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Il Real Madrid è già agli ottavi di Champions, la competizione che da sempre considera casa sua. Da Bernabeu a Florentino, c'è un filo che racconta il più grande club di sempre: l’ambizione di sentirsi onnipotenti ( e occhio a Mbappé…)TuttoB.com
venerdì 14 ottobre 2022, 07:51Editoriale
di Carlo Pizzigoni
per Tuttomercatoweb.com

Il Real Madrid è già agli ottavi di Champions, la competizione che da sempre considera casa sua. Da Bernabeu a Florentino, c'è un filo che racconta il più grande club di sempre: l’ambizione di sentirsi onnipotenti ( e occhio a Mbappé…)

Giornalista, scrittore, autore. Quattro libri, tanti viaggi. Tutti di Calcio. Su Twitter è @pizzigo. Su Twitch con @lafieradelcalcio
Santiago Bernabeu, eletto presidente del Real Madrid nel 1943, accolse circa dieci anni dopo l’uomo che avrebbe cambiato la storia del club e la sua storia, oltre che quella del gioco, con una minaccia: “non si azzardi a comprare una macchina: questo è un club de socios di gente che viene dalla classe operaia, non possiamo mostrare che i nostri calciatori vivano diversamente da loro. Ci sarebbe una casa, qui, a pochi isolati allo stadio può arrivare tranquillamente venire in tram.”
A la orden: l'abitazione è proprio a cinque minuti, al 13 di via Henares; e la prima Citroen, il classico taxi giallo-nero classico della vecchia Spagna, peraltro riciclato, arriverà solo un paio d'anni più tardi.
Oggi il Real Madrid è percepito come la squadra più ricca e, soprattutto, con la più straripante mistica della storia dello sport, ecco, questo lo si deve al fatto che dopo quell’avvertimento, sarebbe seguito un decalogo imposto nello spogliatoio da don Alfredo: le basi imparate al River Plate hanno prodotto dividenti immediati: leggi 5 coppe dei campioni di fila. E l’inizio della leggenda blanca.
Nel luglio del 2000, battendo alla elezioni il favorito Lorenzo Sanz, cioè l’uomo che aveva riportato la Champions al Real Madrid, dopo alcune ere geologiche (leggi: 1966), Florentino Perez diventa presidente del Real Madrid. E immediatamente richiama Di Stefano, creandogli un ruolo ad hoc: Presidente Onorario. C’è un legame che si riattorciglia, e Florentino inizia a rinverdire il mito di Bernabeu. Presidente prima tra il 200 e il 2006 e poi, dopo l’interregno Calderon, dal 2009 fino ad oggi, vince oltre a un innumerevole numero di campionati e coppe, anche sei Coppe dei Campioni, esattamente come il presidentissimo che ora è il nome dello stadio.

Un nuovo Santiago Bernabeu
Uno stadio tanto caro a noi italiani, per la notte magica del 1982 e che presta subirà un clamoroso restyling (costo: 574 milioni di euro…) tanto da renderlo il più bello del mondo. Uno stadio che secondo lo statuto voluto proprio da Florentino nella sua seconda elezione sarà per sempre la sede del Real Madrid Club de Futbol.
La mistica del Real Madrid, mai realmente persa, brilla con Florentino più che mai: vincere cinque coppe dei campioni negli ultimi dieci anni ha messo in ombra qualunque altro concorrente, persino quel Barcellona che con le figure di Cruyff e Guardiola aveva appannato la squadra della capitale, prendendo per sè non solo le vittorie (quelle vanno ovunque) ma la corona della grandezza, della magniloquenza, del potere. Oggi il Real Madrid è un paio di spalle sopra tutto. E se questa estate ci si è messa anche la politica, gli alti vertici della politica, per bloccare il trasferimento di Mbappé in direzione Madrid, alla Casa Blanca hanno mostrato loro che nessuno rimane insensibile a quella maglia candida, tanto che ora pare che sia lo stesso giocatore ad aprire canali per vedere se è possibile riaprire le porte del regno di Florentino.

La quattordicesima
Nel frattempo, a Madrid hanno messo nella maggior bacheca del mondo, l’ennesima Champions, la quattordicesima. Nel centro sportivo di Valdebebas, dove si allena il Real, ci sono ovunque immagini dei protagonisti delle vittorie in Coppa Campioni, perché quella è la dimensione del Madrid, l’unica.
“Ti senti guardiano di un patrimonio”, mi ha detto recentemente Davide Ancelotti che nello staff di papà Carlo ha già contribuito alla causa con due esemplari di trofeo dalle grande orecchie. L’ultima, l’anno passato, al termine di una stagione magica e, anche per loro che sono unici, irripetibile. Un anno di lavoro e un percorso pieno di ostacoli dove però ha avuto la meglio lo spirito del Real. “ Nei momenti di difficoltà, e l’anno passato ne abbiamo vissuti diversi, a cominciare dall’incrocio col Paris di Pochettino, c’è una sensazione che qualcosa possa sempre accadere”. E accade. Così cadono i francesi di Messi, con la pressione di Benzema su Donnarumma, e poi cade il Chelsea, cade il City. Protagonista principale, oltre al francese prossimo pallone d’oro, anche il portiere Courtois. Ma poi le giocate di qualità sono arrivate dai giovani su cui il Real Madrid continua a investire. Federico Valverde, preso imberbe dal Penarol e uomo tattico di questa Champions, Camavinga, i brasiliani Vinicius junior e Rodrygo: il primo probabilmente il miglior esterno sinistro d’attacco del mondo e il secondo l’uomo dei minuti di qualità (ma i brasiliani non erano quelli che non avevano voglia di impegnarsi e migliorare? ah, i pregiudizi della stampa…)

Il Real Madrid ha fatto 31
Nell’ultimo turno infrasettimanale il Real Madrid si è qualificato per gli ottavi di finale, come è accaduto in tutte le sue 31 partecipazioni alla Champions League. 31 su 31, nessun club può vantare questo ennesimo record della Casa Blanca. “Ma il nostro torneo inizia per davvero dalla fase a eliminazione diretta”, ha detto una volta Kroos, uno dei moschettieri della metacampo (che quest’anno ha però Casemiro: no llores por mi è arrivato Tchouameni e sta già facendo benissimo).
E tutti, come al solito, dovranno fare i conti con il Real Madrid, e col Bernabeu dove, diceva il povero Juanito, minuti sono molto lunghi…
Auguri a tutti.
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