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La Camera: "Lascio il calcio, farò imprenditore e papà. Barella era un fenomeno già in B a Como. Che emozione sfidare l'Inter a San Siro col Cittadella. Ricchiuti il più forte di tutti. Scuffet e Rocchi..."

La Camera: "Lascio il calcio, farò imprenditore e papà. Barella era un fenomeno già in B a Como. Che emozione sfidare l'Inter a San Siro col Cittadella. Ricchiuti il più forte di tutti. Scuffet e Rocchi..."
giovedì 4 marzo 2021, 07:00Primo piano
di Christian Pravatà

In esclusiva ai microfoni di NicoloSchira.com e sul suo canale Twitch (@NicoSchiraOfficial) è intervenuto Giovanni La Camera, ex centrocampista di Benevento, Pavia, Juve Stabia, Cittadella, Como e Reggina tra le altre che vanta oltre 400 presenze nei professionisti, e ha appeso le scarpe al chiodo pochi giorni fa e a soli 37 anni. La Camera, che ha vissuto la sua ultima avventura col Seregno e avvierà presto una carriera da imprenditore, si è raccontato e ha raccontato vari aneddoti.

IL RITIRO - "Non è successo nulla di particolare che mi ha spinto al ritiro. Negli ultimi due anni ho militato al Seregno, con due società differenti e lottando per vincere la Serie D, ma non trovavo più gli stimoli che mi aveva dato il calcio negli anni precedenti. Vedevo troppe demagogie, troppi interessi "strani" anche dentro lo spogliatoio. Non sono uno che accetta compromessi o la non meritocrazia, e quando ho iniziato a vedere troppi interessi dentro alle squadre ho lasciato. Mi erano arrivate proposte, ma non allettanti, e ho maturato la decisione di smettere dopo averci ampiamente riflettuto. C'era stato qualche sondaggio, qualche squadra che mi aveva contattato, però non ero entusiasta ed è andata così. Le squadre che mi avevano contattato erano in Serie D, nel girone del Seregno".

LA CAMERA, L'IMPRENDITORE - "Ho avviato un'attività, aprendo un ristorante (Oro Restaurant, ndr) a Milano. Quando sono andato al Partizani Tirana, chiamato da Luciano Moggi e con Mark Iuliano allenatore, mi sono ritrovato ad avere un'offerta dal Como primo in D e una dalla Reggina, con cui poi ho firmato. Sono rimasto però fermo qualche mese, e allora ho maturato quest'idea e questo investimento che si è concretizzato nel mese di maggio: ora però mi ritrovo a fare delle riflessioni, perchè come tutti i ristoratori sono in grande difficoltà, con dei costi che non vengono coperti dai ricavi. Si tratta di una bella esperienza, e vedremo come andrà a finire perchè il momento attuale non è roseo. Abbiamo un gruppo Whatsapp con tutti i ristoratori, e ognuno ha le sue esigenze. Questo è un paese nel quale, e si vede dalla vicenda di Lazio-Torino, ognuno fa quello che vuole e si cerca sempre di aggirare le regole, ma siamo molto uniti. Mi piace molto quello che sto facendo come ristorazione, poi collaboro col mio socio nell'ambito delle costruzioni e magari un giorno potrebbe venirmi la voglia di allenare: ne ho parlato scherzando con Cassetti, mai dire mai, anche se questo calcio è molto diverso da quello che ho vissuto io e non mi convince molto...".

LA  PATERNITÀ - "A breve la mia vita cambierà ulteriormente, perchè diventerò padre: la mia compagna Sonia Pattarino, una donna bellissima e bravissima, mi darà una figlia e sono convinto che sarà una mamma stupenda. Non vediamo l'ora di diventare genitori e vivere questa esperienza. Nostra figlia si chiamerà Ginevra e nascerà nelle prime due settimane di agosto. Sarà la nostra maggior gioia, in un periodo reso complicato dal COVID e da tutto ciò che sta succedendo". 

LUCIANO MOGGI - "Si tratta di un personaggio molto stimolante, a livello di impronta e di personalità dà un qualcosa in più. Facemmo la prima riunione al Partizani Tirana e mise multe salatissime per i ritardi, anche minimi: questo fa capire la sua serietà. Lo scandalo-Calciopoli ha influito nell'eliminarlo dal calcio italiano, ma resta una persona e un dirigente di altissimo profilo, che ha fatto la storia del nostro calcio. Iuliano? Siamo amici, ma a livello lavorativo il rapporto personale deve rimanere fuori: nell'anno a Tirana era il mio allenatore, in una realtà che sta crescendo e dove abbiamo vissuto una bellissima esperienza. Poi sono rientrato alla Reggina e abbiamo raggiunto un obiettivo difficile, avendo tantissimi U21 in rosa: U21 di qualità, ma pur sempre U21".

