Bari, Partipilo: "Grande emozione indossare di nuovo questa maglia dopo dieci anni"

Un ritorno che sa di nuova vita calcistica. In conferenza stampa, Anthony Partipilo ha espresso tutta la sua gioia per il rientro in biancorosso: “Indossare di nuovo la maglia del Bari dopo dieci anni è una grande emozione. Sono davvero felice di essere tornato a casa”.
L’attaccante non ha nascosto un pizzico di rammarico per il ko di Venezia, ma la soddisfazione per la conclusione positiva di una lunga trattativa resta evidente: “La mia estate è stata piuttosto movimentata. Fin dall’inizio del mercato c’erano contatti con il Bari, bisognava solo sistemare alcune questioni con il Parma. Già in passato ero stato vicino al ritorno, ma sappiamo che le trattative non sempre si concretizzano. Alla fine, meglio tardi che mai”.
Poi uno sguardo al proprio percorso, fatto di sacrifici e ripartenze: “Sono andato via da Bari da giovanissimo, ripartendo dalla Serie D. È stato un cammino faticoso, ma passo dopo passo mi sono costruito la carriera. Oggi torno qui più maturo, con maggiore consapevolezza dei miei mezzi”.
Sulle reti messe a segno contro la squadra della sua città: “Non ho mai esultato, non potevo. Da barese era impossibile gioire per un gol segnato al Bari. Ovviamente pensavo alle squadre con cui giocavo, ma il cuore restava diviso a metà”.
L’attaccante si è poi soffermato sul lavoro con il nuovo tecnico Caserta e sulla crescita del gruppo: “Ogni gara si prepara in maniera diversa. Il 4-3-3 è un modulo che conoscevo già, ma il mister ci chiede di avere libertà e inventiva nella metà campo offensiva. A Venezia abbiamo sofferto nei primi venti minuti l’impatto fisico di una squadra importante, ma è normale nelle prime giornate. Questa rosa ha grandi margini di miglioramento: serve lavorare a testa bassa ed eseguire quello che ci viene chiesto. Non esistono reparti separati, conta sacrificarsi tutti insieme per l’obiettivo comune”.
Sulle ambizioni stagionali, Partipilo frena: “La Serie A? È inutile parlarne adesso. Dobbiamo pensare partita dopo partita e capire a che livello siamo. L’esperienza di Frosinone mi ha insegnato che in questo campionato nulla è scontato: dovevamo fare un campionato di vertice e ci siamo giocati la categoria fino all’ultima giornata. Bisogna costruire giorno dopo giorno”.
Infine, un accenno al paragone tra Caserta e Vivarini: “Ogni allenatore ha il suo modo di comunicare, ma nei concetti qualche somiglianza c’è”.