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L'entusiasmo per i colpi italiani e il sorteggio Champions. Chi fa i grandi acquisti non è in Serie A
Nato a Firenze il 5 maggio 1985, è caporedattore e inviato di Tuttomercatoweb. In RAI con 90° Minuto e Calcio Totale, su Radio Rai con Torcida, ha lavorato su Radio Sportiva e per Il Messaggero.
Romelu Lukaku, fuori dal progetto del Chelsea. Angel Di Maria, trentaquattro anni, riserva del Paris Saint-Germain. Paul Pogba, non più al centro di un Manchester United che non si è qualificato per la Champions League. Poi Kim Min-Jae dal Fenerbahce o Kvicha Kvaratskhelia dalla Dinamo Batumi. Charles de Ketelaere dal Club Bruges, per settimane sulle prime pagine, certamente un acquisto frutto di lavoro e scouting ma che all'estero è un acquisto che per economie e prospettive hanno fatto anche club fuori dall'Europa. Il tutto mentre il Manchester City ha preso Erling Braut Haaland, il Liverpool ha scelto Darwin Nunez, il Bayern Monaco ha salutato Robert Lewandowski, finito al Barcellona, con Sadio Mané. Mentre il Paris Saint-Germain ha trattenuto Kylian Mbappé, mentre il Real Madrid ha deciso di investire su Aurelien Tchouameni dopo Eduardo Camavinga. E via discorrendo, una dopo l'altra. Le grandi di Champions hanno fatto colpi scelti, tra i migliori prospetti pagati fior di milioni in giro per l'Europa. Le grandi del calcio italiano hanno acquistato esuberi o giocatori fuori dai progetti delle suddette, oppure scommesse che, col dovuto rispetto, beninteso, anche il Brentford o il Nizza o il Borussia Monchengladbach di turno sono stati capaci di fare.
E' una questione di narrazione.
O di dimensione. Basta saper riconoscere la propria e capire che nessuna italiana al momento è in grado sulla carta di competere con le migliori formazioni d'Europa. Ci riusciranno? Arriveranno tra le prime otto? Riuscirebbero a far qualcosa al massimo delle proprie potenzialità e forse per alcune ben oltre il proprio livello e dimensione. Oggi i sorteggi dei gironi Champions a Istanbul, il Milan in prima fascia è una mina vagante ma a conti fatti ce ne sono cinque nettamente più forti. La Juventus è in seconda: sicuri che il Real Madrid preferirebbe i bianconeri invece che Liverpool o Chelsea? O che il City direbbe 'meglio la Juve' piuttosto che il Barcellona? In terza il Napoli e l'Inter. I nerazzurri, per recente lignaggio, sono forse quella più temibile, ma al pari del Borussia Dortmund rivoluzionato (coi soldi di Haaland con Adeyemi, Haller e via acquistando).
Il paragone con le grandi
La Juventus ha creato un istant team, è vero, ma quante difese migliori di Szczesny, Danilo, Bremer, Bonucci, Alex Sandro ci sono in Europa? Il Milan ha vinto lo Scudetto ma una trequarti con Saelemaekers, De Ketelaere, Leao, vale quella delle favorite? Gli esterni dell'Inter, Dumfries e Gosens, sono all'altezza dei dirimpettai delle grandi? Rrahmani-Kim è una difesa per andare avanti in Champions? La realtà delle cose è che è un campionato italiano sempre più avvincente e combattuto, perché in questo gran lotto s'è inserita pure la Roma. Che però, al netto dei legittimi entusiasmi, si è rinforzata con due giocatori ceduti a zero da Manchester United e Paris Saint-Germain, ovvero Matic e Wijnaldum, e con il trequartista a cui la Juventus ha detto addio, Dybala. Tutta questione di prospettiva, dunque. Nessun dramma se la Juventus dovesse uscire ai quarti, magari non contro Lione, Porto o Villarreal, o se a un'altra dovesse toccare un girone di ferro tale da non riuscire a passare il turno. E' questione di dimensioni. Sempre più lontane tra la Serie A e le big che puntano davvero alla vittoria della Champions, a meno di un miracolo italiano.
E' una questione di narrazione.
O di dimensione. Basta saper riconoscere la propria e capire che nessuna italiana al momento è in grado sulla carta di competere con le migliori formazioni d'Europa. Ci riusciranno? Arriveranno tra le prime otto? Riuscirebbero a far qualcosa al massimo delle proprie potenzialità e forse per alcune ben oltre il proprio livello e dimensione. Oggi i sorteggi dei gironi Champions a Istanbul, il Milan in prima fascia è una mina vagante ma a conti fatti ce ne sono cinque nettamente più forti. La Juventus è in seconda: sicuri che il Real Madrid preferirebbe i bianconeri invece che Liverpool o Chelsea? O che il City direbbe 'meglio la Juve' piuttosto che il Barcellona? In terza il Napoli e l'Inter. I nerazzurri, per recente lignaggio, sono forse quella più temibile, ma al pari del Borussia Dortmund rivoluzionato (coi soldi di Haaland con Adeyemi, Haller e via acquistando).
Il paragone con le grandi
La Juventus ha creato un istant team, è vero, ma quante difese migliori di Szczesny, Danilo, Bremer, Bonucci, Alex Sandro ci sono in Europa? Il Milan ha vinto lo Scudetto ma una trequarti con Saelemaekers, De Ketelaere, Leao, vale quella delle favorite? Gli esterni dell'Inter, Dumfries e Gosens, sono all'altezza dei dirimpettai delle grandi? Rrahmani-Kim è una difesa per andare avanti in Champions? La realtà delle cose è che è un campionato italiano sempre più avvincente e combattuto, perché in questo gran lotto s'è inserita pure la Roma. Che però, al netto dei legittimi entusiasmi, si è rinforzata con due giocatori ceduti a zero da Manchester United e Paris Saint-Germain, ovvero Matic e Wijnaldum, e con il trequartista a cui la Juventus ha detto addio, Dybala. Tutta questione di prospettiva, dunque. Nessun dramma se la Juventus dovesse uscire ai quarti, magari non contro Lione, Porto o Villarreal, o se a un'altra dovesse toccare un girone di ferro tale da non riuscire a passare il turno. E' questione di dimensioni. Sempre più lontane tra la Serie A e le big che puntano davvero alla vittoria della Champions, a meno di un miracolo italiano.
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