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Cesena, Mignani: “Messo in campo grande spirito di sacrificio “

Cesena, Mignani: “Messo in campo grande spirito di sacrificio “TuttoB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 19:58Cesena
Redazione Milano
fonte Www.Cesena Fc.com

Al termine della partita contro l’US Avellino, mister Michele Mignani ha raggiunto la sala stampa dell’Orogel Stadium - Dino Manuzzi per commentare la vittoria contro gli irpini.

“Nei primi 20-25 minuti abbiamo fatto un po' di fatica nella lettura tattica della sfida, perché Insigne era quel giocatore che ci toglieva un po' i riferimenti e non siamo stati bravi ad andarlo a prendere, però è anche vero che pur abbassandoci un pochino, abbiamo concesso magari poche occasioni e ci siamo presi pochi rischi. Secondo me poi la squadra è cresciuta e gli episodi, come sempre, determinano e cambiano l'inerzia della partita. Oggi, però, sotto certi aspetti abbiamo fatto una partita dove quando c'è stato da sporcarsi, come avevo chiesto ai ragazzi, ci siamo sporcati, abbiamo tra virgolette sofferto in quei primi minuti il loro palleggio, ma poi siamo cresciuti e la partita è stata giocata sempre in equilibrio. La differenza, come è successo a Bari, è che noi abbiamo fatto gol e l'Avellino no.”

 “Io ed il mio staff siamo a capo di un gruppo di ragazzi giovani, che provano delle emozioni, hanno dei sentimenti e delle fragilità e, quindi, il compito mio e del mio staff non è solo quello di cercare di spiegargli se andare a destra o a sinistra, se calciare con il collo o con il piatto, ma anche quello di stargli vicino e cercare di coinvolgerli e tenerli coinvolti. Questo va fatto soprattutto con i giocatori che giocano di meno e l'abbraccio a Blesa, così come quello a Shpendi e a Berti quando sono usciti, è semplicemente un fargli capire che la sostituzione non è un demerito, perché hanno fatto bene, ma ci sono altri loro compagni che meritano di giocare e bisogna dare spazio anche a loro.”

“Oggi ci siamo presi più rischi che a Bari e non abbiamo preso gol, mentre a Bari lo abbiamo subito. È chiaro che l'allenatore vorrebbe vincere, e già non è facile, vincere con più gol di scarto, è ancora più dura, ma vincere e non prendere gol è difficilissimo. Io vado a guardare il lavoro in fase difensiva, lo spirito di sacrificio da parte della squadra: alla fine c'erano undici ragazzi che combattevano per mantenere la porta inviolata, mettendosi a disposizione della squadra. Lo hanno fatto tutti, a partire dai due attaccanti che hanno finito la partita in campo Olivieri e Diao e questo è quello che più importa. Poi è chiaro che la felicità di aver preso gol è tanta, ma non deve essere solo la mia, deve essere anche la loro.”