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Venezia, la scossa 'pazzesca' di Zenga. Padova, ti manca un bomber. Palermo, quando la qualità di un reparto fa la differenza. Livorno, con l'uomo della provvidenza Breda vai sul sicuro...

Venezia, la scossa 'pazzesca' di Zenga. Padova, ti manca un bomber. Palermo, quando la qualità di un reparto fa la differenza. Livorno, con l'uomo della provvidenza Breda vai sul sicuro...
mercoledì 7 novembre 2018, 00:00EDITORIALE
di Attilio Malena

Una scossa pazzesca, testo e musica di Maurizio Domizzi. Il Venezia ha cambiato marcia, come chiedeva il presidente Joe Tacopina, subito dopo l'esonero di Stefano Vecchi.

Una scommessa già vinta, Walter Zenga ha ridato un'anima al Venezia, ricreando armonia nello spogliatoio, ritrovando consapevolezza nei propri mezzi e scuotendo dal punto di vista psicologico una squadra senza certezza, aumentando il livello di responsabilità del gruppo: tutti responsabili nel bene o nel male, nelle gioie e nei dolori, di onorare il Venezia fino alla fine, un vero e proprio patto d'onore. 

Dal punto tattico spazio al tridente offensivo, per tornare a lottare per una Serie A sfuggita ma non dimenticata, che resta l'obiettivo per il futuro prossimo.

Il Padova cambia ma il problema probabilmente non era in panchina: i veneti segnano poco o per nulla, in cadetteria storicamente se non hai un paio di bomber di categoria fai grande fatica, se non ne hai nemmeno uno allora tutto diventa molto piu' complicato. Bonazzoli va bene, messo nel contesto più giusto ma non puoi aggrapparti solo a lui. In bocca al lupo a Foscarini per un compito assolutamente non semplice.

A proposito d'attacco, il Palermo dimostra che avere un reparto offensivo di qualità premia. E' cambiato tutto dall'avvento di Stellone, mentalità più incisiva e più cattiveria e un attacco atomico. Prendi Puscas, hai Nestorovski, prendi Falletti, hai Trajkoski e anticipi tutto con Moreo.

Il Palermo sta dimostrando di saper vincere convincendo e anche in maniera meno bella, l'importante e' vincere e far punti soprattutto in un campionato lungo come quello cadetto.

Un nuovo cambio in panchina, a Livorno, dove Lucarelli si è dovuto arrendere all'evidenza, non si poteva più andare avanti così. Ripercorrendo la storia di Spinelli presidente, se non si fosse trattato di Lucarelli, il patron avrebbe già cambiato da almeno un mese abbondante, ora Breda, l'uomo della provvidenza. Buono per tutte le stagioni: lo chiami a febbraio e fa la differenza, ugualmente se lo chiami a novembre. Uno che ha sempre raccolto meno di quanto meritato. Il compito e' di quelli ardui, la scossa sembrava essere l'unica soluzione possibile per cercare quanto meno di sperare.