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Entella, il pres. Gozzi: "Ripartenza? Prima con gli allenamenti individuali"

Entella, il pres. Gozzi: "Ripartenza? Prima con gli allenamenti individuali"TuttoB.com
© foto di Federico Gaetano
lunedì 18 maggio 2020, 23:00Virtus Entella
di Christian Pravatà
fonte Tuttoentella

Il presidente biancoceleste Antonio Gozzi è intervenuto sulle frequenze di Radio Sportiva per parlare del momento del calcio italiano:

"La situazione è in realtà di incertezza. La decisione unanime dell'assemblea della Lega di B di venerdì di chiedere almeno dieci giorni dal 18 per adeguarsi eventualmente ad un protocollo che oggi non esiste ancora. La discussione, come si vede, sul protocollo, che dovrebbe sovrintendere la ripartenza della Serie A, è ancora del tutto aperta. Oscilliamo tra giornate in cui ci sembra più probabile la ripartenza ad altre in cui la ripartenza ci sembra ancora lontana. Conte sabato sera è stato prudente. Nel senso che, per la Serie A, di condizioni che ancora non ci sono. E' l'attesa la cifra di questo momento. Un'attesa che è difficile perchè comunque i ragazzi bisogna che ricomincino ad allenarsi. Se poi si partirà, se dovesse mantenersi questa distanza di circa una decina di giorni fra la A e la B, la B potrebbe ripartire verso la seconda metà - 20-23 - di giugno. I ragazzi, che sono fermi da tanto tempo, hanno bisogno di allenarsi assolutamente. Partiremo con gli allenamenti individuali, naturalmente ci piacerebbe partire con gli allenamenti sapendo di che morte dobbiamo morire. Noi, per quanto riguarda l'Entella, da martedì o mercoledì saranno i giorni degli esami, sia i giocatori che allo staff, e da mercoledì ripartiranno gli allenamenti individuali".

L'Entella è pronta?

"Abbiamo fatto le sanificazioni di tutti i nostri locali. Avevamo per la verità già all'inizio del lockdown fatto un po' di allenamenti individuali quando era un po' consentita l'attività motoria individuale. Noi avevamo messo a disposizione il nostro e invece che far correre i ragazzi sui marciapiedi, in orari differenziati, uno alla volta per dieci giorni li abbiamo fatti allenare così. Poi ci siamo fermati naturalmente quando venne decreto che tutti i centri sportivi dovevano essere chiusi. Ripartiremo così e attenderemo il da farsi".

Costi per applicare il protocollo?

"C'è una convergenza di valutazione da parte di tutti i presidenti di B che valutano dai 400 ai 500mila euro il costo relativo fondamentalmente al confinamento e al ritiro, e questo significa avere alberghi disposti ad ospitare solo la squadra e lo staff. Quindi si tratta di affittare non delle camere ma un albergo per intero, ai tamponi, che - fatti con la frequenza richiesta dalla bozza di protocollo di A - sono numerosi e quindi c'è un problema di reperimento e un problema di costo, e poi i voli charter perchè il protocollo prevede che il gruppo squadra sia sempre isolato dal resto del mondo e quando ci sono trasferte lunghe, per esempio noi dobbiamo andare a Castellamare di Stabia o Cosenza, bisogna prendere voli charter. Naturalmente questi in condizione di Covid sono ancora più cari del solito. La valutazione complessiva che abbiamo fatto è di 400-500mila euro a società che vanno a gravare sul deficit già significativo delle società di B. L'anno scorso non è un mistero che la B si è chiusa con un deficit complessivo superiore ai 90 milioni di euro. Con la vicenda del Covid si sono persi incassi e sponsor, c'è rischio di deficit ancora più grosso".

Nel caso la B non dovesse ripartire quale dovrebbe essere la soluzione più giusta?

"Questo è un argomento super delicato. Credo che sarà la Lega di B e i presidenti che dovranno affrontare questo problema se ma si dovesse porre. Io credo che la bussola che deve condurre tutti noi è quella del merito sportivo e quella del minor cambiamento possibile delle regole del gioco. Nel senso che se si cambiano le regole del gioco poi ognuno può sentirsi favorito o sfavorito da questo cambiamento. Invece le regole ci sono, i format della B prevede playout e playoff e credo che non dovremmo distanziarci da quelle regole lì. Introdurne di nuove non sarebbe giusto. Il merito sportivo è naturalmente la classifica di oggi ma bisogna altresì tenere conto che mancano dieci partite dal termine e quella classifica poteva ancora modificarsi. Questa è la ragione per cui non si affronta a cuor leggero l'ipotesi di un campionato che finisce qui. Un conto è un campionato che viene cristallizzato a tre-quattro giornate dal termine, dove probabilmente gli esiti sono gran parte definiti. Ma un campionato a dieci giornate dal termine, per l'Ascoli undici, è un campionato abbastanza distante dal definire i suoi verdetti, a parte la vicenda del Benevento che è fuori discussione, in A dal punto di vista morale per quanto fatto vedere".