GazzSport - Cellino: "Brescia truffato! Indagini aperte e chiuse in due giorni, tutto molto strano"

Decine di tifosi infuriati si sono radunati ieri pomeriggio sotto la sede del Brescia: scena impensabile pochi giorni fa, quando allo stadio si festeggiava la salvezza conquistata battendo la Reggiana. È esplosa la rabbia di una piazza che da mesi contesta Massimo Cellino ad ogni partita. Il presidente invece, in questa convulsa giornata, ha incassato la solidarietà di alcuni esponenti politici. Attilio Fontana, governatore della Lombardia, ha detto che "le norme vanno rispettate, ma i tempi e i modi di questa vicenda sono inaccettabili". E poi Emanuele Moraschini, presidente della Provincia: "Mi auguro che possa essere fatta chiarezza per confermare i meriti sportivi conquistati con fatica sul campo". Il Brescia in serata ha comunicato che "ricorrerà in qualsiasi sede sportiva e, se necessario, extra-sportiva, per tutelare la propria posizione ritenendo di aver adempiuto correttamente alle scadenze". Frasi di circostanza, legittime, non come quelle ben più dirette di Cellino: "Confermo di aver utilizzato quel sistema di pagamento, l’avrei fatto anche a giugno per l’iscrizione, perché è corretto. Se mi avessero detto che non andava bene, avrei pagato di tasca mia, come ho fatto in tanti anni di calcio tra Cagliari, Leeds e Brescia, vendendo anche le mie case".
E allora cosa è successo?
"Siamo stati truffati, e ho già presentato una denuncia penale. Quella società di via Montenapoleone a Milano che ci ha venduto i crediti d’imposta è sparita, non rispondono più al telefono. Eppure hanno ceduto crediti d’imposta per più di 100 milioni a molte aziende".
Anche del calcio?
"Sì, la Covisoc mi ha detto che non siamo i soli. Ma non ho sentito di altre indagini (il Trapani ha comunicato di essere vittima delle medesima società e farà denuncia penale, ndr)".
Come si chiama quella società di Milano?
"Non me lo ricordo, so che il titolare è un certo Alfieri".
Quanto aveva pagato?
"Abbiamo chiesto 2,4 milioni in crediti d’imposta e loro hanno trattenuto circa il 15%. C’era chi ci offriva il 25%, quindi uno sconto maggiore, ma il nostro fiscalista era tranquillo, aveva garanzie dalla Banca d’Italia: ora è disperato".
Voi quando avete saputo che qualcosa non andava?
"Il 9 maggio ci hanno detto che erano in corso verifiche e avevamo 60 giorni di tempo, dicendomi che in caso contrario avrei dovuto rispondere in solido. E io sarei stato pronto a farlo".
E invece?
"Tutto è molto strano, in due giorni hanno fatto e chiuso le indagini. Noi avevamo mandato alla Covisoc copia del contratto di acquisto e anche la ricevuta del nostro pagamento".
E adesso?
"Non mi va di finire così la mia esperienza al Brescia. Sabato avevo anche definito la cessione del club a una persona perbene, italiana. Ora chissà, siamo nei guai: ma noi daremo battaglia".