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Taccone a TMW: "'Caso Lecco'? Nel 2018 il mio Avellino fu estromesso dalla B per la perentorietà dei termini. Solidarietà al presidente Di Nunno, ma..."

Taccone a TMW: "'Caso Lecco'? Nel 2018 il mio Avellino fu estromesso dalla B per la perentorietà dei termini. Solidarietà al presidente Di Nunno, ma..."TuttoB.com
Taccone
© foto di Federico Gaetano
mercoledì 5 luglio 2023, 21:45Flash news
di Marco Lombardi

Intercettato da TMW, Walter Taccone, ex presidente dell'Avellino che nel 2018 fu estromesso dal campionato di Serie B a causa di un ritardo nella presentazione della fideiussione richiesta a corredo della domanda d’iscrizione al campionato, ha detto la sua sul 'caso Lecco': «Nel nostro caso, a mio avviso, la vicenda è stata ancor più paradossale perché venimmo estromessi sulla base del principio della ‘perentorietà dei termini’ legato alla fideiussione accessoria alla domanda d’iscrizione che entrava in vigore il 16 giugno 2018, come esplicitamente descritto nella polizza, ma che è stata vidimata il giorno successivo poiché dopo le 18 gli uffici non erano più attivi. Una motivazione che ci fu ripetuta in ogni grado di giudizio tanto che io sono convinto che ci sia stata una lunga mano dietro a quella decisione. Caso Lecco? Esprimo la mia più viva solidarietà al presidente Paolo Di Nunno perché so cosa sta provando in questo momento, ma se il principio della perentorietà dei termini è ancora attivo credo ci sia una sola via. Queste sono le norme e vanno rispettate anche se la giustizia è errata. Aggiungo solo che, a mio avviso, una società che partecipa ai playoff deve attivarsi fin dal momento della qualificazione per reperire tutto ciò che potrebbe servire in caso di promozione. Per voi sono stati cinque anni, ma per è come se ne fossero passati venti per tutto quello che ho dovuto vivere. Con l’estromissione dell’Avellino ho avuto una perdita economica di 14,5 milioni di euro legati al parco giocatori. E quello che ancora mi lascia perplesso è il comportamento tenuto dal presidente Mauro Balata, ovvero del rappresentante delle venti società di B, che appellandosi a chissà quale riservatezza non ha comunicato al mio club informazioni che avrebbero potuto cambiare le nostre sorti».