BARELLA - "Me lo ricordo al primo allenamento in quel Como, che pur non avendo ottenuto grandi risultati aveva una squadra di tutto rispetto: lui e Bessa a centrocampo, Scuffet in porta, Cassetti, Ganz... L'annata è nata malissimo, partirono in ritiro in 11 con tanti giocatori della Primavera e ci ritrovammo a lottare solo per non retrocedere. Vidi Barella al primo allenamento, mi girai verso Giosa e gli dissi: "Questo ragazzo non c'entra niente qui, è un fenomeno". Nicolò giocava e si allenava a duemila all'ora, qualsiasi consiglio o appunto gli venisse fatto lui assorbiva l'informazione e riusciva a migliorare all'istante: aveva una grandissima umiltà e voglia di fare, che gli è rimasta tuttora. Gli dissi scherzando "Tra due anni vai nei top club italiani", perchè le sue qualità si vedevano. Ha avuto una crescita rapida, e ora è il miglior centrocampista italiano e uno dei migliori d'Europa. A Rimini ho giocato con Jedà e Ricchiuti, giocatori di altissima qualità nell'anno con la Juventus in B, ma Nicolò resta uno dei più forti con cui abbia mai giocato. E il Rimini, per la qualità di quella rosa che sommava Jeda, Valiani, Ricchiuti, Pagano, Paraschiv, Cardinale e altri, è la squadra più forte in cui abbia mai giocato. Ricchiuti, invece, probabilmente è il più forte in assoluto che abbia mai visto in una carriera che per fortuna è stata importante e ricca di compagni di livello. Ma potrei citarne tanti: Ricchiuti, Rocchi che faceva cose assurde in allenamento al Padova, Cassetti, Barella, Bessa...". 

L'AMICO NAINGGOLAN - "Con Radja giocammo contro nel mio primo anno di Serie B, quand'era a Piacenza. Ti incontravi fuori dal campo, rimanevi in contatto sporadicamente e poi abbiamo intensificato la nostra amicizia quando sono andato a giocare alla Lupa Roma e lui giocava nella Capitale. Abitavamo a 100m, stavamo quasi tutti i giorni insieme e si è rafforzato il rapporto. Lui è un ragazzo genuino, senza filtri, non si dà arie pur essendo un calciatore di livello internazionale, si ferma a parlare con tutti e ora è uno dei miei migliori amici. Ci teniamo sempre tenuti in contatto e poi, quando è venuto a Milano, abbiamo mantenuto e intensificato ulteriormente il rapporto: conosco lui, conosco Claudia e le sue figlie e ci sentiamo spesso. Non credo che Milano per lui fosse l'ambiente sbagliato, però a Roma lui era a casa e probabilmente ha sofferto il distacco: Totti e De Rossi dicevano che era romano quanto loro, lui era diventato un romano dentro e si era creato un rapporto importante. A livello di campo, con Di Francesco si era verificato qualche problemino e allora ha seguito Spalletti all'Inter: la sua esperienza non è stata fortunata, ha segnato il gol-Champions contro l'Inter e poi non è riuscito a restare in squadra con Conte. Peccato, perchè quei due a mio avviso avrebbero fatto grandi cose assieme: ora, secondo me, può salvarsi col Cagliari. Con Radja ho giocato qualche volta a calcetto, è di un altro pianeta e fa un altro calcio rispetto a quello che posso aver fatto io. Me n'ero accorto, di fare un calcio diverso, già quando giocammo il famoso Inter-Cittadella di Coppa Italia a San Siro: finì 4-0, ma avevo giocato una buona partita. Ho avuto la fortuna di ottenere la maglia di Juan Jesus, che è una grandissima persona, con cui ogni tanto mi sento sui social: lui ha la mia, non ci credevo quando me l'ha chiesta. In quella giornata, contro Guarin, mi sono trovato a vedere i sorci verdi: lui e Jaime Valdes sono i giocatori più difficili che abbia mai affrontato. Barella e Bessa invece mi facevano impazzire in allenamento". 

BESSA E SCUFFET - "Daniel meritava di più, è stato frenato negli ultimi anni da qualche infortunio di troppo. A Genova aveva fatto bene e ora si sta ritrovando al Verona con Juric. Mi auguro che possa fare il salto di qualità, perchè la Serie A non è più quella di una volta: ha qualità tecniche importantissime. Scuffet? Simone è un ragazzo eccezionale, che secondo me è stato frenato nel suo sviluppo dall'annata a Como. Era molto contestato, nonostante in allenamento facesse cose incredibili e avesse dimostrato di valere la Serie A. Ha pagato quella storia del mancato passaggio all'Atletico Madrid: sentiva di dover restare a Udine, ma dopo quel momento non ha mai avuto la fiducia della società e di fatto ha perso qualche anno". 

