GazzSport - Al Barbera una sfida d'altri tempi: quando Palermo-Samp valeva la Champions... Con Messina Denaro in tribuna
"Santa Rosalia ci fa la grazia e vinciamo 3-0” sentenziano i paninari fuori dal Barbera, un’ora prima della sfida più importante della storia rosanero. Palermo, dopotutto, sui binari dell’alta velocità targati Champions League non è mai salita. Li ha accarezzati nel 2004-05, da neopromossa in A, smarrendo la via ad aprile. Nel 2010, però, il treno può passare per davvero: 9 maggio, penultima giornata, e al Barbera arriva la Sampdoria quarta a quota 64. I rosanero, due punti sotto, pregustano il sorpasso. Le due squadre mettono piede in campo accolte dalla più grande affluenza di sempre alla Favorita: 35.872 spettatori. Tra loro c’è anche un super latitante, come si scoprirà più avanti. Per l’ultima volta, come recita la coreografia della Nord, “Palermo sogna una notte di stelle”. È una domenica che sa di passaporto per la leggenda, almeno per una delle due contendenti. Oggi Palermo-Sampdoria si gioca di venerdì, ed è l’anticipo della sedicesima di Serie B.
MESSINA DENARO IN TRIBUNA - Un flash sulle formazioni. Fra i rosanero di Delio Rossi, quel 9 maggio, Pastore ispira Miccoli e Cavani: il compatto 4-4-2 di Delneri invece mira soprattutto a non perdere, ma non rinuncia alla qualità di Cassano e Pazzini che si presentano in Sicilia con 26 gol in due, oltre la metà dei centri complessivi dei blucerchiati. Le coppie d’attacco sono le più attese di una sfida che non vuole perdersi nessuno: alla Favorita si registra il record di affluenza, un primato ancora imbattuto. Nessuno, a Palermo, stacca gli occhi da quanto accade sul campo. E siccome tutti gli sguardi sono puntati lì, o al massimo alla televisione, passa inosservata la tribuna, dove si è appena seduto Matteo Messina Denaro, latitante da quasi vent’anni, accomodatosi con una maglia rosanero per non dare nell’occhio. In campo si sognano le luci della Champions, sugli spalti si parlotta losco: con lui si siedono altri uomini, parlano senza gesticolare. Una riunione fra vecchie e nuove generazioni di Cosa Nostra: dell’1-1 finale a loro non interessa.
RIMPIANTO BUDAN - Già, a Palermo il treno Champions fa solo transito. Giusto quei novanta minuti: si presenta brusco come il rigore con cui Pazzini la sblocca, poi restituisce un briciolo di speranza quando Miccoli trasforma il suo, di rigore, per il pari. Se completano la rimonta, i siciliani mettono il muso davanti per l’ultima giornata di campionato, e diventano padroni del loro destino. Le porte della Champions si aprono davanti a Igor Budan, minuto 83: Storari è a terra, il rimpallo premia l’attaccante subentrato che deve solo insaccare di testa a porta vuota. Ma il tap-in diventa un tap-out. Fuori. Budan non ci ha dormito per anni: “Sarebbe stato il gol più importante della mia carriera. Oggi lo cambierei con tutti gli altri”. In un universo parallelo, qualche mese dopo i rosanero alla Favorita ospitano il Real Madrid nel girone di Champions. In questa dimensione, invece, il Palermo si accontenta del quinto posto e dell’Europa League, prima degli anni bui coincisi con la discesa nei Dilettanti, dopo il fallimento del 2019, e la risalita fino alla Serie B. Dove incontrano di nuovo la Sampdoria.
IN SERIE B - Da Miccoli-Pazzini al duello fra Pohjanpalo e Massimo Coda. Il vizio del gol veste ancora sia di rosanero che di blucerchiato. Anche oggi Palermo-Sampdoria, a distanza di quindici anni, mette in palio biglietti per ingressi esclusivi, ma meno luccicanti: i siciliani, partiti con l’obiettivo dichiarato del ritorno in A, sono quarti a -5 dalla vetta. Il Doria singhiozza in fondo alla classifica, appellandosi ai colpi di Coda (lui, come Cassano e Pazzini nel 2010, ha segnato la metà dei gol dei suoi) e confidando di evitare anche quest’anno l’inferno della C. La classifica oggi vede i genovesi penultimi, seppur a sole due lunghezze dalla salvezza diretta. Non sarà la Champions, ma dopo i primi tre mesi (una vittoria soltanto nelle prime dodici giornate) pare grasso che cola.
SAMP, MALEDETTO PRELIMINARE - In quell’infuocato finale di stagione del 2010, la Sampdoria all’ultima giornata ospita il Napoli. Siccome i punti di distacco dalla Champions sono ancora due, a Palermo in tanti ci credono ancora. Come i paninari di cui sopra, che da Santa Rosalia cambiano patrono: “Ora crediamo tutti in San Gennaro” dicono con un sorriso. Il miracolo non avverrà: la musichetta dei sogni, alla fine, risuona comunque al Ferraris. Seppur per una gara sola, il maledetto preliminare col Werder Brema che infrange il sogno europeo dei liguri e spalanca loro porte decisamente più lugubri: a fine anno la Sampdoria vive l’assurda retrocessione in B. Anche sotto la Lanterna, nei quindici anni successivi, il treno che portava al sole non fa più fermate. Ma il tifo, in blucerchiato come in rosanero, non ha perso un decibel. Ieri si cantava per la Champions, oggi si gioca l’anticipo di Serie B: sognando una volta di più di rivederle davvero, quelle stelle.


