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Salernitana, l'ex Franco: "Questa squadra può giocarsi le sue carte ai playoff"

Salernitana, l'ex Franco: "Questa squadra può giocarsi le sue carte ai playoff"TuttoB.com
lunedì 6 aprile 2020, 22:00Salernitana
di Christian Pravatà

In occasione del nono appuntamento della rubrica “Due chiacchere con…”, live ogni sera alle 19 sul profilo Instagram di TuttoSalernitana  ha parlato Michele Franco. Difensore ex. Salernitana, protagonista in granata della favolosa promozione in Serie B del 2014/2015 e della successiva stagione 2015/16. Con lui abbiamo avuto l’opportunità di parlare del suo passato a Salerno, della sua esperienza a Varese in Serie B in cui sfiorò i play-off , ma anche del suo presente al Monza e dei possibili scenari futuri della sua carriera. Ecco allora alcune delle sue dichiarazioni a noi rilasciate:

 Prima di tutto le chiedo, come sta vivendo questa situazione di stop forzato senza potersi allenare?

“È un periodo molto duro quello che stiamo affrontando, non parlo solo di me ma mi riferisco a tutte le persone dei moltissimi paesi del mondo colpiti da questo virus. Dal punto di vista personale mi sto allenando a casa,  il più delle volte in videoconferenza con i miei compagni di squadra e tutto lo staff del Monza Calcio”.

La sua società attuale, il Monza, ha deciso in accordo con voi calciatori di tagliare gli stipendi per il mese di Marzo del 50%. Pensa possa essere una soluzione che tante altre società di Lega Pro dovrebbero adottare? Potrebbe essere il modo giusto per cercare di aiutare le società in un momento di difficoltà economica come questo?

“Per quanto riguarda la nostra riduzione degli stipendi è stata una richiesta portata avanti dalla società a noi calciatori. Subito dopo un confronto con tutti abbiamo deciso di accettare, perché ci sembrava il minimo per aiutare la società e per rispetto di tutte le persone che sono in cassa integrazione o hanno perso il lavoro. Noi abbiamo una società forte, che non ci ha mai fatto mancare nulla e quindi era doveroso accettare questa richiesta”.

Come si trova al Monza? Può descriverci un po’ la sua esperienza in Lombardia?

“Fino a che è stato possibile giocare abbiamo fatto un grandissimo percorso, siamo infatti saldamente in testa alla classifica con 16 punti di vantaggio sulla seconda. Tutto ciò è frutto di che cos’è il Monza, una società forte che sa cosa significa vincere. L’ambizione è quella di arrivare in Serie A nel più breve tempo possibile, questo porta a fare grandi risultati e campionati di altissimo livello”.

Rimanendo alla sua esperienza a Monza, potrebbe descriverci che tipo di persona è un dirigente del calibro di Adriano Galliani?

“Lui è un personaggio che ha fatto la storia del calcio ed è uno dei dirigenti più vincenti nel nostro paese e non solo. È una persona che ha carisma e ambizione. La sua voglia di vincere e di fare bene la si percepisce standogli vicino e questo trascina tutto l’ambiente. Inoltre è un dirigente che sta molto vicino alla squadra, la sua presenza si sente e dà una grande carica a tutto il gruppo”.

Parlando invece del futuro, continuerà la sua esperienza al Monza?

“Ad inizio anno ho parlato con il dottor. Galliani, facendo inizialmente un anno di contratto. Allo stesso tempo parlammo però, con lui e con il ds Antonelli, di un rinnovo automatico in caso di promozione. Di questo ne stiamo già parlando e penso non ci saranno problemi nel farlo. Ora pensiamo a superare questo momento di difficoltà e poi risolveremo la questione”.

Arriviamo alla sua esperienza a Salerno. Che ricordo ha della stagione 2014/15 della promozione in Serie B e della partita contro il Barletta che certificò la vittoria del campionato?

