ZAMPARINI, ADESSO IMPARA DAI TUOI ERRORI. SARRI, ALTRA BEFFA IN ARRIVO? SPEZIA, LA TUA GARANZIA SI CHIAMA MANGIA, VARESE COSI’ RISCHI GROSSO!
E’ tutto ancora aperto. Un magma fluido e inafferrabile. Le pieghe attraverso cui si sta svolgendo questo campionato difficilmente pare possano essere contenute entro i rigidi binari della classifica. Togli il Palermo, togli la Juve Stabia e in parte la Reggina: per il resto cosa c’è di già deciso in questo campionato? Nulla. Al piano terra e all’attico di questa serie B sono già arrivati in maniera ufficiosa i verdetti che sanciscono il ritorno in serie A del Palermo e il ritorno in Lega Pro degli stabiesi. Una sciagura, quella delle Vespe. Che peccato, per una piazza che non merita un inabissamento del genere. Come non meritava il ritorno nella serie B la platea palermitana. Beninteso, la piazza, la gente che vive per il rosanero (anche se una tiratina d’orecchie per la scarsa affluenza al “Barbera” è doverosa) non la dirigenza. La stagione in cadetteria è servita per introdurre nuovi fluidi e allontanare le scorie che avevano portato al disastro della retrocessione. Le scelte scellerate, sono il passato. Metterle a fuoco e incastonarle bene in mente, per far sì che l’”epurazione” possa produrre i suoi effetti benefici: questo deve essere il monito per il presidente Zamparini anche se una nuova rivoluzione dirigenziale (può arrivare dal Guanghzou l'esperto Franco Ceravolo, che fine farà Perinetti?) è alle porte.
Situazione magmatica, fluida più che mai, si diceva. Prendete l’Empoli. Un campionato intero a guardare tutti dalla seconda piazza e adesso una scivolone che mette a repentaglio la possibilità di una promozione diretta. Di beffe del genere, i toscani ne hanno già subite parecchie e la sensazione è che l’undici di Sarri abbia perso la solidità e la consistenza offensiva della prima parte di stagione. In sostanza, se Maccarone e Tavano non girano, il rischio che possano eclissarsi le speranze di serie A è reale. In favore di un Latina che non può che strappare solo applausi: nel 2009 in D, nel 2014 in Serie A. Riuscite a immaginarlo? Un sogno per i tifosi pontini. Mica tanto astrale per chi, come Breda, fa della cultura del lavoro e della professionalità un must. Questo Latina ha superato una fase di fisiologico calo di condizione e adesso è tornata ad alzare i giri del motore. Che va che è una meraviglia.
L’ultimo turno ha avuto almeno il merito di aver scremato un po’ di pretendenti alla zona playoff. Pescara e Brescia: ritentate, sarete più fortunate. L’ottimo Modena di Novellino, poi il Trapani e l’Avellino, possono ancora coltivare speranze di entrare a far parte del “noverone” di chi potrà accedere alla A dalla porta sul retro. Le due neopromosse più per i punti in classifica che per il recente rendimento. Una serie negativa perdurante e deprimente, che rischia di derubricare a “buono” quanto di “straordinario” fatto vedere sino a qualche settimana fa da Boscaglia, Rastelli e dai rispettivi gruppi. Salgono le quotazioni dello Spezia, al contrario: mancherà l’amalgama di squadra ma per gli aquilotti le certezze sono due. L’allenatore, Devis Mangia, e la qualità nettamente sopra la media di alcuni degli interpreti cardine della rosa: fattori assolutamente decisivi che alla lunga vengono fuori.
Saltiamo giù, scendiamo nei piani bassi. Occhio, Varese! L’incedere del Novara quintultimo e delle venete Cittadella e Padova è costante: vuoi vedere che nella lotta per evitare i playout finiscono risucchiati anche i lombardi di Sottili? Il trend non è positivo e il margine è sicuro ma non troppo: quattro punti dal Novara. Scelte di mercato discutibile, il triangolo Sottili-Gautieri-Sottili, l’assenza di un direttore sportivo, un’insolita confusione a livello dirigenziale. Per fortuna che Leonardo (Pavoletti) c’è. Ma predicare nel deserto è roba difficile. I suoi gol? Possono non bastare.