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Il Resto del Carlino - Mastronunzio, il digiuno più pesante del capitano

Il Resto del Carlino - Mastronunzio, il digiuno più pesante del capitano
mercoledì 27 gennaio 2010, 12:30Rassegna stampa
di Claudio Gallaro

Non segna dal 5 gennaio. Quasi un mese di astinenza. Può succedere e gli è già successo a gennaio nelle precedenti stagioni. Salvatore Mastronunzio più che a ritrovare il gol, pensa a ritrovare l’Ancona. Non è un soldato semplice. Non lo era nemmeno la scorsa stagione, ma i gradi di capitano gli impongono ora di scuotere un gruppo che ha preso tre schiaffi a Salerno, senza quasi reagire. Così arrendevole l’Ancona non si era mai vista. Messi nel cassetto, solo temporaneamente (così almeno sperano in casa dorica), i sogni di gloria, la rincorsa parte da Cittadella. C’è sempre Salvatore Mastronunzio a guidarla. Spera di aver smaltito definitivamente quel dolore alla caviglia, dovuto a una botta presa col Mantova, che ha frenato soprattutto la sua corsa. Tre partite senza segnare e con un paio di occasioni da gol alla Mastro, ma che Mastro non è riuscito a mettere dentro: c’è poco da rammaricarsi, anche perché non c’è il tempo. E il Lecce, nonostante abbia allungato, è ancora nel mirino. Certo, l’orizzonte fa paura: penalizzazione in vista e una situazione societaria che non è mai stabile, se non nell’ormai cronica carenza di liquidità. Sono questi i problemi di un Ancona che non ha smesso di sognare, perché in un campionato del genere, dove non ci sono giganti, c’è spazio ancora per le sorprese. Lunedì, alla ripresa degli allenamenti, la squadra e Salvioni si sono parlati, si sono confrontati. Mastro, da vero leader, non si è tirato indietro. Nemmeno ora lo fa. Parlerà con i gol, come sempre ha fatto nei momenti più difficili per l’Ancona. Ma anche i gesti sono importanti adesso. Prima della partita con Albinoleffe e della doppia sfida col Rimini la scorsa stagione, era tirato come una corda di violino, ma anche così carico da scuotere tutti i suoi compagni all’ingresso del campo. Farà così, anche in vista della gara col Cittadella. Per evitare di sentire pronunciare la parola crisi che rischia di appiccicarsi all’Ancona, se la squadra dovesse segnare il passo anche al "Tombolato".