“È un ricordo che porterò sempre con me, un qualcosa di indimenticabile. Ricordo di un boato dei tifosi mentre noi eravamo in campo, ormai già sul 3-1 in nostro favore. Inizialmente intuimmo qualcosa, poi ci arrivò la conferma dalla panchina del pareggio del Messina contro il Benevento. Da quel momento in poi successe di tutto, in campo eravamo più a Benevento che a Salerno negli ultimi dieci minuti. Salerno è una piazza fantastica che porto nel cuore, come tutti i tifosi granata che sono davvero incredibili”.

Sempre rimanendo su quella stagione, avete mai avuto paura di perdere quel campionato oppure siete stati sempre convinti di poterlo vincere?

“Paura di perderlo mai, perché eravamo consapevoli di essere una buona squadra e un ottimo gruppo. Però sapevamo di non poter mollare mai, il Benevento era un’ottima squadra e c’erano tanti campi difficili, in cui andare a vincere non era assolutamente semplice. Forse proprio questa consapevolezza di non dover abbassare mai la guardia è stata l’arma vincente, che ci ha permesso di vincere il campionato”.

Quella Salernitana fu ottimamente guidata da Menechini, che tipo di allenatore e di persona è il mister?

“Il mister quell’anno è stato incredibile, è stato bravo ad isolarsi e a fare le sue scelte senza farsi condizionare da nessuno. Manteneva sempre la tranquillità, soprattutto nei momenti più critici, senza farsi prendere dall’ansia. Tutto ciò lo trasmetteva a noi calciatori negli allenamenti e in partita”.

Della squadra della promozione a quali giocatori si affezionò di più? Quali erano i punti di riferimento del gruppo?

“Quell’anno eravamo sempre insieme e un gruppo davvero unito, infatti almeno una sera a settimana uscivamo tutti quanti. Ancora oggi faccio le vacanze e mi sento spesso con Bovo, poi sono rimasto in contatto con Colombo, Trevisan, Perrulli”.

La stagione successiva in Serie B in granata invece fu un po’ più problematica. Cosa non funzionava davvero in quella squadra, tanto da portare all’esonero di Torrente con il ritorno di Menechini in panchina?

“Guarda io ripenso spesso a quella stagione, perché siamo partiti benissimo e già si parlava di Serie A. Forse però si sono create delle aspettative troppo alte, per una squadra che aveva però poca esperienza in B e per un gruppo che rispetto a quello della promozione era stato un po’ cambiato. Così siamo incappati in un periodo negativo e non siamo stati bravi a venirne fuori. Per fortuna poi siamo riusciti a riprenderci nel finale, salvandoci ai play-out.”

Nella stagione 2012/13 ha giocato a Varese, sfiorando i play-off per andare in Serie A. C’è un po’ di rammarico per non averli centrati, compiendo quella che sarebbe stata un’impresa per una piazza come Varese?

“Sicuramente si c’è stato grande rammarico, avevamo fatto una grandissima stagione e meritavamo i play-off. Addirittura a 10 giornate dalla fine eravamo a quattro punti dal secondo posto e ricordo quanto il nostro presidente credesse nella promozione diretta. Una volta venne nello spogliatoio a dircelo, era proprio convinto di potercela fare. Come lo eravamo noi, anche perché avevamo una grande squadra e un gruppo molto coeso. Però sai il calcio è così, non puoi mollare un attimo e forse noi nel finale ci sedemmo un po’, infatti facemmo sette sconfitte consecutive. Così subentrano le difficoltà, non hai la stessa disinvoltura nel compiere le giocate che facevi prima e ci siamo ritrovati a perdere i play-off all’ultima giornata. Infatti perdemmo di misura, 2-1, contro il Brescia”.

Arrivando alla Salernitana attuale, come giudica la stagione e pensa possa puntare ai play-off per andare in Serie A?

“La Salernitana continuo a seguirla ed è una squadra che ha un’identità di gioco precisa. Le idee e la mano del mister si vedono e questo potrebbe essere un ottimo vantaggio. Nei momenti di difficoltà infatti ci si può aggrappare alle proprie idee e principi, per cercare di uscirne fuori al più presto. Quindi secondo me la Salernitana potrà giocarsi benissimo le sue carte ai play-off”.