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ESCLUSIVA TB - Mutti: “Genoa, fidati di Blessin. Bari bella realtà, Pisa delusione. Sorprendente l’esonero di Castori. E quella volta che il mio Messina sconfisse il Milan a San Siro”

ESCLUSIVA TB - Mutti: “Genoa, fidati di Blessin. Bari bella realtà, Pisa delusione. Sorprendente l’esonero di Castori. E quella volta che il mio Messina sconfisse il Milan a San Siro”TuttoB.com
Mutti
© foto di Federico De Luca
giovedì 29 settembre 2022, 08:00Le interviste di TB
di Marco Lombardi

In esclusiva ai microfoni di TuttoB.com è intervenuto Bortolo Mutti, già allenatore tra le altre di Atalanta, Messina e Palermo.

Sorpreso dall’inizio sprint di Reggina e Brescia, a braccetto in vetta alla classifica?

“Fino a un certo punto. A Reggio Calabria, con l’arrivo di Inzaghi, è stata allestita una squadra competitiva, per cui c’era da aspettarsi una partenza forte; i risultati finora ottenuti premiano il lavoro della società e dell’allenatore. Il Brescia, invece, dopo un’annata turbolenta è partito col piede giusto e i segnali sono positivi”.

Blessin è l’uomo giusto per riportare il Genoa in Serie A?

 “Era lecito attendersi qualcosa di meglio, considerato il valore della rosa e il blasone della piazza. A ‘Marassi’ il pubblico incide tanto e Blessin, essendo un trascinatore, è in grado di infiammarlo. Detto questo, le pressioni sono fortissime e il Genoa necessita di un periodo di adattamento alla categoria, ma sono convinto che i rossoblù, sotto la guida del tecnico tedesco, disputeranno un grande campionato, anche se non sarà una passeggiata l’immediato ritorno nella categoria che compete loro”.

Il Venezia, invece, rischia di restare ingabbiato nella parte bassa della classifica? Qualcuno già paventa lo spettro del doppio salto all’indietro, come è avvenuto per il Crotone, sprofondato dalla A alla C in due anni.

“Dopo la retrocessione la società ha cambiato tanto: dai dirigenti ai giocatori, passando per l’allenatore, Javorcic, che ha dato un’impronta diversa. Certo, ci si attendeva una partenza più autoritaria, però la squadra è attrezzata per dire la sua nel contesto di una Serie B, quella di quest’anno, incertissima, estremamente competitiva e dai valori tecnici altissimi”.

Parliamo di Bari e Palermo, due realtà che lei conosce molto bene.

“I galletti sono partiti alla grande e, sullo slancio della passione della piazza, sono saliti alla ribalta del torneo. Il Bari gioca bene e dispone di individualità molto interessanti come Cheddira e Caprile; è una bella realtà, alla quale auguro di ottenere risultati ancora più proficui. Quanto al Palermo, ritengo che le attese fossero superiori alle possibilità. Anche l’avvento della nuova proprietà, cui è seguito il cambio di guida tecnica, probabilmente ha ‘scombussolato’ un po’ le cose e eroso qualche certezza. L’avvio è stato, forse, più sofferto del previsto, ma è normale per una neopromossa; a Corini serve tempo. Certo, City Group è ambiziosissimo e anche la piazza pretende tanto, com’è giusto che sia, ma non bisogna chiedere la luna: un passo alla volta”.

Già sei panchine saltate: silurare l’allenatore è sempre la soluzione più facile, anche quando le colpe maggiori sono di altre figure…

“L’allenatore è sempre il capro espiatorio… Detto del Palermo, mi ha sorpreso l’esonero di Castori, tecnico molto saggio e grande conoscitore della categoria; il Perugia poteva concedergli più tempo. A Benevento c’è una piazza esigente e con Caserta i risultati stentavano ad arrivare, mentre a Como, purtroppo, l’avvicendamento in panchina è stato un atto dovuto, alla luce dei problemi di salute di Giacomo Gattuso. Il Pisa invece ha fatto un passo indietro congedando Maran e richiamando D’Angelo, un cambio dettato dalle aspettative e dalle pressioni della piazza, molto legata al tecnico pescarese che in nerazzurro ha fatto grandi cose. Che dire poi del Sudtirol? L’esonero di Zauli prima ancora che il campionato avesse inizio è fuori da ogni logica”.

A proposito di allenatori: che ne pensa di Cannavaro a Benevento?

“Finora ha sempre allenato all’estero, dove ha acquisito un’esperienza importante, e come tecnico non si discute. È chiaro anche che la B richiede una certa mentalità, per cui per lui sarà un banco di prova stimolante”.

Più deludente il Pisa, che l’anno scorso sfiorò la Serie A in finale playoff, oppure il Como di Fabregas e Cutrone?

“Tra le delusioni aggiungerei anche il Parma… Detto ciò, il penultimo posto del Como, visto l’organico da primissime posizioni dei lariani, è raccapricciante, sebbene siamo solo alla sesta giornata di campionato. Il Pisa fanalino di coda, invece, è in assoluto la sorpresa in negativo”.

Diciotto anni fa, di questi tempi, il suo Messina batteva (1-2) il Milan di Carlo Ancelotti alla ‘Scala del Calcio’. Che ricordi ha di quella partita?

“Tanti tifosi giallorossi mi mandano ancora messaggi e video del match, una pietra miliare del calcio messinese. Se penso che quell’anno arrivammo settimi in Serie A, mi piange il cuore nel vedere, oggi, il Messina in Serie C”.