Menu Primo pianoCalciomercatoIntervisteEsclusive TBCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie B avellinobaricarraresecatanzarocesenaempolifrosinonejuve stabiamantovamodenamonzapadovapalermopescarareggianasampdoriaspeziasudtirolveneziavirtus entella
TMW Scommesse

GazzSport - Bellavista: “Dalle sfide a Baggio e Zidane al carcere per le scommesse. Ma ho ammesso gli errori, e ora...”

GazzSport - Bellavista: “Dalle sfide a Baggio e Zidane al carcere per le scommesse. Ma ho ammesso gli errori, e ora...”TuttoB.com
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 14:10Bari
Angelo Zarra
fonte gazzetta.it

Il primo giorno dell’incubo ha una data e un luogo. Cremona, 1° giugno 2011. All’alba gli agenti bussano, notificano l’arresto, lui infila in fretta un borsone e sale su un furgone diretto in carcere. Quindici giorni dietro le sbarre: “Un inferno, non riuscivo neppure a stare in piedi. L’unica parentesi di normalità era la partitella del mercoledì con gli altri detenuti”.

Antonio Bellavista, nove stagioni con la maglia del Bari, duelli con fuoriclasse come Zidane e Baggio, poi il precipizio dell’inchiesta calcioscommesse. “Ho sbagliato e ho ammesso le mie colpe”, ripete. Da lì, una battaglia giudiziaria lunga quattordici anni, con la Procura Federale che lo squalifica e lo tiene lontano dai campi. Nel frattempo, Bitonto diventa il suo rifugio e la sua missione: una Academy con oltre 150 ragazzi, la voglia — frustrata — di fare l’allenatore.

La svolta è arrivata poche settimane fa: la grazia concessa dal presidente federale Gabriele Gravina gli riapre le porte del campo. “Un’altra possibilità va data a tutti. Finalmente posso tornare in panchina”. Il “secondo tempo” di Bellavista comincia adesso.

Nel frattempo non è rimasto fermo. “Ho toccato il fondo e sono ripartito. Oggi seguo l’impresa edile di famiglia, alcune attività nell’hospitality e, dal 2022, sono consigliere comunale a Bitonto.” Parallelamente, la richiesta di reintegro alla FIGC dopo i dieci anni previsti dai regolamenti. “Se sbagli devi pagare, e io l’ho fatto. Il campo mi è mancato tantissimo.”

La sua carriera parla di oltre 270 presenze fra Serie A e B. Un traguardo costruito passo dopo passo: “Da bambino andavo in curva al San Nicola. Essere diventato capitano del Bari è il mio orgoglio più grande: dai settori giovanili fino alla Serie A.” Si definisce “centrocampista di tanta quantità e poca qualità”, ma con carattere. Nel 1997 firma il gol decisivo nella finale del Torneo di Viareggio contro il Torino; un anno prima l’Europeo Under 18, in azzurro ad allenarsi con Buffon, Pirlo, Gattuso, Rocchi.

Il debutto in A arriva nel 1999 con Eugenio Fascetti. La seconda da titolare è un battesimo del fuoco: la Juventus di Ancelotti. “In riunione tecnica il mister mi sussurrò: ‘Zidane lo prendi tu’. Novanta minuti incollato a Zizou, tra strattoni e tackle: con me era sempre palla o gamba.” Finisce 2-0 per i bianconeri, ma arrivano i complimenti dell’allenatore e la stretta di mano del francese. Il rivale più duro? “Rui Costa alla Fiorentina: cambio di passo micidiale, ti scappava sempre.”

Sul taccuino anche Serginho, Del Piero, Baggio, Totti. E un compagno speciale: Antonio Cassano. “Io ’77, lui ’82: in ritiro dividevamo la stanza. Noi riso e pollo, lui di nascosto spaghetti ai frutti di mare e frittura.” Con Cassano condivide pure un ricordo che profuma di storia personale: il 10 dicembre 2000 al San Nicola, 2-0 al Bologna di Guidolin. Marcatori: Bellavista e Cassano. L’unico gol in Serie A dell’ex capitano biancorosso.

Nel 2007 lascia la Puglia per chiudere fra Verona e Andria. Poi, il 1° giugno 2011, la vita che cambia. La detenzione, i domiciliari, i processi, le scuse. “Ho ammesso le responsabilità. Altri non hanno avuto lo stesso coraggio. Sono stati anni bui, sul piano personale, sociale ed economico. Ma una cosa la voglio chiarire: non ho mai truccato le partite della mia squadra.” Il procedimento penale si chiuderà con la prescrizione, il rimorso resta. “Sì, sono pentito. All’inizio sembrava fossi un protagonista assoluto. Non era così. Ho chiarito la mia posizione in tribunale.”

Oggi Bellavista guarda avanti, senza rimuovere il passato. “Ho imparato dagli errori. Dico a chi ha sbagliato: credete nella giustizia.” Il pensiero corre ai figli: “Ogni giorno chiedo scusa a loro e a me stesso. Per colpa mia hanno sopportato ingiustizie e insulti.”

La nuova libertà ha il profumo dell’erba bagnata e del rumore degli scarpini sul cemento degli spogliatoi. “Essere libero di tornare in campo è la mia vittoria più bella.”

Articoli correlati