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Tisci: “Mi metto in gioco da solo come allenatore. Zeman maestro. Venturato merita la Serie A”

22.05.2021 19:00 di Christian Pravatà  Twitter:   
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
Tisci: “Mi metto in gioco da solo come allenatore. Zeman maestro. Venturato merita la Serie A”

Ivan Tisci è stato uno dei centrocampisti più talentuosi della Serie B di inizio ventunesimo secolo. Estro e fantasia che l'hanno reso un beniamino delle piazze in cui ha giocato. Cresciuto nel Genoa, nato da trequartista e poi diventato negli anni regista a tutto campo, il classico centrocampista col vizietto del gol e una rara abilità sulle punizioni, che oggi l'avrebbero reso indispensabile anche al Fantacalcio. Tisci ha giocato in piazze molto importanti: Pescara (dove vive tuttora) è diventata la sua seconda casa, ma ha lasciato il segno anche ad Avellino con Zeman, senza dimenticare gli anni di Modena e Foggia. Uno che sapeva imporsi in piazze calde dove c'erano grandi pressioni. Dopo aver chiuso la sua carriera col Cervia, dove ha pure mosso i suoi primi passi da allenatore, prima di entrare nello staff di Cristian Bucchi, con cui ha lavorato al Benevento e all'Empoli, vivendo due intense stagioni in Serie B. Oggi il giovane allenatore genovese d'origine ma pescarese d'adozione ha deciso di mettersi in proprio, conseguendo il patentino UEFA A per allenare fino alla Serie C. Capitan Tisci, come era soprannominato da giocatore, è pronto per una nuova sfida come svelato al sito www.NicoloSchira.com.

"Ho fatto una scelta importante, dopo tanti anni al fianco di Cristian Bucchi e anche grazie a Cristian. Io e lui siamo amici e fratelli da quando giocammo insieme a Modena: non avevamo lavorato assieme all'inizio perchè temevamo di intaccare un bellissimo rapporto con qualche screzio di lavoro. Nei due anni con lui ho imparato tanto, ho rivisto il mondo del calcio professionistico da un'altra prospettiva e le esperienze al Benevento e all'Empoli mi hanno dato tantissimo. Grazie a lui, dopo aver fatto cinque anni di dilettanti al Cervia dove allenavo anche la squadra aiutando formalmente l'allenatore, ho capito che il campo e il ruolo da allenatore erano il mio futuro. Visto anche che eravamo fermi da tanto tempo, e nello staff è difficile riuscire a lavorare tutti, ho svolto il corso a Coverciano e mi manca solo l'esame per diventare allenatore UEFA A. Cristian mi ha spronato dicendomi che ce l'ho nel sangue. La mia intenzione è di mettermi in proprio e spero di avere un'opportunità di mostrare ciò che valgo. Non faccio una questione di categoria, non voglio nè bruciare le tappe, nè partire da zero: ho anni di esperienza da giocatore, ho lavorato nei dilettanti capendo i sacrifici che fanno e lavorando nelle difficoltà e sono convinto di poter dare tanto. Spero che arrivi un'occasione, anche se sono alle prime armi, ma credo di poter partire dalla Serie C o da un progetto interessante in Serie D. La voglia e la passione ci sono, aspetto solo la mia chance".

"Mi ritengo fortunato, ho girato tanto ma ho avuto sempre grandi allenatori da cui ho preso ogni volta qualcosa. Il Maestro per me rimane sempre Zeman sotto ogni punto di vista: mi ha trasmesso tanto dal punto di vista calcistico, ma soprattutto umano. Dice poche parole, ma mi ha trasferito sensazioni che in pochi sono riusciti a darmi. Mi piacerebbe portare sul campo qualcosa di Zeman, anche se copiare un allenatore è impossibile. E vorrei portarmi dietro qualcosa di Pioli, che avevo al Modena quando era molto giovane e ora è uno dei migliori in Serie A. Al Pescara mi ha allenato Galeone, un grande esteta che ha sempre apprezzato i giocatori tecnici: da lui vorrei questo, la passione per il bel gioco. Mi hanno allenato anche Delio Rossi e Viscidi, che ora è il responsabile delle nazionali giovanili italiane. Zeman è il mio maestro calcistico, ma da ogni tecnico ho preso qualcosa. Da Bucchi, in questi due anni, ho imparato come si lavora nel calcio moderno e sul campo, con l'occhio di un allenatore".

"Al Pescara ho vissuto una delle mie più belle avventure calcistiche. Ero in squadra nell'anno in cui sfiorarono la Serie A, con De Canio e un centrocampo col sottoscritto, Sullo, Gelsi (che sbagliò il rigore nello spareggio-promozione con la Reggina, ndr) e Allegri. A gennaio però ero andato a Vicenza in Serie A, venendo scambiato con Luiso. Dopo questo prestito ho vissuto altri due anni a Pescara, una piazza importante che spero torni alla ribalta. Pescara in Serie C? Tocchi una nota dolente, perchè a Pescara mi ci sono trasferito anche per questioni d'amore da un anno. Una città che è la mia seconda casa, pur essendo nato a Genova: sono molto legato alla squadra e a Pescara. Sono dispiaciuto per quello che è successo al Pescara, ho vissuto la retrocessione da tifoso e mi sono intristito. Sebastiani ora viene ricordato per la retrocessione in Serie C, ma ha portato due volte il club in Serie A. Il Pescara merita di stare ogni anno in Serie B lottando per salire nella massima categoria. Spero che ora si possa fare un bel ripulisti e partire con un progetto ambizioso, tornando in B e magari in A. D'altronde, già l'anno scorso aveva rischiato grosso...".

