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Lecce, Corini: “Il calcio è crudele e bisogna accettare il responso del campo”

Lecce, Corini: “Il calcio è crudele e bisogna accettare il responso del campo”TuttoB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 20 maggio 2021, 21:29Lecce
di Christian Pravatà
fonte Www.trivenetogoal.it

La lunga intervista concessa ai microfoni di DAZN di Eugenio Corini dopo l’eliminazione dalla finale playoff per mano del Venezia

CAMBIO PSICOLOGICO. “Cosa ho fatto in questi tre giorni? La valutazione dell’ultimo mese va fatta sulle gare in cui potevamo avere il sogno. Con Cittadella e Monza potevamo vincere, i dati oggettivi lo dicono, non l’abbiamo fatto. L’emotività ha causato il contraccolpo e ci siamo visti sfuggire di mano l’obiettivo. Reggina, Empoli e prima parte di Venezia: qui abbiamo smaltito qualche scoria. Oggi abbiamo portato tutto quello che di buono abbiamo fatto in nove mesi, abbiamo retto dal punto di vista emotivo al gol di Aramu ma nell’ultimo mese molte cose non sono girate. La serata di oggi provoca tanto dolore, il calcio è crudele e bisogna accettare il responso del campo”.

BRILLANTEZZA MANCATA NEL FINALE DI TORNEO. “Dentro questa stagione ci sono tante cose: come siamo partiti, con tante vicissitudini. Abbiamo pagato dicembre facendo un discreto girone d’andata, la squadra si è poi sistemata e abbiamo fatto un percorso straordinario per due mesi in cui abbiamo sognato la A. Abbiamo fatto questo calcio anche con Cittadella e Monza, non abbiamo vinto e abbiamo perso certezze. Siamo esseri umani, dovevamo reagire ma lo stato delle cose non era come volevamo noi”

MERITAVAMO NOI. “Anche al Penzo all’andata abbiamo retto bene, reagendo alla bravura degli avversari. Se penso ai 180′, credo che avremmo meritato noi la finale. Ci è mancato quel pizzico di fortuna che accompagna le grandi imprese”.

DIFFICOLTA’ IN CASA. “Ci ha penalizzato. Abbiamo fatto tante gare come quella di oggi, penso all’andata in campionato col Venezia. L’assenza dei tifosi ci ha tolto qualcosa e in casa spesso andavamo fuori equilibrio per chiudere le gare e subivamo dei contrattacchi. Sotto, poi, forzi ancora di più le cose.

PENSIERO. “Quando questa squadra fa le cose che conosce gioca in modo gradevole. Stasera potevamo fare tanti gol, abbiamo valorizzato tanti giovani in un anno particolare come quello post retrocessione. La squadra ha retto a tutto, anche a vicende personali. E’ mancato un qualcosa che è difficile da cercare. Faccio fatica a trovarlo oggi, concedetemelo. Meritavamo la finale”.

IL RIGORE DI MANCOSU. “Marco era giustamente deluso. L’ho abbracciato forte e gli ho detto che se dovessi scegliere un calciatore sceglierei lui. Sapete la vicenda che ha superato, l’amore per il calcio gli ha permesso di recuperare. Sceglierei lui 1000 volte per calciare quel rigore per tanti aspetti che vanno al di là del valore intrinseco: amore per il calcio, amore per questa società”.

PROGETTO TRIENNALE. “Cosa manca per fare il calcio che voglio fare? Da dove ripartiremo il prossimo anno? Io capisco ma chi ha seguito la squadra sa. Ha visto la crescita, l’identità di un certo tipo, la valorizzazione di calciatori. Penso a Mancosu, a Dermaku, elementi fuori per tanto tempo. C’è stata una crescita costante, e siamo stati penalizzati in delle situazioni. Ripeto, ci è mancato un qualcosa che faccio fatica a trovare.

IL FUTURO. “C’è un forte dolore dentro. Condivido il progetto della società ma oggi il dolore è troppo grande. Il club farà le valutazioni del caso, io le mie. Ci sarà un confronto con la dirigenza, ci diremo schiettamente le cose. Per me è un onore allenare il Lecce, ma ci deve essere un passaggio di condivisione con la società”.