Palermo, Pohjanpalo: "Se potessi segnare meno ma centrare l’obiettivo del Palermo, lo farei"
Joel Pohjanpalo sta vivendo uno dei momenti più brillanti della sua avventura al Palermo. Il bomber finlandese, intervistato da “Il Giornale di Sicilia”, ha fatto il punto sul presente, sulle ambizioni personali e di squadra, sul rapporto con Inzaghi, i compagni e la città di Palermo. Un dialogo a tutto campo che racconta bene quanto ormai si senta al centro del progetto.
Sul momento della squadra, Pohjanpalo parte dai numeri, ma guarda subito oltre: "Le ultime partite sono state davvero belle. Certamente 10 gol e 4 vero assist in 15 partite rappresentano un ottimo score. Ma ormai questo è passato, dobbiamo concentrarci sul futuro. Credo che nessuno sia intoccabile, dobbiamo dare tutti il massimo in campo. Chi è nella forma migliore scende in campo per aiutare la squadra, questa è la mentalità del Palermo. Ora la concentrazione è rivolta alla partita con la Sampdoria, dobbiamo continuare così.
Penso che tutti attraverseranno momenti buoni e momenti meno facili. Il punto è: come si fa a ribaltare la situazione? Abbiamo analizzato le difficoltà avute nell’ultimo mese e abbiamo apportato alcune piccole modifiche al nostro modo di giocare. Adesso stiamo creando molte più opportunità per segnare e in difesa siamo anche più sicuri. In Serie B c’è un’evoluzione continua, le altre squadre imparano da te e tu impari da loro. Dobbiamo dare il meglio di noi settimana dopo settimana".
Niente proclami, ma tanta concretezza, anche quando si parla di obiettivi: "Non sono scaramantico, ma non amo fare proclami. A breve termine voglio continuare ad aiutare il Palermo: con i gol, coni movimenti, con la mentalità. E l’obiettivo della squadra è esattamente questo: continuare a crescere e a lottare in ogni partita come fosse una finale. Tutti sappiamo qual è il sogno da raggiungere, ma preferiamo dimostrarlo con i fatti".
Il momento di svolta personale, Pohjanpalo lo individua senza esitazioni: "Palermo-Carrarese e la tripletta davanti a mio padre. In quella gara ho avuto molte vibrazioni positive. È stato un passaggio fondamentale".
Sul tema “crisi dei bomber”, il finlandese è chiarissimo: "Io non credo alla crisi dei bomber. Credo alla qualità del lavoro. In Serie B ci sono difese molto organizzate, spazi ridotti, intensità altissima. Per segnare servono pazienza e continuità. Io provo a essere sempre dentro la partita, a fare i movimenti giusti e a non forzare le giocate. I gol arrivano come conseguenza".
Al centro del suo rendimento c’è anche il rapporto con Pippo Inzaghi, tecnico che parla la stessa lingua degli attaccanti: "È molto diretto. Il mister è stato attaccante e questo si sente: ti capisce al volo, ti parla con semplicità, ti dà dettagli che fanno la differenza. Dal punto di vista umano trasmette energia e fiducia, dal punto di vista tattico ha una chiarezza cheti permette di esprimerti al meglio. Mi ha convinto soprattutto la sua capacità di valorizzare le qualità dei giocatori senza mai snaturarli".
Un altro punto fermo, per lui, è l’amicizia con Jesse Joronen: "Averlo qui è un grande valore. Ci conosciamo da anni, so come ragiona e lui sa come tirare fuori il meglio da me anche solo con una parola. Quando è è nata la trattativa gli ho detto che Palermo sarebbe stata la scelta giusta, una città e una piazza dove avrebbe trovato una dimensione importante. Sono felice che anche Jesse stia entrando nel cuore dei tifosi rosanero grazie a prestazioni superlative".
Parole al miele anche per Matteo Brunori, capitano e riferimento dello spogliatoio: "Con Matteo ho un rapporto ottimo. È un ragazzo serio, un capitano vero anche quando non indossa la fascia. Non ha di certo bisogno di consigli perché sa benissimo che l’unica strada da percorrere è continuare a a lavorare come ha sempre fatto. Nessuno penso possa dimenticare ciò che ha fatto per il club e che tipo di contributo ha dato. Penso che tutti debbano ricordarlo, con il massimo rispetto per lui".
Nel confronto tra Venezia e Palermo emerge tutta la specificità della piazza rosanero: "A Venezia ho vissuto un’esperienza bellissima, Palermo ha una diversa. Qui il calcio è nella quotidianità delle persone: lo senti per strada, negli sguardi, nell’energia della città. Mi piace questa intensità. Ti responsabilizza e allo stesso tempo ti dà una spinta enorme".
E proprio a Palermo Joel sente di essere cresciuto anche come uomo: "Da quando sono arrivato sente di essermi evoluto nella mentalità e nell’approccio al lavoro. Un’immagine simbolica della mia avventura? Il benvenuto delle centinaia di tifosi che mi acclamavano al Barbera".
Sul progetto del City Football Group, Pohjanpalo percepisce una direzione chiara: "Il futuro è roseo. Si sente la struttura del City Football Group alle spalle, si percepisce un’organizzazione che guarda lontano. Per un giocatore è stimolante: ti fa capire che sei dentro un viaggio che non riguarda solo il presente, ma ha una visione più ampia".
L’Italia, dal canto suo, lo ha trasformato calcisticamente: "Mi ha aiutato a crescere nella lettura delle situazioni, nella disciplina tattica, nel saper muovermi con precisione anche contro difese molto chiuse".
Leader dentro e fuori dal campo, ma sempre al servizio del gruppo: "Qui sono lo stesso che ero a Venezia. Lì c’era una storia particolare, qui ce n’è un’altra. Credo che un leader debba assumere la forma che serve alla squadra: parlare quando necessario, ascoltare quando serve, farsi trovare pronto nei momenti decisivi".
Il legame con Palermo, poi, va oltre il semplice contratto: "Sento davvero che Palermo sta riscrivendo una parte importante della mia storia. Qui ho trovato un senso profondo nel mio lavoro. Se dovessi aggiungere un capitolo, forse lo titolerei “Il meglio deve ancora venire”. Quello con il Palermo è un matrimonio solido, basato su fiducia e obiettivi condivisi. Il fatto che il contratto sia lungo mi permette di lavorare con serenità e allo stesso tempo di sentire la responsabilità di lasciare un segno. Palermo è una piazza che merita dedizione totale".
E alla fine, tra ambizioni personali e obiettivi di gruppo, la sua scala di valori è chiarissima: "Senza dubbio la priorità è la squadra. I traguardi individuali hanno valore solo se contribuiscono a qualcosa di più grande. Se potessi scegliere di segnare meno ma raggiungere l’obiettivo del Palermo, lo farei senza esitazione. Perché ciò che resta, alla fine, è sempre il percorso della squadra".


