GazzSport - Monza, Bianco: "Non possiamo più permetterci di abbassare il livello. Avete presente Sinner e Alcaraz?"
Nella sua lunga intervista pubblicata sulla Gazzetta dello Sport, Matteo Brega raccoglie le riflessioni di Paolo Bianco, tecnico del Monza capolista della Serie B.
Di seguito un estratto.
«Il tempo necessario per diventare squadra dipende dai giocatori», spiega Bianco a Matteo Brega della Gazzetta dello Sport, sottolineando come il fattore decisivo sia sempre la disponibilità del gruppo. Un esempio arriva da Keita: «Non mi piaceva come si allenava. Ora sì. Io non sono cambiato: ho fatto ciò che andava fatto come persona, non come allenatore».
Alla Gazzetta dello Sport, Bianco racconta anche il periodo di dieci mesi vissuto lontano dal campo, dopo Modena e prima di Frosinone: «Ho lavorato tantissimo su me stesso. Mia moglie Marzia, illustratrice, è fondamentale per il mio equilibrio. Tanti hanno il mental coach, io ho mia moglie».
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La rosa, afferma Bianco nella conversazione con la Gazzetta dello Sport, è di livello altissimo: «Allenare questo gruppo è più facile: ci sono giocatori forti. La mia paura è che la squadra si accontenti, ma mi stanno dimostrando il contrario. Non possiamo più permetterci di abbassare il livello. Guardate Sinner e Alcaraz…».
Sul valore delle vittorie: «La casualità non esiste, tutto ha un senso». Sulla strategia: «Giocare semplice è la cosa più difficile. Ogni partita ha una strategia diversa, restando fedeli ai propri principi».
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Il tecnico riflette poi sul ruolo dell’allenatore moderno: «Allenare, comunicare, gestire. Avere vissuto lo spogliatoio da calciatore aiuta. Così diventi un tecnico completo». Su De Zerbi e Allegri è netto: «Roberto mi ha regalato l’esperienza più bella della vita. Max è troppo avanti nella gestione delle difficoltà».
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Poi la sua filosofia: «Io non sono un allenatore: io faccio l’allenatore. Prima di tutto sono una persona». Una normalità che rivendica con orgoglio: «Pago le bollette, faccio la spesa, pulisco casa, vado in ricicleria. Sono Paolo».
E sul suo luogo dell’anima non ha dubbi: «Dove c’è la mia famiglia. E a Orsara di Puglia, il paese di mia madre: lì ritrovo equilibrio, lì sto bene».


