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Chiarini ricorda Ferrigno: "Mi chiamava 'mina vagante' e mi ha insegnato ad essere sempre sorridente. Quel Pisa era un gruppo che ha saputo volersi bene"

Chiarini ricorda Ferrigno: "Mi chiamava 'mina vagante' e mi ha insegnato ad essere sempre sorridente. Quel Pisa era un gruppo che ha saputo volersi bene"TuttoB.com
Chiarini
© foto di Federico De Luca
venerdì 16 ottobre 2020, 11:00Flash news
di Marco Lombardi
fonte sestaporta.news

Intervenuto a Finestra sull'Arena, in onda su sestaporta.tv, Daniele Chiarini, ex difensore del Pisa, ha voluto ricordare Fabrizio Ferrigno, capitano dei nerazzurri di Piero Braglia, prematuramente scomparso ieri a causa di un male incurabile.  

Questo un estratto delle dichiarazioni di Chiarini: “Un giorno di dolore, il pensiero è costantemente a Fabrizio da quando ho appreso la terribile notizia. Immagino il dolore di tutti i ragazzi, Biancone era come un fratello per Fabrizio … sarebbe importante poter organizzare qualcosa in suo onore, ritrovarsi tutti noi per ricordarlo a dovere, un memorial, qualsiasi cosa utile ad amplificare questa grande emozione. Siamo stati un gruppo che ha saputo volersi bene, cosa rara nel mondo del calcio”.

Chiarini continua parlando dei momenti felici: “Con lui ogni momento era un momento felice, si parla di un ragazzo che sorrideva sempre e che cercava sempre la cosa positiva in tutto quello che facevamo. Mi chiamava “mina vagante” perché ero uno che non sempre seguiva il copione, ma lo faceva sempre con il sorriso, quel sorriso che si toglieva soltanto la domenica quando indossava l’elmetto per scendere in campo. Era un vincente, giocava con infortuni muscolari e costole incrinate, secondo il dogma di mister Braglia che credeva che giocatori così potessero dare una grande mano anche malconci”.

Sulle origini e la malattia: “Era un partenopeo, sempre con la battuta pronta, un generoso. Ci siamo sentiti un anno e mezzo fa per l’ultima volta, l’ho sentito tranquillo in attesa di una nuova chiamata per fare il direttore sportivo; ho sentito un uomo più maturo rispetto a quando eravamo insieme a Pisa, purtroppo però da lì in poi la situazione è cambiata con la malattia e negli ultimi tempi le cose sono peggiorate. Non era sua abitudine far pesare le cose, ha fatto così anche con la sua malattia, spesso minimizzando con i compagni quello che gli stava capitando...”.

Gli insegnamenti di Ferrigno: “Fabrizio mi ha insegnato ad essere sempre sorridente e ad essere un vincente, a scendere in campo per dare sempre il massimo; era per tutti noi una presenza costante, uno di quei giocatori che ti fanno vincere i campionati. Un fenomeno per me, perché i grandi giocatori ti fanno vincere le partite ma i fenomeni ti fanno vincere i campionati: e noi a Pisa abbiamo vinto un grande campionato”.