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Il Secolo XIX - Spezia, Nagy suona la sveglia: “Avellino è il nostro punto di ripartenza”

Il Secolo XIX - Spezia, Nagy suona la sveglia: “Avellino è il nostro punto di ripartenza”TuttoB.com
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 16:00Spezia
Angelo Zarra

Tre punti pesanti, ma soprattutto una scossa. Dopo il 2-0 del “Partenio”, lo Spezia di Luca D’Angelo riprende fiato e compattezza. Tra i migliori in campo ad Avellino c’è Adam Nagy: corsa, letture, tempi di gioco. Il centrocampista ungherese, affiancato da un lucido Salvatore Esposito, ha raccontato al Secolo XIX le sensazioni di uno spogliatoio che vuole voltare pagina: “Questa vittoria dev’essere un punto di partenza per il nostro campionato”.

Non una questione di sola intensità, spiega Nagy, quanto piuttosto di pulizia nelle uscite e gestione dei primi passaggi. Proprio lì lo Spezia aveva pagato dazio, spalancando transizioni sanguinose a Carrarese e Juve Stabia. Ad Avellino, invece, la squadra ha mostrato carattere e ritmo, tenendo insieme le due fasi con continuità e riducendo al minimo gli errori gratuiti.

Il messaggio è anche interno: “La società ha fatto bene a confermare D’Angelo, perché anche nei momenti negativi abbiamo dimostrato di essere un gruppo unito”. Parole che sanno di compattezza e responsabilità, la base su cui costruire la risalita. Ma per rendere strutturale il rilancio, c’è un nodo da sciogliere: il rendimento al “Picco”. Quello che fino a poco tempo fa era un fortino ora non fa più paura come prima. “Quando sono arrivato due anni fa lo stadio di casa era un valore aggiunto. Dobbiamo ritrovare quella spinta”, ammette l’ungherese.

La vittoria in Irpinia, dunque, è più di un segnale: è l’occasione per riaccendere entusiasmo e consapevolezza, riportando lo Spezia sui binari che gli competono. La ricetta, secondo Nagy, è chiara: unità, fiducia nel lavoro quotidiano e determinazione nei dettagli che decidono le partite.

“Abbiamo le qualità per farlo e la vittoria di Avellino è solo l’inizio”, la chiosa del numero 8. Il calendario incalza, il margine d’errore si assottiglia: adesso serve trasformare un successo pesante in una striscia, soprattutto davanti al proprio pubblico.