"La squadra è di valore, con un attacco composto da giocatori reduci dalla Serie B e un tecnico importante come Mignani, che ha saputo anche dare un bel gioco, non scontato per la Serie C. Modena è una piazza importante e meriterebbe la Serie B: lo vedo bene in Serie A. Tantissime piazze da urlo stanno facendo i playoff di Serie B, e si potrebbe presto tornare a vedere una Serie B che diventa una A-2, se le varie piazze di livello (Bari, Modena, ecc) torneranno nel torneo cadetto nei prossimi anni. Così come meriterebbe di nuovo la massima categoria il Vicenza, con cui ho giocato in Serie A".

"Ci ho giocato nel 2007/08, e tra le tante piazze dove ho giocato, come tifoseria, Foggia e Pescara sono state le migliori. Foggia vive di calcio, segue la squadra in ogni categoria e credo che la società abbia fatto un grandissimo lavoro dopo il ripescaggio. Hanno scelto un allenatore giovane, cosa che spero in futuro altri possano fare col sottoscritto (sorride, ndr), ed è stato bravo Marchionni a dare un buon gioco, esprimere un buon calcio e giocarsi lo spareggio-playoff con una corazzata come il Bari, che purtroppo non è andato bene. Una piazza che in futuro tornerà in palcoscenici diversi".

"Ad Avellino con Zeman ero il più vecchio della squadra insieme a Giovanni Stroppa, tutti gli altri erano molto giovani con Nocerino, Capparella, Kutuzov, Contini... Gente che poi ha giocato anni e anni in B e in A. Non andò bene dal lato sportivo. Da quello personale, invece, ho realizzato lì il mio record di gol in Serie B e ho un ottimo ricordo della piazza, che poi ho lasciato per andare a Modena. Avellino ha preso un allenatore che è una certezza: Braglia è un veterano, conosce meglio di tutti la categoria e ha fatto un lavoro enorme anche a Cosenza in Serie B. Lui e Auteri, che è stato richiamato a Bari, possono fare grandissime cose nei playoff e giocarsi la promozione in Serie B".

"Ci sono arrivato ragazzino dopo l'esperienza nel vivaio al Genoa, e ho trovato un certo Alberto Zaccheroni dopo aver avuto Maifredi e Franco Scoglio al Grifone. Quel Cosenza, in Serie B, era ai tempi una delle piazze più ambite, perchè si giocava sempre la Serie A. C'è grande rammarico per la retrocessione, ma spero che i Lupi possano tornare subito in Serie B".

"Col Benevento uscimmo contro di loro nella semifinale playoff. Per la promozione in Serie A punto sul Cittadella, e non mi spiego come sia possibile che in questi cinque anni nessuno abbia dato la possibilità di allenare in Serie A a un tecnico come Venturato. La merita, ampiamente. Ogni anno riesce a dare continuità, al di là dei giocatori presi da un fenomeno come il direttore Marchetti, e meriterebbe un palcoscenico in Serie A come l'hanno avuta tanti altri. Ora si giocherà la finale con Paolo Zanetti, che aveva fatto grandi cose già ad Ascoli, ma di Venturato posso dire solo il meglio e il Cittadella meriterebbe la Serie A. Per lui sarebbe un grande sogno, ma sarebbe uno smacco per tutti quelli che non l'hanno chiamato...". 

"Ci sono tanti giovani di valore. Mi piace guardare i centrocampisti per "deformazione professionale" e trovare giocatori bravi nei calci piazzati, perchè mi attirano l'occhio essendo stato bravo nelle punizioni. Barberis del Monza è un centrocampista che mi fa impazzire, ci sono tanti centrocampisti di valore a Pordenone... In Serie C non ho ancora visto giocatori con caratteristiche simili alle mie, che ero nato trequartista ed ero diventato un regista: se dovessi allenare vorrei un giocatore così, ma sono difficili da trovare. Mi piacciono molto, parlando di Serie A, Barella e Villar. La Nazionale ha un centrocampo importante, e Sensi secondo me è un centrocampista di qualità superiore, con un'intelligenza calcistica che va oltre ogni immaginazione. Uno che abbia capacità balistiche simile alle mie devo ancora trovarle, anche se ho allenato al Benevento Nicolas Viola, con cui ho stretto un bel rapporto e che si avvicina molto a com'ero io. Sulle palle inattive è determinante, vede la porta, molto intelligente e poi l'ho allenato, quindi lo conosco benissimo".


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