IL PAVIA - "Ricordo ancora con piacere le qualità tecniche di Cesarini e le doti realizzative di Ferretti. A Pavia è stata completamente sbagliata la gestione: c'era tutto per far bene e salire in Serie B, purtroppo poi le società fanno la differenza anche in negativo. La situazione capitata con l'allora proprietà cinese non è comunque paragonabile con quella dell'Inter e di Suning".

I TALENTI DELLA SERIE C - "La Serie C è difficile, è un calcio totalmente diverso e molto fisico, che magari toglie valore alla fantasia. Negli ultimi anni a Reggio avevamo davanti Tulissi e Bianchimano che meriterebbero la Serie B, come Armeno. Potrei fare tanti nomi, anche Antonio Vacca o Andrea Signorini. Tanti ragazzi avrebbero potuto fare meglio e guadagnarsi la Serie A. Fare qualche nome della Serie C attuale è molto difficile. La gavetta comunque è importante, aiuta a crescere e capire i sacrifici da fare: spesso ho giocato con ragazzi che venivano dai vivai di grandi squadre, e che magari non avevano l'umilità necessaria per emergere. Ho visto qualcuno di loro avere atteggiamenti sopra le righe, però lì la colpa è del sistema che non li controlla e non li aiuta: spesso i familiari e i procuratori sono di parte, e li "montano" più del necessario. Faccio l'esempio di Filippo Franchi, che l'anno prima si allenava con la 1a squadra della Roma ed era stato convocato in Champions, però da noi a Reggio giocò pochissimo. La piazza, con la pressione di vincere, non poteva aspettarlo: in questo caso io consiglierei ai ragazzi di andar in piazze meno "esigenti" per esprimersi al meglio e avere piena fiducia. Dei giovani attuali, per qualità tecniche e umiltà, mi piace molto Oristanio dell'Inter". 

BENEVENTO - "Penso che stiano meritando ciò che hanno ottenuto. Raramente ho trovato presidenti come Vigorito, che ha sempre investito tantissimo nel calcio. Arrivai al Benevento quando c'era ancora Oreste, e conservo buonissimi ricordi: facemmo due volte i playoff e ho tuttora un buon rapporto col presidente. Il penultimo anno di Serie A gli ha dato una grossa linea-guida, ora giocano in modo diverso e meritano la posizione di classifica che stanno occupando: ultimamente hanno fatto qualche passo falso, ma Benevento merita la Serie A. Col Verona non sarà una partita facile: Juric ha dato una sfrontatezza e una consapevolezza incredibile ai suoi, hanno una mentalità da grande squadra e possono fare grandissime cose. Hanno qualità, un giocatore invidiato come Zaccagni e Barak che è in splendida forma. Non è un caso che siano in zona-Europa League. Spero però che il Benevento possa fare grandi punti, magari con un gol di Lapadula che sta facendo un gran lavoro e non viene premiato dalle reti".

LA "SUA" JUVENTUS E PIRLO - "Pirlo come giocatore mi ha ispirato, come allenatore non l'ho ancora inquadrato. Allegri aveva fatto due finali di Champions e vinto tanto, mandarlo via solo perchè non si giocava bene non mi è sembrata una scelta giusta. Si può vincere giocando bene solo se si hanno certi giocatori. Sarri ha vinto non giocando bene, Pirlo è stato un azzardo e ha avuto qualche intoppo: gli serve tempo, ma sta reagendo bene alla pressione. Mi sembra però che la Juve lo sostenga e non sia stata una scelta casuale: la Juventus, per cui tifo, non fa scelte che non siano ponderate, e credo che anche in caso di eliminazione europea Pirlo meriterebbe continuità. La Juventus non si può permettere di ripartire nuovamente da zero". 

FANTACALCIO - "Ne faccio due. In uno ho Handanovic, Kessie, Zielinski, Insigne e altri giocatori di altissimo livello. Nell'altro ho Muriel, Dybala e Morata che non stanno giocando ed El Shaarawy, ma con centrocampisti come Barella, Chiesa e Nainggolan. Metto sempre Radja perchè fa la differenza. E l'Inter, a Parma, farà risultato contro una squadra che sta vivendo un'annata storta". 

LA SUA FORMAZIONE - "In questa giornata metterei Handanovic in porta. Danilo che sta facendo un campionato importante, Romero e Theo Hernandez in difesa con lui. In mezzo Chiesa a destra, Zielinski e Kessie centrali, Nainggolan a sinistra preferendolo a Pessina e Zaccagni. Tridente Ronaldo, Destro e Insigne. Metto lui, ma forse avrei messo Lozano perchè Lorenzo non è in grande forma ultimamente. Nel mio Fanta sono secondo".