classifica. Non è stato facile, ma ce l'abbiamo fatta. Sono contento di aver calciatore il rigore decisivo".

<strong>La partita che ricorda con più piacere giocata all'Arechi?</strong>

"Quella dello scorso anno con il Padova, dove ho anche segnato il mio primo gol in granata". 

<strong>Quella che vorresti (ri)giocare?</strong>

"L'andata con il Benevento: l'avevamo preparata in modo diverso e potevamo fare sicuramente di più".

<strong>La partita più brutta all’Arechi?</strong>

"Con il Cosenza, era una delle ultime partite della scorsa stagione e abbiamo perso 2-1".

<strong>Il compagno più forte della rosa? </strong>

"Quest'anno ce ne sono tanti. Però quello che mi ha sorpreso di più è Jaroszyński, grande personalità e un ottimo carattere". 

<strong>Che persona è Cerci...</strong>

"Un grande professionista. L'avevo incontrato quando ho svolto il ritiro con la Fiorentina e lui poi passò al Torino. E' arrivato qui e si è messo subito a disposizione. Spero possa ritrovare la sua miglior condizione fisica, sarà importante per lui, ma anche per noi". 

<strong>Un parere su Dziczek...</strong>

"E' giovane, ma ha qualità. Può crescere e diventare un grande calciatore. Sono sicuro che sentiremo parlare di lui". 

<strong>Un suo giudizio sugli altri componenti della squadra...</strong>

"Lopez è quello che ti mette più allegria. Maistro è il più bersagliato nello spogliatoio. Djuric il più istruito".

<strong>Il suo rapporto con mister Ventura?</strong>

"E' ottimo. Il mister vive di calcio e un allenatore, un maestro che ha ancora voglia di fare. Sta facendo un grande lavoro qui, sia tattico che mentale".