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GazzSport - Vendeva suole, faceva gli schemi con gli shampoo ed è arrivato in A. E ora Alvini incanta col Frosinone

GazzSport - Vendeva suole, faceva gli schemi con gli shampoo ed è arrivato in A. E ora Alvini incanta col FrosinoneTuttoB.com
© foto di Stefano Martini TuttoFrosinone
Oggi alle 14:30Frosinone
di Angelo Zarra
fonte gazzetta.it

Massimiliano Alvini ha costruito la sua filosofia di gioco ammirando Baggio, studiando Sarri e disegnando gli schemi con le bottigliette di shampoo. Ha iniziato ad allenare per passione. Nel 2000 guidava una squadra amatoriale di amici nel campionato Uisp: la Ferruzza. Aveva smesso con il calcio giocato da pochi mesi, si divertiva tra i dilettanti. Il suo vero lavoro era vendere suole per calzature nell’azienda di famiglia. “Allenavo e vendevo, qualunque fosse la categoria – ha raccontato -. L’ho fatto per 22 anni, fino al 2013. Poi ho scelto il pallone”. La gavetta l’ha portato da Fucecchio, il suo paesino d’origine in provincia di Firenze, fino alla Serie A con la Cremonese nel 2022. In questa stagione sulla panchina del Frosinone sta stupendo tutti: i gialloblù dopo essersi presi la vetta della B, ora sono terzi a quota 14. Il Modena capolista è soltanto a +3. Finora hanno collezionato quattro vittorie e due pareggi: l'unico ko è arrivato nell'ultimo turno contro il Venezia.

DAL BARATRO ALLA VETTA - Eppure, qualche mese fa, le idee rivoluzionarie di Alvini non sono riuscite a salvare dal baratro il Cosenza. L’allenatore ci ha provato in tutti i modi: i punti di penalizzazione, l’esonero a fine febbraio, il ritorno in panchina il 30 marzo per lo sprint finale. Nulla da fare, ultimo posto e retrocessione in Serie C. Il tecnico toscano però non ha mai avuto paura del fallimento. Quando guidava il suo gruppo di amici della Ferruzza ripeteva: “Non alleno per vivere, ma vivo per allenare”. Il pallone gli ha cambiato la vita. Nonostante la gavetta, i sacrifici, le rinunce e le sconfitte. In estate, Alvini si è rimesso subito in gioco ed è ripartito da Frosinone. I risultati di questo inizio di campionato gli stanno dando ragione.

GLI SCHEMI CON LO SHAMPOO - Alvini ammirava Baggio e Vialli in tv, la sua carriera da calciatore però si è fermata all’età di 30 anni per un brutto infortunio al ginocchio. Dopo l’esperienza negli amatori ha iniziato sulla panchina del Signa, la piccola squadra toscana per cui ha giocato. Poi il Quarrata in Eccellenza e il Tuttocuoio. È nel club di Ponte a Egola – frazione di San Miniato Basso con appena 7 mila abitanti – che dalla Promozione è riuscito ad arrivare fino in Serie C. Un’esperienza fantastica durata sette stagioni, dal 2008 al 2015. Chi in quel periodo ha lavorato con lui racconta delle docce infinite per studiare gli schemi: “Il sabato mattina, dopo la rifinitura, entrava nello spogliatoio e mentre facevamo la doccia utilizzava le bottiglie di shampoo e bagnoschiuma per spiegarci come avrebbero giocato i nostri avversari il giorno successivo”. E ancora: “Il mister pensava solo al calcio, notte e giorno. Studiava le squadre nei dettagli, organizzava ogni contromossa. Era geniale e maniacale allo stesso tempo. Ci trasmetteva una grinta e una carica impressionanti”.

LA TESI SU SARRI - La carriera di Alvini è proseguita tra Pistoiese, Albinoleffe, Reggiana, Perugia, Spezia. I chilometri percorsi lo hanno portato anche in Serie A con la Cremonese. E pensare che fino al 2013 si divideva tra suole e pallone. Il calcio ha regalato all’allenatore di Fucecchio pure tanti amici. Con Spalletti si sono incrociati sui campi di provincia, Sarri è stato un maestro. Al corso di Coverciano, l’attuale tecnico del Frosinone ha presentato una tesi a lui dedicata: “Dal modello di gioco alla preparazione della partita: affrontare il Napoli di Maurizio Sarri”. Due toscani che dopo tanta gavetta sono riusciti ad affermarsi. In Serie A, Alvini ci è rimasto pochi mesi. Proverà a tornarci quest’anno con il suo Frosinone. Stavolta le scarpe sono quelle giuste.