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Padova, non sarà facile rimediare agli errori estivi. Carpi, puoi salvarti: Castori sa come si fa. Il Pescara che si sgonfia e l'ennesima panchina saltata

Padova, non sarà facile rimediare agli errori estivi. Carpi, puoi salvarti: Castori sa come si fa. Il Pescara che si sgonfia e l'ennesima panchina saltataTuttoB.com
Rosina
© foto di Nicola Ianuale/TUTTOmercatoWEB.com
giovedì 20 dicembre 2018, 09:30EDITORIALE
di Marco Lombardi

Penultimo posto in classifica (+1 sulla cenerentola Livorno), peggior difesa e quinto attacco meno prolifico della Serie B: sono i numeri horror del Padova. Non serve un genio per capire che si tratta di un rendimento da retrocessione diretta. Dove si annidano le colpe? Se neppure l’avvicendamento alla guida tecnica, da Bisoli a Foscarini, ha sortito gli effetti sperati, probabilmente la risposta va cercata nella conduzione del mercato, infarcita di valutazioni errate. Soffermiamoci brevemente sull’attacco: chiunque, in estate, avrebbe notato la mancanza di un bomber di categoria, ma la scelta è stata quella di affidarsi a gente che la B l’ha vista solo in televisione o il cui apice in cadetteria è di 2 gol. I risultati, inoppugnabili, sono sotto gli occhi di tutti. E ora si cerca affannosamente di mettere una toppa corteggiando qualche ‘califfo’ (Floccari, Calaiò…). Chiaramente la parentesi di mercato invernale dovrà recare in dote non solo una punta (di spessore), perché la squadra necessita di correttivi in ogni dove. La speranza è che non sia troppo tardi, atteso che tutte le pericolanti sono alacremente al lavoro per innervare i rispettivi organici; la certezza è che non si dovrà sbagliare nulla, pena il ritorno immediato negli Inferi della Serie C.

La vittoria ai danni della Salernitana ha riportato il sereno in casa Carpi. In un colpo solo gli emiliani hanno sfatato il tabù ‘Cabassi’, dove non vincevano da 9 mesi, e messo il muso fuori dalla zona rossa. Grandi meriti vanno tributati a Fabrizio Castori, chiamato ad un’altra impresa, dopo quella realizzata l’anno scorso ereditando un Cesena ultimo e allo sbando e trascinandolo ad un’insperata salvezza (sul campo). Un’impresa, perché Castori dovrà ovviare anche alle scelte rischiose (tecnico e dg pescati dai Dilettanti) compiute in estate dal club biancorosso. Mister Chezzi, infatti, è stato repentinamente sollevato dall’incarico dopo un avvio di stagione da dimenticare, facendo rimpiangere il tanto bistrattato Antonio Calabro, che il suo l’aveva fatto egregiamente conquistando una salvezza in carrozza; il dg Stefanelli, invece, ha pagato lo scotto del noviziato a certi livelli in sede di mercato (scommesse esotiche che finora non hanno dato nulla alla causa non avendo mai messo piede in campo, la toccata e fuga di Tutino, spedito a Carpi obtorto collo e in un battibaleno dirottato a Cosenza, la telenovela Mbakogu…). Pleonastico ricordare che la D è una cosa, la B un’altra: due mondi sideralmente diversi.     

Chi sembra progressivamente sgonfiarsi è il Pescara, squadra che finora ha viaggiato al di sopra delle proprie possibilità e adesso sta tornando nell’alveo della dimensione che le è più consona: la zona playoff. L’imbarcata subita al ‘Bentegodi’ da un Verona tuttora convalescente non fa altro che certificare un’involuzione in atto da tempo. I numeri, del resto, non mentono: 18 i punti ottenuti nelle prime 8 gare (senza sconfitte), con 14 gol fatti e 8 incassati; 8 i punti conquistati negli ultimi 8 incontri (4 i ko), con 10 reti realizzate e 13 subite. In totale sono 21 le reti al passivo, che fanno del Delfino la sesta difesa più perforata del campionato. Per ambire a qualcosa di più di un onorevole piazzamento in zona playoff, l’unica via è il mercato.

Intanto prosegue l’ecatombe di panchine. Stefano Colantuono non è più l’allenatore della Salernitana: il tecnico capitolino ha rassegnato le dimissioni. Fatale il flop di Carpi. Se ne va, da signore, un tecnico serio e preparato. La speranza è che il suo gesto possa servire a rivitalizzare una squadra in crisi, con diversi giocatori che al ‘Cabassi’ hanno ‘caracollato’ in campo anarchici e indolenti. A squarciare il buio ci ha pensato Alessandro Rosina, uno che in B, malgrado le 34 primavere, può giocare con la sigaretta in bocca. Ciò di cui è capace l’ex capitano del Toro si è visto nella ripresa, quando ha riaperto praticamente da solo una partita che sul 3-0 per il Carpi era morta e sepolta. Rosina è un esempio e la Salernitana farebbe bene a rimettere la chiesa al centro del villaggio.